La Scrivania Letteraria

Baruch Spinoza e l’Olanda del Seicento – Steven Nadler

Baruch Spinoza e l’Olanda dei Seicento 

Steven Nadler

Grande opera, basata su approfondite ricerche d’archivio. Il libro proietta il lettore ad Amsterdam e, più in generale, nell’Olanda del Seicento, territorio in cui persone identificate come “marrani”, trovavano un campo fertile di nuove opportunità, il tutto “condito” da movimenti politici, religiosi, economici e sociali.

Obiettivo dell’opera di Nadler è esporre in maniera dettaglia la biografia di Baruch Spinoza in un intreccio che dia risalto ai nodi principali che l’hanno segnata; eventi di natura sociale, storica, culturale e religiosa. La figura di Spinoza emersa dall’indagine condotta da Spinoza è quella di una persona che vive veramente un’esistenza concretamente etica, cioè votata ad un comportamento garante della felicità e della beatitudine. L’esistenza di Spinoza era fatta di semplicità, segnata dall’importanza per l’amicizia, dal lavoro (intagliatore di lenti) e dalla riservatezza.

Le prime riflessione maturate in Spinoza erano segnate da un radicalismo che portò la comunità ebraica di cui faceva parte, ad emettere contro Spinoza un cherem, cioè una scomunica. Questo portò in Spinoza una crescita di consapevolezza filosofica e negli anni in cui visse ad Amsterdam, Rijnsburg e Voorbung, instaurò vari rapporti di amicizia e il gruppo formatosi, sensibile alla filosofia, in particolare interessate al metodo cartesiano e alla scienze nuove, condividevano l’esigenza di una religiosità tollerante, meno dogmatica, meno intrisa di pregiudizi e paure infondate.

Maestro di verità e di libertà, Spinoza attirò uomini di straordinario rilievo e, a parer mio, a Spinoza può essere avvicinato il termine di filosofo iconoclasta.

Considerazioni personali e lettura del testo


Steven Nadler è professore di Filosofia e membro del Centro per gli Studi ebraici presso l’università del Wisconsin.


Incipit: “Il 30 marzo 1492, la Spagna commise uno di quegli atti di follia autodistruttiva cui ogni tanto le superpotenze sono inclini: espulse tutti gli ebrei. Per secoli, essi erano stati una ricca e trascinante presenza nella penisola iberica, di cui non a caso anche i musulmani, prima dei cristiani, avevano approfittato. Non c’è dubbio però, che per i figli di Israele la terra nota come Sepharad non era mai stata…”


Ad apertura di libro: “La concezione spinoziana della conoscenza adeguata diventa così la testimonianza di una fiducia incrollabile nelle facoltà cognitive dell’essere umano.” Pag. 261.


A mio parere, direi che un paio di righe rendono l’idea di come Spinoza e il Seicento in Olanda vengano trattati in maniera dettagliata, senza cadere nel “saputo”, ma nello “svolto”, cioè spiega e rende la Storia dinamica in concomitanza con un filosofo che ha prodotto alcuni dei pensatori e dei critici più radicali dei secoli successivi.

Considerazioni personali


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Edizione di riferimento per l’articolo – Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2009

 

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