La Scrivania Letteraria

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Scrittura libera

Le scelte

È solo una questione di scelte. Giuste o sbagliate sono scelte. Veicolano le nostre energie, le indeboliscono o le fortificano. Le scelte danzano con l’incoerenza e con la superbia, riverberano del possente sole oltre le nubi.

Le scelte sono muse maledette. La mente sceglie e il cuore si squarcia di nostalgico sacrificio.

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Scrittura libera

L’abbraccio sopito della prova

Passano gli anni ma i dubbi permangono, mutano, prendono nuove forme e si vestono dei migliori abiti, sfoggiano sorrisi splendenti, parlano con tali sublimi parole che la mente non può fare a meno di ascoltare. Passano i giorni e i brividi invocano la paura che si desta maestosa, stritola l’autostima. Passano le ore e il tempo giungerà, sospirato e rapido si accavallerà con il fardello della quotidianità, non lascerà scampo nemmeno ai morti.

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Sconforto

Pensavo di aver fatto la scelta giusta. Pensavo di aver posto in mani giuste la mia creazione. E invece mi vergogno, sono arrabbiata, frustrata e delusa della mia impotenza di fronte alla grandezza della responsabilità dell’atto compiuto.

Magari passerà, come aumenterà l’esperienza, ma rimarrà un segno tra le pagine della memoria, non verrà cancellato dal tempo, muterà e diverrà un monito, vestito di errori, di distrazioni altrui che danneggiano lo spirito e la morale.

Mai avrei pensato di giungere alla presa di coscienza che tutto è arbitrario, malgrado teorie, ideali e strutture, quel filo sottile, il leggero capello, la lama del coltello, il granello di sabbia, incrinano anche la perfezione dell’arte.

 

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Immobile decisione

Lunghi fili di fumo si ergono leziosi nell’aria pesante che preme sulle finestre e bussa alle porte di chi ha timore del futuro. Chiuso in quelle quattro mura, il vecchio sapiente ha deciso di non svelarsi, attende qualcuno che lo comprenda, che lo accetti malgrado le sue piccole incoerenze; attende il futuro più forte e tenace, contrario o concorde. Aspetta che la parola dell’altro lo ridesti e lo porti nuovamente sul piedistallo del quale è stato privato molto tempo addietro, da forze che detengono i numeri, non le menti.

 

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Lampioni

La luce elettrica riverbera nella sera, i suoi riflessi si sciolgono sul metallo, una candela di cera. È accecante, con i toni vecchi e caldi che tra poco si dissiperanno per lasciar spazio a gelidi e moderni spettri bianchi.

Osservo i rumori non sentendoli, assapori i profumi pur non percependoli.

Quando la luce, che illumina ogni piazza, senza pensare che possa schiarire le idee, chiudo gli occhi e li immagino alti, rigidi, sempre presenti.

Tra poco me ne dovrò andare, non potrò più percepire il loro magico palmo, che non sfiora le cose, ma le accompagna con i suoi raggi di indifferente amore.

 

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Solo cielo

Dannato cielo azzurro, così bello e falso. Nuoto tra le nuvole che ti punteggiano e salgo fin sulle cime dei monti, che bramano il tuo tocco. Mi arrendo a te, quando cadi sulla terra e tenti di salvarci, spazzando i problemi che purtroppo travolgono quelli che non volevano divenire martiri, gli eroi del giorno che non volevano mutare in simbolo del dolore.

Tu impersoni il bene, il male, l’indifferente e il tacito potere dell’indissolubile dubbio.

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Sorriso

“Io di lei mi fido. Penso che non ci sia nulla di meglio dell’ardore di un paio di occhi che ti scrutano intensamente. Vorrei capire come si possa tradire. Perché potrei morirne al solo pensiero.

Immaginarmi senza il suo caldo profumo, privato del sole delle mie giornate, della musica delle sue risate, smetterei di respirare perché l’aria sarebbe inutile ai miei polmoni. La terra e la natura sarebbero mere proiezioni di un mondo che non mi apparterrebbe più. Il cielo e gli oceani sarebbero vuoti senza il suo viso, alla luce brillante del tramonto che si staglia sulle acque e davanti alle nuvole.

Non vorrei nessun altro oltre a lei. Basteremmo noi, una spiaggia e una bottiglia di vino”.

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Il Cielo ci guarda, ma noi non siamo attenti

Il cielo colora l’esistenza della terra; non si lascia trascinare dalle diatribe del genere umano. Il cielo, che sia di un grigio topo o di un azzurro abbacinante, osserva; alle volte si fa sentire, altrimenti preferisce il silenzio; è di poche parole.

Il cielo accompagna ogni respiro e ogni passo, permette alle stelle di ammantarlo di luce fredda e brillante, lascia che i raggi solari penetrino fino a toccare le sue nuvole candide.

Il cielo non dorme mai, immanente, non defeziona, è leale. Se fosse un soldato, non tradirebbe i suoi commilitoni, ma se provi a catturarlo in scatti fotografici ti rimanda indietro una sua immagine poco realistica e tutt’altro paradisiaca. Il cielo sa che i nostri occhi lo vedono, il cielo sa che con i venti si fa assaggiare, il cielo sa che con le bufere e le nuvole si fa toccare.

Il cielo non ha paura di noi, che non lo conosciamo, aspira a mostrarsi nudo e vestito, torrido e agghiacciante. Il cielo protegge e ama.

Almeno fino a quando non deciderà di dissolversi.

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La Nebbia non gioca con te

La nebbia si leva, lenta e loquace, nei boschi e nelle città, con le sue grinfie fredde avviluppa di candore l’aria e il respiro leggero, muta in piccole nuvole, leggere e veloci scompaiono.

La nebbia arriva e acceca funesta gli sguardi, anche quelli più attenti. Credi di riuscire a vedere il tuo cammino, ma l’occhio non può nulla contro il coltello celato dietro all’argenteo e gelido manto.

La nebbia permane, coperta invernale, vestito elegante, pellicola stringente.

La nebbia scompare, come era sopraggiunta, lasciando la sua ombra, ad ogni passo che calpesta la terra, sogghigna mentre ti osserva dietro i tronchi degli alberi, si eccita alla ricerca di qualche vittima e brama la tua vita.