Nelle ore che separano il sonno dalla veglia
osservo i pensieri
ondeggiare
e il tuo viso
specchiarsi nelle acque
della memoria.
Nelle ore che separano il sonno dalla veglia
osservo i pensieri
ondeggiare
e il tuo viso
specchiarsi nelle acque
della memoria.
Buona notte
alle risate delle paure
ai sussurri dei timori
agli abbracci dei falsi umori.
Ridere e sussurrare del male del bene che le parole possono dare.
Scannati ancora, che l’osso è lì a pochi morsi da te, non pensare a tutti quelli che ti circondano, sai che l’osso è per te. E perché dovresti pensare agli altri quando sai che l’osso è stato creato per te. Quella voce nella mente rimbomba e sussurra come fare piazza pulita per il tuo osso. Anche se sai che il tuo osso nelle tua mani porterà sofferenza, a cosa ti importa? Tanto per gli altri ci sono di altri resti le membra.
Oggi ho letto un libro, non che sia una novità nel mio quotidiano dato che i libri per me sono una passione e un lavoro. Ma questo libro è stato diverso. Un elemento che dà valore al libro in quanto opera letteraria e opera d’arte è ciò che il lettore vive durante la lettura. Quindi qui non parlo del libro, ma del suo valore, del valore che ha per me che in questo frangente ricopro il ruolo di lettrice.
Il lettore è una delle figure più importanti per un libro; senza di lui forse potrei anche dire che il libro perde una parte della propria possibilità di esistenza perché appunto un libro per vivere deve essere letto. Cosa intendo con questo vivere? Vivere non tanto in sé come oggetto di consumo, ma vivere nel lettore e divenire fautore di cultura, di un’introspezione, di un sapere che va al di là dei titoli, dei concorsi vinti, dell’entità agente dello scrittore, dei saloni del libro e della rendicontazione vendite.
Oggi ho letto un libro che mi ha colpita, ho letto un libro la cui anima è sorta dalle vicissitudini e dalla volontà di persone che hanno ancora la loro scintilla bruciante nel cuore e che non si lasciano cadere nell’oblio profondo di una morte del se stessi per sé come persona, come essere umano.
Ho sentito la vita, l’esistenza pulsante delle persone e della loro vita, le loro emozioni quasi che sfiorassi i dolci pensieri che li hanno resi ciò che sono, che sono stati e che saranno.
Il lettore quando legge non deve solo leggere, deve vivere il momento presente della lettura perché in quel momento è la cosa più importante della tua esistenza, non sparare opinioni a caso. Ogni lettore deve essere conscio che i libri, pochi per sfortuna, non raccontano solo una storia, racconto di anime, di etica, di morale. Sono la formazione immortale a cui l’essere umano ha accesso. E non se ne rende conto.
Pensa, lettore, prima di aprire un libro. Non hai davanti solo personaggi, trame, refusi, consecutio temporum, similitudini, metafore, citazioni, una storia ritrita, un amore, un antagonista ad hoc o un finale aperto. In quelle pagine c’è la vita.
E il titolo te lo dico, un momento fa, forse.
Madido cuore esponi
le tue paure e le tue colpe.
Il dolore dell’amore è
furore senza ardore.
Il dolore nel pensiero
immane sentore del recalcitrante
tormento ansante.
Il cuore e i tormenti.
Tra le pieghe
del respiro assente
ritrovo il sole
e le ombre di ciò
che potrò essere.
Troverai il sole negli anfratti dei momenti bui; la sofferenza sarà un passaggio, il sacrificio si perderà in un miraggio.
Un brano di scrittura creativa che ho deciso di sviluppare in una storia a puntate.
La penna
Prima parte
Era lì. Il regalo per la laurea. Nella scatola dorata e luccicante sotto il fascio dorato. L’atmosfera quieta della sera scendeva ancora prima che il sole riuscisse a calare sulle colline in fiore. Il parco rigoglioso di rododendri e gelsomini profumava l’aria, rendendola leggera. Essere in casa, da tre anni, lo faceva soffrire. Non era una tragedia dopo tutto. Sfogliò gli appunti della ricerca su Costantinopoli e si soffermò sui paragrafi dedicati al 1453 d.C., anno in cui gli ottomani conquistarono la città, conosciuta anche come la mela rossa. Tolse il coperchio di cartone e la fece girare tra le dita. La penna. Quella penna. Non avendo più un paio di gambe funzionanti sarebbe stato difficile lasciarla in giro o dimenticarla per casa, ma non impossibile. Sorrise. Più di ogni altra cosa gli mancava stiracchiarsi al mattino. Lui era solo un ragazzo, ma il destino o come lo chiamavano i suoi genitori, la Provvidenza, aveva scelto una via che non avrebbe mai preso in considerazione. I bagordi, gli agi e la bellezza di una vita materiale erano stati la sua ragione di vita e ora, la sua stessa vita non si basava più solo su ciò che faceva o quanta gente conosceva, ma su ciò che era, sulla persona che si mostrava dalle ombre della solitudine. L’inchiostro nero colorò di eleganza il foglio bianco. Aveva iniziato ad apprezzare la calligrafia. Vedere le parole correre, gettarsi sulla carta e vivificarla lo faceva stare bene. La sua mente in qualche modo, lo rendeva in grado di correre.
Un arrivederci ai sorrisi intrisi
di tristezza,
sapendo che torneranno
a solcare le mie labbra.
Un sorriso vero e sincero e un abbraccio possono risollevare anche gli angeli caduti.
Nelle ore che separano il sonno dalla veglia
osservo i pensieri
ondeggiare
e il tuo viso
specchiarsi nelle acque
della memoria.
La vita senza di te,
oltre a un milione di possibilità,
sarebbe vuota.
L’amore, la vita e le molteplici possibilità. L’amore è libertà e il suo contrario? Oppure l’amore è scelta ed è incondizionato?
Ogni volta che l’amore bussa alla nostra porta dovremmo cercare di capire quale senso diamo all’amore stesso.