Disobbedienza civile
Hannah Arendt
Breve biografia di Hannah Arendt
Hannah Arendt nacque a Hannover (Linden) il 14 ottobre 1906 da una famiglia ebraica e trascorse l’infanzia a Königsberg. Venne educata dalla madre dopo la morte del padre.
A Berlino seguì le lezioni di Romano Guardini e nel 1924 si iscrisse a Manburgo, dove seguì le lezioni di filosofia di Heidegger e di teologia di Rudolf Bultmann. Nel 1925 la Arendt conobbe Edmund Husserl e Karl Jaspers. Nel 1933 le fu negata la possibilità di ottenere l’abilitazione all’insegnamento e in seguito emigrò a Parigi.
Dopo l’invasione tedesca della Francia e le deportazioni, la Arendt dovette scappare, migrando nel 1941 negli Stati Uniti. Arrivata a New York iniziò a lavorare al periodo di lingua tedesca Aufbau e divenne parte del movimento attivista della comunità ebraica presente.
Lavorò come giornalista e docente universitaria e pubblicò opere importanti di filosofia politica. Arendt fu politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense, difatti rimase apolide del 1937 al 1951, anno in cui divenne ufficialmente cittadina statunitense.
Morì il 4 dicembre 1975 a causa di un attacco cardiaco e fu sepolta al cimitero del Bard College, in Annandale-on-Hudson a New York.
Disobbedienza civile
Incipit: “Le figure di Socrate e di Thoreau non solo ricorrono nella letteratura sul nostro argomento, ma, cosa ancora più importante, sono scolpite nella mente di coloro che praticano le disobbedienza civile. Chi è stato allevato nella tradizione occidentale della coscienza – e chi non lo è stato? trova naturale considerara l’accordo raggiunto con gli altri secondario rispetto alla decisione solitaria maturata in foro conscientiae…”
Ad apertura di libro: “Personalmente ritengo cruciale a questo proposito l’affermazione di Eugene Rostow, secondo cui ciò che conta è -l’obbligo morale del cittadino verso la legge nelle società basate sul consenso-. Se Montesquieu aveva ragione, come credo, nel sostenere l’esistenza di uno spirito delle leggi che varia di paese in paese e in funzione della forma di governo, allora possiamo affermare che lo spirito delle leggi americano è costituito dal consenso, non nel significato originario di accettazione pura e semplice di regole…”

5 risposte su “Disobbedienza Civile di Hannah Arendt”
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