L’estetica di Hegel costituisce la riflessione più profonda e completa che l’Occidente abbia prodotto sul fenomeno dell’arte. L’Estetica verrà pubblicata postuma dall’allievo Heinrich Gustav Hotho. Questa è la traduzione di un quaderno di appunti di un corso completo di estetica tenuto da Hegel a Berlino nel 1822-23, e ritrovato tra la carte del filosofo e storico della filosofia francese Victor Cousin.
Incipit: “L’arte, si dice, è il regno dell’immaginazione libera. le produzioni sono di conseguenza arbitrarie e fortuite. – È vero che l’arte risiede nell’apparenza; ma tutto ciò che è, deve anche apparire. La verità, l’essenza non sarebbe se essa non apparisse; e se l’arte è un’illusione, il mondo esterno e interno lo sono ancora di più.
Ad apertura di libro: “L’arte è in generale identità della figura e dell’intellettualità. Dapprima, l’intelligenza cerca di penetrare il materiale sensibile. Secondariamente, essa è il fondamento che penetra interamente la figura sensibile. In terza istanza, noi abbiamo visto che l’individuo non si ritrova più nella realtà, ma che ha in se stesso potenze sostanziali, il modello, la misura/a cui sottomettere la realtà; l’individuo nega la realtà come esteriore; ma egli ha in se stesso realtà.”
