“Lui rise, di gusto, sfacciato, puntandomi una lama nera alla gola, chinandosi su di me, le labbra a pochi centimetri dalle mie. – Cosa vuoi Aletcsa?-, ripeté sottovoce, suadente, mellifluo, sfiorandomi con le dita lunghe e fredde dietro un orecchio, salendo poi tra i capelli. Li strinse all’improvviso, tirandomi su la testa, mentre ringhiavo, ruggivo, per mantenere il segreto. -L’ultima volta-, sentenziò velenifero. Avevo ancora l’arma puntata alla gola. – Cosa vuoi Aletcsa?-. Non caddero lacrime, la mia espressione era solenne, carica di significato. -La mia vita. Davide. O la morte-.
Estratto da “La Gloria del Sangue – Libro Primo”
Pagina 310
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