La Scrivania Letteraria

Fenix e la Chiave di Thuta, di M.E.Loi – Recensione

Buona giornata a tutti! Recensione del primo romanzo fantasy di M.E.Loi, intitolato Fenix e la Chiave di Thuta, pubblicato con Bookabook.

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Una lettura che non vi permetterà di distrarvi perché il colpo di scena è pronto a sorprendervi ad ogni angolo.

Buona Lettura!


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Nata a Glarus, in Svizzera, alla fine degli anni ’80. Mamma sarda, papà romano e cresciuta in Friuli, insomma… è nata viaggiatrice. I numerosi traslochi le hanno insegnato che nulla di materiale è di vitale importanza, ma soprattutto che gli amici, quelli veri, restano sempre. Laureata a Udine, in qualcosa di molto lontano dalla scrittura eppure, la passione per i libri non l’ha mai abbandonata. Più che una scrittrice si definisce una accanita lettrice di vari generi letterari, tra cui il Fantasy, che non nasconde, essere il suo preferito. Fenix e la Chiave di Thuta è il suo primo romanzo, scritto in un momento difficile e particolare della vita e grazie al quale può dire con orgoglio di essere risorta, come una fenice.


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La trama in pillola

Fenix è una dei milioni di abitanti di New York, la ben nota Grande Mela. La sua vita è stata costellata da strani incontri e da una continua sensazione di disagio, che si spezza quando la verità irrompe nella sua vita, “chiudendo” una porta.

Fenix scoprirà che non esiste solo la Terra, ma un intricato cosmo formato da diversi regni, in cui vivono razze e stirpi diverse e tra cui, alle volte, nascono figlie e figli di due mondi. A quale appartiene lei? Qual è il suo passato? Le vicende mirabolanti del presente apriranno un futuro votato al bene, oppure un viaggio che la trasporterà tra le ombre e le difficoltà? Rivelazioni esistenziali si intrecciano con sentimenti profondi, dettati sia dall’incomprensione che dalla curiosità di sperimentare. Un romanzo che accende i sentimenti e irretisce in maniera affascinante i sensi.


I Personaggi S(piccanti)

Fenix: protagonista, figlia di due mondi, perspicace, curiosa e preda di forti dubbi sulla sua identità che la trascineranno verso scelte impulsive e stupefacenti.

Andrew: l’unica persona che si può dire, non sparirà e leggendo l’opera capirete il perché! Fedele, leale, un “bel” (è dire poco) tipo, indomito.

Lyght: colui che turba le menti, stupisce le folle, aizza gli animi e gioca con il destino.


Lo stile, la penna, la tastiera

Fenix e la Chiave di Thuta è un romanzo fantasy in cui la cosmologia è descritta in maniera articolata e si sviluppa in tutto il corso della narrazione. L’autrice ha prediletto dialoghi scattanti, brevi e pregnanti di significato (non perdetene nemmeno uno!), il discorso indiretto è molto utilizzato e la voce del narratore onnisciente descrive e rivela molteplici informazioni utili per la comprensione della storia passata e della narrazione sia presente che futura. Senza la sua voce, i personaggi rivelerebbero molto di più solo su loro stessi, tralasciando i caratteri generali di ciò che li circonda; ho notato all’inizio una scarsità nel dettaglio dei personaggi e la preferenza per l’utilizzo di alcuni caratteristiche, utilizzate poi come punti di riferimento per i capitoli successivi.

Lo stile narrativo è dettato da cambi di scena rapidi e quando vi sono più soggetti in azione, alle volte ci si perde un po’, ma niente paura, il punto interessante sta proprio qui: gli avvenimenti si susseguono ad un ritmo continuo e mai scontato, senza lasciare spazio alla lentezza. I nomi scelti dall’autrice per i luoghi e gli attanti sono azzeccati, suonano nella mente e affascinano proprio come la cornice di usi, costumi e tradizioni che appartengono al mondo in cui giunge Fenix.

Il passato e il presente formano un corpus intricato di eventi e di cambiamenti, in cui ogni protagonista trae vantaggi e svantaggi, in maniera errata a causa delle ingenuità e dei sentimenti amorosi ancora indefiniti. Le emozioni, in questo romanzo, serpeggiano e si rivelano in maniera decisiva, guidando i cuori e le menti dei personaggi, che a ogni pagina aumentano di importanza e di numero, rendendo l’avventura di Fenix fitta di legami complicati.

La penna di M.E. Loi è concentrata sui suoi obiettivi e possiede una sua costanza che permette al lettore di immergersi nella narrazione. Sottolineo la presenza di aggettivi (alcuni molto utilizzati) che potrebbero essere sostituiti da un miglior utilizzo di verbi e descrizioni basate su azioni, non tanto sulle qualità estetiche dei personaggi. Da notare, l’uso dei dimostrativi, da limare. La sintassi pecca nel discorso indiretto nei passi in cui la narrazione si concentra sui cambi di scena. La punteggiatura è ricca di virgole, da utilizzare meno, a favore di punti fermi e congiunzioni.


Fenix e la Chiave di Thuta è il romanzo che crescerà con l’autrice stessa e fornirà spunti di riflessione durante la lettura. Una penna ancora acerba per certi versi, ma matura per i contenuti: i temi trattati non sono per nulla superficiali. Le dinamiche amorose hanno da sempre creato scompiglio nell’esistenza umana, le discriminazioni hanno distrutto alleanze e bruciato ideali sull’altare dell’orgoglio. Di questo e molto altro racconta M. E. Loi in Fenix e la Chiave di Thuta.


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Due chiacchiere con l’autrice!

1- Fenix e la Chiave di Thuta è il tuo primo romanzo fantasy, quanti libri seguiranno dopo?

Sì, è il primo romanzo e spero non sia l’ultimo. Era stata pensata come una pentalogia ma, essendo il primo troppo lungo, la casa editrice mi ha consigliato di dividerlo a metà, quindi ora saranno 6 più un extra dedicato solo ai 4 Fondatori delle Stirpi (7 in totale).

2- Il finale mi ha letteralmente spiazzata. Perché questo tipo di scelta?

Il finale è dato dal fatto che ho dovuto letteralmente reciderlo a metà anche se credo, ne sono quasi certa, che il finale del secondo ti avrebbe reso ancora più incredula!

3- Amore e ispirazione pervadono le pagine del tuo romanzo; quando hai deciso che avresti scritto un romanzo e a cosa ti sei ispirata?

Ho cominciato a scrivere il libro mentre mi trovavo in ospedale, era un periodo molto buio della mia vita e la scrittura mi salvata, è stata la mia terapia. In quell’oscurità molte persone mi hanno aiutata, ed è a loro che è dedicato il primo libro: alla famiglia che mi sono scelta e che ha scelto me. Gli amici sono la cosa più preziosa che uno possa avere… bisogna tenerne grande conto.

4- I nomi hanno delle derivazioni storiche/mitologiche/artistiche, oppure hai preferito viaggiare con la fantasia?

Tutti i nomi derivano da: arabo, ebraico, celtico e Bibbia. Ho studiato per circa due anni una serie di leggende che mi hanno condotta a produrre questo manoscritto. Ogni piccolo dettaglio è stato studiato, ha un perché… anche il profumo alla cannella dei biscotti di Costantine ha un perché.


Link e contatti dell’autrice

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Acquisto e Crowdfunding

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