La luce elettrica riverbera nella sera, i suoi riflessi si sciolgono sul metallo, una candela di cera. È accecante, con i toni vecchi e caldi che tra poco si dissiperanno per lasciar spazio a gelidi e moderni spettri bianchi.
Osservo i rumori non sentendoli, assapori i profumi pur non percependoli.
Quando la luce, che illumina ogni piazza, senza pensare che possa schiarire le idee, chiudo gli occhi e li immagino alti, rigidi, sempre presenti.
Tra poco me ne dovrò andare, non potrò più percepire il loro magico palmo, che non sfiora le cose, ma le accompagna con i suoi raggi di indifferente amore.