Mi sono imbattuta in questo libro per caso, mentre ero alla ricerca di un romanzo e invece ho scoperto lui, un trattato filosofico di Badiou.
Chapeau. Grazie, fortuna, sempre che tu ci sia.
Titolo originale Éclats d’une non-couleur, Lo splendore del nero ha la straordinaria capacità di rapire la mente dalla prima all’ultima pagina, non perché io sia di parte o che altro, ma è proprio così.
Partendo dalla riflessione dell’infanzia, dei primi incontri con il colore nero, passando poi per le varie “sfumature” di significato che acquista a seconda dell’età e degli eventi che accadono intorno a noi e nel mondo, sia alle persone che alla cose, fino a giungere a puntuali riflessioni su ciò che illumina l’esistenza.
Incipit: “A quell’epoca era caporalmaggiore – è stata una delle mie metamorfosi. fanfara della terza regione aerea: uniforme blu scura, bustina, ghette bianche, dita e labbra avvezze agli striduli acuti del nostro cavallo di battaglia, intonato a ogni circostanza, il ritornello della Marsigliese. Di nera, allora, c’era solo la notte invernale. Il regolamento imponeva che alle…”
Ad apertura di libro: “Quando si trova al servizio della morte, il nero del lutto significa l’estinzione delle fiaccole della parata umana: i corpi sono tutti soggetti all’eguaglianza di ciò che, essendo negazione della luce, impedisce loro di brillare più degli altri. La nera eguaglianza di fronte alla morte.”
