La Scrivania Letteraria

Marta e la montagna

Marta ama la montagna. Nei suoi ottantatre anni di vita può contare a mala pena tre decenni di esistenza tra i paesaggi che tanto ha sempre ricercato.

Marta ama la montagna d’inverno per la dolcezza delle cime innevate e l’immobilità delle cascate ghiacciate.

Marta ama la montagna d’estate per la verde vita sprigionata dagli alpeggi fino al fondo valle.

Marta vive in una baita a Cogne, da sola, accompagnata dalla solitudine nelle notti stellate e inglobata dal turismo estivo. Le piace leggere il giornale al bar e intervallare le notizie della realtà con romanzi rosa e storici. Marta ha insegnato tutta la vita; professoressa universitaria per innumerevoli anni e tanti altri, dimentichi delle gioie della vita, bazzicando da una facoltà di lettere all’altra.

Marta non ha avuto paura di vivere in luoghi indatti al suo animo quieto.

Marta non ha avuto figli, ma ne ha salvati molti altri, imberbe ai giudizi altrui, libera dalle opinioni meno lodevoli della società, con il cuore forte di ardore belluino per la conoscenza.

– Marta! Buongiorno!- esclamò Luisa, la cameriera, nonché figlia dei proprietari del locale diurno.

– Buongiorno Luisa, tutto bene in questa calda mattinata?-, chiese poggiando la penna sul taccuino.

– Molto bene, grazie. Si prospetta un’ottima stagione estiva-. Luisa poggiò sul tavolino in marmo bianco la tazza di cioccolata calda e due pasticcini alle mandorle.

– A breve sarò costretta a lasciare le bevande invernali per virare verso frullati e granite-.

– Ancora qualche mese e poi noi non potremo fare altro-, concordò Luisa con un largo sorriso, – oggi niente giornale?-.

Marta sorrise, inclinando il capo verso il taccuino. La sua scrittura orribile rendeva inaccessibile le informazioni a chiunque. – Oggi scriverò-.

– Ha in mente qualche idea precisa?-.

– Oh certo…e andando avanti con gli anni le pagine bianche non potranno far altro che divenire sfondi di una lunga storia-, enunciò con una certa nota solenne.

– Bene!-, ribatté con un altro sorriso. – Me ne parlerà nei prossimi giorni-.

– Con piacere-, aggiunse Marta. La mattinata proseguì nel pieno della scrittura più forsennata. Sapeva cosa e come scrivere ed era ebbra di gioia e di energia nel constatare che la sua mente viaggiava veloce come mai era accaduto. Avesse avuto tutto quello tempo prima, non si sarebbe sprecata come aveva realizzato di aver fatto. Marta chiuse il taccuino poco prima dell’ora di pranzo, riponendolo nella borsa. Bevve ancora un caffè, al bancone, prima di pagare il conto.

Andò via dal bar e non fece mai più ritorno.

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