Buon venerdì a tutti! La settimana corre verso il suo epilogo e io sono pronta a scatenarmi in questi giorni! Sono immersa in libri dei generi più disparati e sono riuscita ad accaparrarmi una chicca del 1989 di Carlo Pagetti, di cui parlerò poi nella sezione Legam. Bando a sproloqui, quest’oggi parlerò di Memorie di Taenelies sotto un particolare punto di vista: le scalette e gli appunti e per questo ringrazio Eric, il mio co-autore, che prima o poi trascinerò sulla tastiera!

Nell’articolo precedente avevo esposto la scintilla della sfida nel momento in cui avevo avuto tra le mani i fogli in cui erano state scritte le idee per il romanzo, ora invece concentrerò la mia attenzione sulle bozze e tutto il corollario di informazioni necessarie ad una buona stesura. Ma dici che è tutto così semplice? Direi proprio di no, difatti non ho iniziato così.
Memorie di Taenelies è il primo romanzo che ho scritto in collaborazione con una persona ed è anche il primo testo per il quale ho dovuto seguire delle bozze, degli appunti e degli schemi. Per la Gloria del Sangue e altri progetti letterari in corso, ho operato e sto tutt’ora operando in maniera contraria: prima butto giù i capitoli e poi, vedendo la mole di informazioni, mi dico ogni volta che, forse forse, una traccia dei capitoli dovrei stilarla e con la stesura di Memorie di Taenelies, il mio punto di vista è mutato.
Ma ripartiamo da Memorie di Taenelies!
Inizialmente, quando ho avuto il piacere di leggere scalette, fogli sparsi, appunti scritti su fogli a caso e descrizioni tanto dettagliate da catturarmi, sono stata ulteriormente rapita dalla confusione; non avevo ancora provato una sensazione del genere, ma mai demordere, quindi ho preso la mia pazienza e ho riscritto tutto, trovando un filo logico che potesse distendere i miei nervi e lasciare spazio alla creatività. Dopo di ché io ed Eric abbiamo dato inizio alla stesura vera e propria e indovinate un po’?! Le scalette e le bozze mi piacciono! Sono “comode”, immediate e sottolineano i punti più importanti. Le scalette, a mio parere, dovrebbero essere snelle, solo appunti e qualche descrizione, non tutto nel dettaglio, altrimenti potresti sentire la tua fantasia “imprigionata” dalle cose che hai già scritto. Un consiglio ad uso personale, non solo per i romanzi, è quello di scrivere delle schede a parte per ogni personaggio, luogo, descrizione di rilievo…qualsiasi evento, oggetto, persona che possa essere sviluppato in futuro, bisogna averlo ben puntato sulla carta, così saranno evitate incoerenze, ripetizioni e costanti descrittive che ormai sono diventate melense quanto lo sciroppo per il raffreddore alla fragola. Bisogna creare una sorta di libro del libro.
Detto ciò, ho operato alcuni cambiamenti nel modus operandi delle stesure a cui ho accennato poco fa: ho iniziato a fare qualche scaletta. Questo significa che sperimentare nuovi modi di scrivere, di organizzare le idee e di renderle dinamiche nonostante la stabilità data dalle scalette, rende uno scrittore più preparato ad avere a che fare con diverse realtà. Scalette, bozze e appunti sono fondamentali, che siano poche o riferite ad ogni capitolo. Le scalette non sono MAI inutili e anche se non hai nessuna voglia di scriverle, dovresti sforzarti di pensare fuori dallo schema costante di scrittura che utilizzi.
Grazie!
NON SOLO PER GLI AMANTI DEL GENERE
Per Memorie di Taenelies sono stata costretta a pensare oltre al mio modo di scrivere e questo mi ha resa un’autrice migliore, pur sempre in erba ma con una consapevolezza maggiore nei riguardi delle infinite possibilità della scrittura e della comunicazione.
Giulia Coppa