La Scrivania Letteraria

Migliore

Credere fermamente di essere i migliori di tutti gli altri esseri umani comporta cecità di umanità, presuppone pochezza e delimita gli orizzonti delle osservazioni e delle esperienze possibili; istituisce dei confini invalicabili e non dei limiti insuperabili, inoltre non permette alla libertà personale di esporsi nella linea più dura ma al tempo stesso gratificante e costruttiva, quella dell’incontro con l’altro, che spaventa, terrorizza e affatica, perché passibile di continue critiche e giudizi individuali ed è soffocata dal proprio io demagogo della realtà e della lettura della stessa in chiave quantitativa, non in chiavi sensibile e qualitativa. D’altronde, la prima via è la più complicata, l’ardua baruffa dell’altalenante gioia preoccupante della sfera dell’osservazione, della sperimentazione. Il secondo percorso è semplice, in esso si danno i fatti e si colgono gli atti, purtroppo solo nel presente dell’evento commesso o accaduto, non si investiga, non si indaga sulla legge soggiacente, sulla struttura univoca e progressiva del fenomeno.

Peccare è il migliore dei vizi donati all’esistenza, peccare di ebbra superiorità è nebbia vischiosa per il pensiero.

Il fiore dell’essere non si patina di teoria e di pratica ma mangia sé stesso nella voracità della mortalità e nel lampo effimero del momento.

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