Natura e condotta dell’Uomo
John Dewey
“Il volume racchiude il nucleo essenziale della concezione filosofica di Dewey. Il punto di vista è psicologico”
Dewey ha sempre promosso e non ha mai cessato di evidenziare l’importanza della psicologia in rapporto alla morale. La psicologia rappresenta la sola alternativa a una considerazione arbitraria e classista della società. Le determinazioni precedenti sono state prodotte da una moralità fondata sulla tradizione e sul costume, in seguito, nel periodo moderno, dal primato della ragione e della scienza.
Dewey ha sempre sostenuto, inoltre, l’accrescimento del potere dell’uomo sulla natura grazie alla scienza e perciò, questa modalità di indagare la natura per comprenderla e ‘governarla’, dovesse essere trasposto e utilizzato anche per l’uomo. Sotto questo punto di vista, la psicologia sarebbe l’applicazione del metodo scientifico alla vita umana.
Incipit: “Date a un cane un brutto nome e impiccatelo. la natura umana è stata il cane dei moralisti di professione, e le conseguenze non smentiscono il proverbio.”
Ad apertura di libro: “Il considerare le istituzioni come nemiche della libertà, e tutte le convenzioni come schiavitù, equivale a negare il solo mezzo con cui si possa assicurare una libertà positiva dell’azione.”
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brani tratti da Natura e condotta dell’uomo – John Dewey – La Nuova Italia, Firenze, 1977
6 risposte su “Natura e condotta dell’Uomo di John Dewey”
[…] precedenti Legam: natura e condotta dell’Uomo, Vita Activa, la vita della […]
[…] Articoli precedenti sezione Legam: il Tempo – Stefan Klein, disobbedienza Civile – Hannah Arendt, natura e condotta dell’Uomo. […]
[…] Articoli precedenti sezione Legam: La saggezza della vita – Arthur Schopenhauer, Cervello e emozioni – José Antonio Jáuregui, Natura e condotta dell’Uomo. […]
[…] Articoli precedenti sezione Legam: La consulenza filosofica – Gerd B. Achenbach, Leggere, scrivere, argomentare – Luca Serianni, Natura e condotta dell’Uomo. […]
in quale libro di emanuele kant: sta scritto: date un brutto nome ad un cane e poi impiccatelo?
Ciao Francesco! In memoria non ho un ricordo di questa frase in un libro di Kant, ma mi viene in mente la questione relativa allo schematismo kantiano della Critica della ragion pura in cui si parla del rapporto tra empirico e trascendentale nei riguardi della procedura e dell’immagine, qui un estratto: “Il concetto di cane indica una regola in base alla quale la mia immaginazione è posta in grado di delineare in generale la figura di un quadrupede, senza tuttavia chiudersi entro una particolare raffigurazione offertami dall’esperienza o in una qualsiasi immagine che io possa rappresentarmi in concreto”. La questione qui sta nel fatto che non si capisce fino in fondo perché Kant mentre parla dei concetti puri prende un cane come esempio che è ovviamente un concetto empirico. Mi hai fatto venire in mente un libro di Eco che avevo sfogliato; si intitola Kant e l’ornitorinco e parla proprio della questione procedurale e immaginaria. Se vuoi sapere qualcosa di più di Kant ti consiglio i libri di Laterza, le guide alla lettura delle opere filosofiche ritenute fondamentali.
Grazie per il tuo commento!