Guarda, guarda un po’, c’è proprio vicino a me un bel bicchiere di acqua fresca. Che disdetta che io non abbia né braccia, e nemmeno le mani, per portarlo alla bocca…ops non ho nemmeno la bocca accidenti. Ho solo dei lunghi fusti e delle belle foglie verdi circolari. Eppure niente, non ho le braccia e le mie gambe sono le radici. Ho pensato ogni tanto di chiedere a qualche strega o stregone – se esistessero come dico io! – di farmi un bell’incantesimo e trasformarmi in una persona. Chissà quante cose potrei fare! Pigramente di adagerei su un divano e rimarrei a contemplare il soffitto nelle notti d’inverno, oppure d’estate correrei fino alla sfinimento su prati verdeggianti e rigogliosi, salutando orgogliosa l’erba, prima mia sorella. Passerei il tempo ad osservare i tramonti, le albe e le notti stellate. Non avrei paura di esprimermi, di vivere a pieno ogni momento della mia esistenza.
E invece no. Mi tocca rimanere in un vaso, ad osservare la vita che posso cogliere dalla mia posizione, ma non tutto è perduto. Sono nata in questa forma per gioire delle mie salde radici, per crescere rigogliosa in un pugno di terra fertile, per ciarlare allegramente con le altre piante, mie vicine, anzi, coinquiline ed essere partecipi con il mondo nel nostro piccolo antro verde e rigoglioso. Quando sono nata, un germoglio tenero in mezzo ad altri mille, avevo paura che nessuno mi avrebbe accettata e ho cercato l’approvazione altrui, senza trovarla, poi, un bel giorno, in una notte afosa, la mia terza foglia si è aperta e in una manciata di istanti si è librata nelle sue rotondità. Ho visto, ho sentito come cresceva e io con lei. Pensate un po’…una sola foglia mi ha cambiato la vita e sapete perché? Perché è parte di me e la amo, le do valore ed è me stessa in un’altra forma, in un’altra luce, splendente e rigogliosa.
