La Scrivania Letteraria

Storia della Scienza – I

Lineamenti di storia della scienza

La storia della scienza è diversa dalla storia delle scienze e dalla storia della filosofia. I suoi lineamenti sono il prodotto di diversi autori e il frutto dell’età moderna, periodo nel quale si colloca la nascita della scienza, intesa come metodo e ipotesi epistemologiche. I testi sono le opere che vengono scritte dai classici mentre gli studi sono invece i saggi.

La storia della scienza si occupa dei problemi sia dell’ambito fisico – matematico sia dell’ambito della vita come un corpus unico. Le scienze della vita, nel periodo contemporaneo sono definite scienze bio-mediche, ma inizialmente il corpus delle scienze era unico. I motivi sono i seguenti:
1. La biologia non venne identificata come branca scientifica se non nel 1800.
2. Le materie mediche comprendevano ambiti diversi dalla medicina, passando dalla botanica alla chirurgia, comprendendo sia la fisiologia che l’anatomia.

I modelli di storia della scienza

MODELLO 1: STORIA EPISTEMOLOGICA DELLA SCIENZA

Ci sono vari e diversi modelli per fare storia della scienza; il primo da esaminare è il modello della storia epistemologica della scienza. Si tratta del metodo più recente e si presenta alto e sofisticato, utilizzato dai filosofi della scienza. Il filosofo si volge ed è interessato al passato, ma solo nella misura in cui va a ricercare e trovare nel passato casi, eventi, fenomeni, personaggi ecc.. che confortano la propria filosofia, la sua filosofia della scienza e la sua teoria della storia.
Il modello di storia epistemologica della scienza è un modo di fare storia della scienza che manifesta:

  • una condizione di debolezza euristica: con difficoltà si porteranno alla luce nuovi documenti o alla pubblicazione di inediti perché volendo confortare una teoria precisa di come debba essere fata la scienza, si guarderanno solo ai casi che sostengono la teoria e le scelte saranno di natura selettiva
  • costituzione estranea alla comprensione del passato come presente di chi visse nel passato. Chi aderisce a un modello di questo tipo non guarda al passato come al presente di quegli anni, in cui gli individui vivevano e operavano, ma guarda al passato, come passato del presente vivente e finisce per trovare per lo più errori e precorrimenti

Il modello epistemologico della scienza presenta quindi:

  • una debolezza e un’incapacità di spiegare quello che nel periodo storico della modernità avviene sotto forma di rivoluzione, sviluppata poi in modelli e protocolli
  • incapacità di comprendere quello che è frequente nella modernità, cioè teoria e pratica, mente e mano, teoria e procedura, impegnate in un lavoro sinergico e continuo

In conclusione, gli storici epistemologici appaiono gravati da inadeguatezza filosofica. I protagonisti che svolsero un ruolo fondamentale appaiono come personaggi filosoficamente deboli perché la storia epistemologica della scienza è interessata alle teorie filosofiche dell’oggi, non alla comprensione delle teorie del passato per il passato. I personaggi dell’epoca lavoravano con la teoria e con la pratica, usavano strumenti e quindi sembrano essere depositari di un sapere minore.

MODELLO 2: MODELLO DI STAMPO POSITIVISTA, STORIA POSITIVISTA DELLA SCIENZA 

La storia della scienza scritta dal filosofo finisce per convergere con i modelli più antiquati dell’800, cioè i modelli di stampo positivista. Per stampo positivista si intende la storia della scienza fatta dal professionista scienziato, colui che in genere si ritiene nella pienezza del sapere vero. A meno che non si tratti di scienziati scaltriti dal punto di vista critico, lo scienziato però non possiede la sensibilità storica e non gli è richiesta. Invece il filosofo si ritiene nella pienezza del sapere filosofico.
Lo scienziato opera con sguardo introspettivo: parte dal presente. Ricostruisce il passato, guardandolo come un cumulo di ingenuità e di errori commessi dalle generazioni precedenti. Sequenza di precorrimento bizzarri e errori ingenui.
Nell’età moderna si trovano scienziati che si possono definire “manovali dell’esperienza scientifica” (c. Diderot), che lavorano con la mente, gli occhi e le mani a grandi edifici che non sono il risultato di pochi ma di tanti manovali e rappresentano un tessuto connettivo di quella che si può intendere come l’alba della scienza moderna; costruiscono i fatti scientifici, il metodo di come fare scienza e cos’è la scienza modernamente intesa. Non si troveranno solo i migliori, ma anche i molti criticati e diversi personaggi che appartengono a varie professioni, artigiani e costruttori del nuovo metodo. Gli individui suddetti sono coloro che costruiscono il terreno per i personaggi della scienza moderna.


I due modelli precedenti possono essere allettanti, ma non utilizzabili perché non aderenti agli eventi accaduti. Sorge la necessità di una ricostruzione genetica.


MODELLO 3: RICOSTRUZIONE GENETICA DELLE TEORIE

La storia intellettuale, della scienza e delle idee scientifiche, dà il meglio confrontando i testi, nello sforzo di ricostruire il percorso per e con il quale lo scienziato giunge alle conclusioni. La genetica delle teorie scientifiche ha ottenuto risultati nei confronti di manoscritti inediti e opere pubblicate.

Applicazione: per comprendere i precedenti compiuti e osservati dallo scienziato bisogna lavorare su tutto ciò che precede. La scoperta deve essere posta al di là di se stessa: bisogna entrare nei luoghi concreti della scienza, non solo studi e biblioteche, ma anche laboratori, sperimentazioni in campo, raccolte di campioni naturalistici.

Una storia come genetica di teorie dovrebbe proiettarsi fuori da se stessa e confrontarsi con qualcosa che teoria non è.

L’intelligenza umana è sia idea che procedura, teoria e manualità. La dimensione della manualità è importante e molto forte nell’essenza della vita, è rilevante ed è presente in tutti i campi. La dimensione operativa è costitutiva per i fatti scientifici.

MODELLO 4: ARCHEOLOGIA DI PRATICHE

Al terzo modello preso in considerazione, è associata una storia della scienza che fa anche archeologia di pratiche: un modello particolare e molto complesso. Lo storico prende in considerazione ed esamina tutto ciò che è parte operativa, tutto quello che non è idea.
Seguendo il modello, ci si scontra con qualcosa che viene agli storici della scienza dalla formazione che gli storici della scienza non anglosassone, ma in ambito latino, hanno alle spalle. I latini sono in genere umanisti, alle spalle hanno studi storici o filosofici.
Gli scienziati non lavoravano la teoria e la pratica in maniera dissociata. Vivono il tutto nella manualità, non vi sono concetti disincarnati.

L’archeologia dei processi di produzione del sapere scientifico viene usata anche per restituire la dimensione materiale costitutiva dei fatti scientifici di un gruppo di scienziati in un preciso momento storico. Gli scienziati stabiliscono il metodo e anche cosa sia l’oggetto della scienza.

Gli scienziati dell’età moderna producono i fatti:

  • Cosa è degno di essere oggetto di scienza?
  • Ciò che si vede o che non si vede?
  1.  I fatti scientifici vengono prodotti per cose di cui si ignorava l’esistenza o di cui si sapeva l’esistenza semplice (la composizione dell’acqua)
  2. In laboratorio si usano l’intelletto e la manualità. I laboratori all’epoca non erano luoghi adibiti alla ricerca in ambienti accademici, bensì luoghi “casalinghi”, studi, laboratori privati in cui gli scienziati lavoravano in piena autonomia. Le ricerche non avvenivano in luoghi di trasmissione del sapere tradizionale
  3. Il riconoscimento avviene solo mandando riscontri di esperienze e di fatti
  4. Il sapere scientifico è democratico, perché vuole essere pubblico. Solo con la circolazione delle scoperte compiute, lo scienziato trae validità per se stesso e per i risultati ottenuti
  5. I metodi di base di azione dello scienziato:
    Osservazione: non interferisce con il corso naturale degli eventi. Esempio: osservare: studiare la vita del lombrico.
    Esperienze: l’esperienza interferisce con il corso degli eventi. Esempio: agire sull’evento: tagliare il lombrico
    La serie: tratto tipico del metodo moderno, per intendersi, è anche la serie come serie di osservazioni e di esperienze.

Bisogna misurarsi con i contenuti positivi delle scienze e non solo con i dettagli tecnici, perché sono la struttura fondamentale per la costituzione delle teorie scientifiche e del metodo scientifico.


Riferimenti: Appunti universitari – Storia della scienza

Considerazioni personali

Per completezza e per saperne di più sulla Storia della Scienza, pubblicherò altri articoli e consiglio i testi che ho utilizzato per completezza di studio e di conoscenze: L. Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico, Milano, Garzanti, ed. economica. – Paolo Rossi, Dalla rivoluzione scientifica all’età dei lumi, Milano, TEA, 2000

 

Tags :
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6 risposte su “Storia della Scienza – I”

Concordo! Ho avuto modo di studiarli dal punto di vista strettamente filosofico (Bacone e Cartesio), ma nei prossimi articoli ho intenzione di inserire sezioni specifiche dei vari esponenti della rivoluzione scientifica e prendere in esame Bacone.

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