La Scrivania Letteraria

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Scrittura libera

Vorrei, ma ora non voglio

Vorrei accasciarmi a terra e urlare al mondo che non ce la faccio più. Riesco a malapena a respirare e il dolore per ciò che vedo intorno a me mi opprime.

Dolci parole delle persone amate tentano di tirarmi su il morale, ma cosa ne è di me dopo i complimenti, dopo gli apprezzamenti, dopo le lodi, se pare che le stesse persone che mi hanno rivolto certe parole, subito dopo sembra che voltino altrettanto dolcemente le spalle da un’altra parte?

Vorrei che nessuna parola fosse spesa per me quando è così difficile mostrarmi un sorriso sincero. Vorrei che nessuna stretta di mano fosse forte e calorosa perché sarà la stessa mano che stringerà gli artigli del diavolo.

Ora non voglio restare qui a pensare che sia tutto inutile, che non ne valga la pena, perché tra le mille mani e i mille sorrisi uno sarà vero, profondo ed eterno.

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Aedifico Recensioni

Tabula Rasa, di Stefano Guglielmo – Recensione

Oggi con mio grande piacere vi propongo la Recensione di Tabula Rasa, di Stefano Guglielmo, che verrà pubblicato da Bookabook!

Vi lascio il Link QUI per supportare Stefano nel raggiungimento del secondo traguardo per la sua pubblicazione!

Una lettura da non perdere, adatta a tutti gli amanti della vita, dell’amore e delle vicissitudini di ogni giorno, con un eccellente tocco di tagliente ironia. 

Una sorpresa letteraria ricca di ironia e di una pennellata di emozioni tanto immediate quanto costanti nel tempo!

Buona Lettura!


 


Biografia: 

Lavoro come capotreno da 16 anni e non riesco a prendere sul serio la vita, forse perché la vita non mi ha mai preso sul serio a sua volta. Questo modo di osservare dall’esterno le cose, unito al fatto di incontrare sui treni migliaia di (strane) persone ogni settimana, non poteva che influenzare il mio modo di scrivere: descrivere con sano british humor argomenti anche profondi per provocare una riflessione, ma senza posare mai un giudizio.


Trama:

Riccardo ha perso la memoria. Il guaio è che non solo non ha ricordi delle persone attorno a lui, ma ha anche dimenticato tutte le nostre convenzioni sociali. Non sa più a che distanza deve mettersi quando parla con qualcuno, come ci si saluta né che è poco carino dire a una persona che le puzza l’alito. Mentre si annoterà in una lista le istruzioni per stare al mondo, rimarrà sorpreso da come conduceva la sua vita precedente. Scoprirà in maniera tragicomica che tutto ciò che lo circonda e che stava vivendo fino ad allora è molto lontano da cosa gli suggerisce l’unica guida che ha deciso di seguire: la sua coscienza.

Lo stile, la penna, la tastiera

In tabula rasa il lettore viene immediatamente lanciato nella situazione tragica e tesa del protagonista; egli si trova in un bar e non ricorda più nulla della sua vita, non sa come agire e nemmeno cosa pensare. Le emozioni e le sensazioni che prova sono forti e vertiginose.
Fin da subito si comprende che il protagonista ha dimenticato il codice di comportamento sociale, non ricorda più quali sia i componenti della sua famiglia o chi siano; è completamente perso nell’andirivieni di persone intorno a lui che non fanno altro che porgli domande a cui non può dare una risposta perché non ricorda più nulla.
Dopo la visita in ospedale e l’incontro con il dottore con cui Riccardo seguirà una terapia, entra in gioco il fratello Giacomo che lo accompagna a casa. Per Riccardo entrare in casa sua è un vero e proprio trauma, non si riconosce, come non riconosce il suo amico Fritz e nemmeno i suoi genitori.
Ma non finisce qui, Riccardo deve fare i conti con tutte le azioni che ha compiuto nel corso degli anni, tra cui tradimenti, menzogne e comportamenti riprovevoli nei confronti dei familiari e degli amici. Si ritrova in mezzo a un turbinio confuso di emozioni, di sentimenti ed è incapace di interiorizzarli perché ha perso la capacità di comprendere come ci si comporta, come ci si relaziona e soprattutto non sa definire le emozioni, in quanto il suo corpo, la sua mente e il suo corpo sono in grado di percepirle, ma non di comprenderle.
D’altra parte, aver perso per lui la memoria rappresenta un momento di riscatto perché può tornare a vivere in una maniera completamente diversa dalla precedente; non avendo più ideali preconcetti, né pregiudizi, può riscoprire i pregi e i difetti degli eventi, delle situazioni e delle persone che lo circondano.
Oltre all’importanza che l’evento ha per il protagonista, ricopre un ruolo di grande interesse anche per il dottore che segue la terapia di Riccardo, il Dott. De Rosa; egli è fermamente convinto che Riccardo possa rappresentare la coscienza pura, libera, priva di rimpianti, risentimenti, sensi di colpa e paure nei confronti delle verità. La figura di Riccardo viene trasfigurata con lo pseudonimo Mister R. iniziale appunto di root, la radice della coscienza umana, intendendola come coscienza sia individuale che comune, una radice dalla quale l’essere umano può svilupparsi e migliorarsi nella consapevolezza delle percezione del mondo che lo circonda, il mondo esterno e interpersonale e il mondo personale, il mondo interno.
Riccardo affronta le persone della sua vita privo di un substrato coscienziale offuscato dai giudizi, dai ricordi e dagli eventi e ciò gli permette di riscoprire non solo il mondo esterno, ma anche il suo mondo, il mondo personale; l’utilizzo della coscienza in lui sembra muovere verso l’ascesa della conoscenza di una consapevolezza “pulita”, che permette di dire ciò che più di tutto le persone temono: la verità, la stessa verità che fa male a tutti almeno una volta nella vita, la verità che sfonda i limiti e le speranze fittizie erette dalla mente dell’individuo. La verità che provoca rabbia, repulsione, paura e timore, che riesce ad annichilire la stessa mente che vorrebbe rifuggire da essa per il semplice fatto che essa sia ineluttabile, incontrollabile e priva di una forma modificabile.
Oltre alla verità, l’elemento di riscatto per Riccardo sarà la conoscenza, la voglia di conoscere, di sapere, non per vantarsi della sapienza stessa, ma per alimentare la sua coscienza e riprodurla per il bene degli altri, di chi lo circonda, per eliminare le menzogne e promuovere rapporti interpersonali basati sulla fiducia, la collaborazione e la semplicità.

Il romanzo riesce ad accogliere nella semplicità dei termini utilizzati concetti dotati di una forza comunicativa non comune, ricchi di spunti di riflessione stimolanti riguardanti l’esistenza dell’essere umano, la relatività dell’importanza delle cose materiali, la perspicacia delle persone nel riconoscere i cambiamenti, la capacità di adattamento e soprattutto la volontà, una volontà dedita al miglioramento nonostante le conoscenze pregresse, nonostante le vicissitudini, nonostante una memoria che sembra non essere fonte unica e indivisibile di gioia e di armonia con se stessi, nonostante il sacrificio, il dolore e l’amore.

La storia d’amore all’interno del romanzo è un mezzo e un modo per comprendere i sentimenti che appaiono irrazionali ed egoisti nella vita umana; oltre ad essere l’amore il centro di innumerevoli dialoghi ed eventi nel romanzo, ho percepito una parabola sottostante alle vicissitudini amorose intrigante rispetto a un semplice, seppur turbolento, têtê a têtê relazionale: cos’è l’amore, cos’è un’emozione, cosa sono le sensazioni? Siamo per natura pronti ad amare oppure si tratta di un enorme sodalizio tra emozioni e convenzioni creato ad hoc per fuorviare le menti? Il viaggio introspettivo di Riccardo toccherà, abbraccerà e lo porterà a odiare, amare e accettare l’amore come concetto universale, non solo individuale e direzionato verso una persona. Come l’universo è frutto dell’individuo, anche l’individuo è frutto dell’universo e l’interdipendenza involontaria nonché necessaria, implica un viaggio di conoscenza della coscienza ripiegata su se stessa e aperta al mondo.


Estratto

Mi sfiora l’idea di dar retta alla voce. Per un millisecondo ne sono tentato. Ma ciò in cui credevo fino a poco fa mi sbatte addosso, inconfutabile come solo una coscienza pura lo diventa, severo come solo la verità può esserlo. Mi prende per i capelli e mi porta muso a muso con la mia immagine allo specchio.
Sta in silenzio, non urla.
Non è arrabbiata né giustizialista ma non mi fa muovere da li. Ha lo stesso sguardo di un felino, attento, senza ira, senza odio. Non c’è verso di uscire dalla morsa, è ineluttabile. Il suo silenzio è peggiore di una folla inferocita
So che cosa vuole, ma io non voglio. Non voglio guardarmi negli occhi, non lo posso fare.
Mi sembra di sentire il respiro della mia coscienza in attesa della mia mossa. Lo richiede, lo esige.

Tabula Rasa, Stefano Guglielmo

 

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Aedifico Segnalazioni

Verbum, Custos Verbi, di Niccolò Toderi – Segnalazione

Buon sabato a tutti! In questo pomeriggio assolato, sono pronta a tuffarmi tra le pagine del romanzo di Niccolò Toderi, intitolato Verbum, Custos Verbi, in campagna Crowdfunding con BookaBook!

Per ora, vi lascio la segnalazione con i link utili a supportare Niccolò e la sua opera.



Trama

“In un futuro lontano, la metropoli di Neo Babylon è l’ultimo baluardo dell’esistenza umana in una Terra sconvolta da un’apocalisse tanto devastante quanto avvolta dall’oblio del passato. Quasi mille anni dopo, l’imperativo che tutto muove è sempre il medesimo: persistere! 
Da quando i migliori tra gli uomini, gli Esuli, alla fine di un’era di guerre e sconvolgimenti, lasciarono il pianeta in cerca di una nuova casa per il genere umano senza fare mai più ritorno, nulla è cambiato col susseguirsi delle generazioni. L’Unica e Vera Democrazia, continua a perseguire i suoi dettami di Ordine, Unità e Stabilità, avvolgendo l’umanità in un perenne presente dal destino segnato. 
In questo mondo residuo, tenuto insieme dalla languente tecnologia e dalle ferree regole che ne scandiscono ogni istante di vita, solo l’Ordine dei Custos è portatore di una singolarità latente dalle origini misteriose. I mistici e solitari Custos, uomini e donne capaci di intuire e scorgere il futuro attraverso le pieghe del tempo e dello spazio, da sempre percorrono le vie della città cambiando ciò che gli viene mostrato attraverso le loro visioni. 
Compito ultimo dei Custos sarà quello di mettere se stessi e la loro unicità, fino all’estremo sacrificio, al servizio del futuro dell’umanità penetrando gli spaventosi segreti che l’hanno avvolta fin dalla sua origine. 
Quando oramai sembra non esserci più speranza e la città inizia a tremare a causa di attacchi terroristici misteriosi e senza precedenti, l’Ordine sarà chiamato a esprimere tutte le sue potenzialità o assistere impotente all’estinzione del genere umano.”

 


Biografia

Niccolò Raoul Vinicio Toderi

Nato nel 1985, marchigiano di nascita e trentino di adozione, dopo la maturità classica si laurea in filosofia estetica a Trento nel 2011. Sposato, tutt’ora risiede sulle rive dell’Adige, dove è stato per anni insegnante prima di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.
Da sempre assiduo lettore (dal maestro Tolkien a Herbert, da Cornwell a Lewis) e studioso appassionato di mitologie, religioni e psicologia, inizia a scrivere fin dall’adolescenza. Affinato lo stile e accumulate idee e materiali, decide di concretizzare i suoi sforzi nella creazione di un mondo immaginifico vivo e originale che prende vita in Verbum. Custos Verbi è il primo libro della sua saga fantascientifico/distopica contesa tra misticismo e tecnologia


Casa editrice

Bookabook è la casa editriceche, dopo una selezione iniziale, indice delle campagne di prevendita del libro. In caso di successo il libro verrà pubblicato e distribuito con Messaggerie Libri.

Collegamenti

Link alla campagna prevendita (il primo obbiettivo è stato raggiunto, quindi il libro verrà editato, pubblicato e distribuito a Gennaio 2020. Ora la campagna è ancora attiva per cercare di riuscire a raggiungere l’overgoal o il goal intermedio, ovvero la possibilità di ottenere pubblicità e maggiori investimenti da parte della casa editrice. 

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Scrittura libera

Aperitivo

Quando la giornata segue ritmi incalzanti, alle volte alzi gli occhi solo con il far della sera.

Gli amici e gli aperitivi sono un’ottima combinazione per godere del tempo libero.

L’amore e l’aperitivo sono un abbraccio appassionato al cuore e al palato.

 

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Rubrica "Le Parole Furbe"

Rubrica “Le Parole Furbe” – Colonia

COLONIA

Insieme di persone che si trasferiscono, volontariamente o per iniziativa della madrepatria, in un altro luogo, in cui rimangono unite in una comunità. Molti soggetti, a pari passo con lo sviluppo dell’umanità, hanno promosso, nel corso dei secoli, la costituzione delle colonie. Le comunità stanziate in una colonia preservano generalmente la proria cultura, fondata su riti, usi e tradizioni.Per colonia si intende anche un territorio che non appartiene alla sovranità della popolazione autoctona, ma ad uno stato straniero che ne occupa i territori, ne utilizza le risorse e lo amministra.

USI e SIGNIFICATI:

  1. Presso gli antichi, gruppo di individui -cittadini- che si spostavano per volontà propria o della madrepatria, si stabilivano in un luogo e mantenevano rapporti spirituali e giuridico-economici con la madrepatria
  2. Nel periodo moderno si intende un possedimento di uno stato, situato in un territorio lontano, abitato da popolazioni indigene, che non godono dei diritti degli individui provenienti dallo stato dominante e colonizzatore.
  3. Stato che diventa satellite di un altro
  4. Gruppi di persone trasferitesi in luoghi diversi da quelli di origine
  5. Insieme dei villeggianti in un dato luogo
  6. Denominazione di istituti benefici
  7. C. Penale: luogo di detenzione
  8. In biologia, aggregato di più individui
  9. In botanica, associazione di cellule, temporanea o permanente, formatasi per associazione libera
  10. In zoologia, aggregato di individui prodotti per scissione
  11. Per analogia, insieme di animali che migrano

SINONIMI:

  • Insediamento, possedimento, territori occupati, terre colonizzate
  • Gruppo, comunità, banco

ETIMOLOGIA:

  • dal latino colonia, da colònus, coltivare, abitare

Curiosità:

Acqua di colonia: dal nome della città tedesca in cui fu prodotta per la prima volta all’inizio del XVIII sec.

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Rubrica "Le Parole Furbe"

Rubrica “Le Parola Furbe” – Paese

PAESE

Piccolo centro abitato, in genere rurale.

  • Regione: territorio abitato e coltivato, individuato per particolari caratteristiche
  • Territorio compreso in determinati confini, sottomesso alle medesime leggi
  • Accezione affettiva con cui indicare la patria

Modi di dire:

  • Scoprir paese: tastare il territorio

Etimologia:

Dal latino parlato pagensis, der. di pagus, villaggio

SINONIMI:

  1. Villaggio, borgo, borgata
  2. Luogo, posto, territorio
  3. Landa, plaga
  4. Nazione, stato, madrepatria

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