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LA FINE DELLA FAMIGLIA DI CLAUDIA CAUTILLO

Oggi nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo con piacere l’autrice Claudia Cautillo e il suo romanzo intitolato La fine della famiglia, pubblicato da Le trame di Circe.

La fine della famiglia è il romanzo in cui la protagonista, una lei di cui non conosciamo né il nome, né i suoi ruoli sociali, o la professione, diviene per il lettore, luogo di incontro tra la vita, la morte e la conoscenza del Sé. Ad accomunarle, oltre alla circolarità e all’inestinguibilità dialettica, vi è il sangue, che mesce, fuoriesce e si ritrae fino ai recessi profondi dell’essere umano.

La fine della famiglia Claudia Cautillo
La fine della famiglia, Claudia Cautillo, Le trame di Circe edizioni

Biografia

Claudia Cautillo (1967) Laureata in Storia e Critica del Cinema, sceneggiatrice e copy writer, pubblica su riviste online come Alibi, L’Indice dei Libri del Mese, Carie, LibriNuovi, Fronesis e altre. In particolare è una presenza costante su Flanerì, dove scrive articoli saggistici.

Con Il fuoco nudo edito nel 2016 da Edizioni Anordest è stata finalista al Premio Calvinoe e ha vinto la Menzione Speciale della Giuria del Premio Augusta.

Finalista con un racconto al Premio Giallolatino/Giallo Mondadori e con una sceneggiatura al Torino Horror Film Festival, vince lo Scriba Festivaldi Carlo Lucarelli nella sezione letteratura per ragazzi. Vive a Roma.

La fine della famiglia di Claudia Cautillo

Trama

Rinascere dall’estraneo che è in noi.

Cercare una coscienza frastagliata, spezzata, senza bordi, ma con limiti in difesa di ciò che si va cercando: sé stessi. La ricerca e l’individuazione del Sè sono argomenti che fluttuano nelle menti della persone; possono realizzarsi con fatidiche domande: chi sono io? Cos’è un io? Chi è l’io che è in me? La fine della famiglia è il tortuoso sentiero che si snoda nei panorami dell’esperienza vissuta da una lei sconosciuta al lettore a ridosso della morte del padre. Il tempo della narrazione è scandito dell’interiorità di lei, dalle sue paure, dal vissuto, dalle esperienze che richiedo la sua presenza mentale ma che lei può offrire senza dare. La storia de La fine della famiglia è variegata e ricca di personaggi e di individui che, con i loro legami di sangue, di vita e di morte creano un universo familiare immerso nel contesto culturale, sociale, storico ed emotivo, dalla fine dell’Ottocento a oggi.

La dipartita ormai prossima del padre di lei riunisce i parenti, ma il lettore inizia la storia con lei, in una Roma odierna, una lei adulta che non si svela, rimane nella maschera del mistero rifiutando ogni altro tipo di maschera: sociale, storica, politica, di genere, culturale. Una lei che vede una parte della fine della famiglia in cui è nata, ma dalla quale si è sentita esclusa per le sue peculiarità che ne hanno fatto una donna adulta con una lunga strada fatta di accettazione, sofferenza, crescita e forse, rinascita.

Protagonista è lei nelle vesti delle parti di sé stessa che ancora non conosce ma che richiedono da anni la sua più accurata attenzione. Magari, queste parti di lei sono le sue innumerevoli voci, le richieste di aiuto pregate in sé stessa e a cui, per terrore, mai si è voluto rispondere. Le sue oscurità si mostrano tetre e cacciatrici di una lei vittima e colpevole di essere sopravvissuta a sé stessa, boia e carnefice delle personalità di sé stessa che ancora sono ignote.

La spietata analisi a cui lei si sottopone riecheggia nello sguardo distaccato a cui sottopone la sua persona all’interno di una famiglia da cui si protendono le radici dell’instabilità emotiva e dell’assenza di valore che lei sta cercando per sé stessa. Lei si sente tanto alienata quanto preda del suo riflesso negli altri, ma qual è il riflesso che più la terrorizza? Testo psicanalitico e filosofico visibile nello sguardo di lei in sé stessa, profondo, altissimo, cangiante e brillante per la voglia di riscatto e rinascita.

Estratti

Estratto 1

“Ripensavo con stupore, infatti, all’importanza simbolica che all’epoca avevo attribuito a quegli adolescenti, ora donne e uomini, che non lo avrebbero mai saputo. Ma che ci potevo fare se sentivo tutto con tanta intensità, se la realtà mi vorticava addosso a tinte squillanti senza tuttavia darmela a bere, perché intuivo che la sua scrittura elementare nascondeva molto, molto di più di ciò che mostrava .Ma adesso tornavo a sentire che quell’attitudine lontana a proiettare senza filtri il mio desiderio all’esterno da me, che certamente nell’adolescenza aveva caratteristiche specifiche che ora non mi appartenevano più, non era andata persa, viveva ancora e reclamava il suo spazio. Si era trasformata, fattasi più sottile, ma sempre mi mandava il suo caratteristico richiamo.”

Estratto 2

“Adesso eravamo noi che scuotevamo la testa guardando indietro ai ragazzi più grandi, quegli stessi che si erano dati da fare per indottrinarci dietro l’una o l’altra delle due barricate. Cadeva il sacro, cadeva il mito, e noi dovevamo costruircene di nuovi e da soli. Alla fine, quello che stava succedendo all’esterno me lo ritrovavo tra le mura di casa, in famiglia, e viceversa. Era anche il periodo in cui volgevo dall’appropriarmi del mondo per mezzo del racconto che me ne facevano i grandi al guardarlo coi miei propri occhi, e il passaggio a questa diretta modalità visuale, se pure pareva coincidere piattamente con i cliché della società iconografica, mi apriva a un’immediatezza che altrimenti non avrei avuto modo di fare mia”

Estratto 3

“Io mi attiravo il sospetto e la disistima di Giovanna perché amavo i profumi francesi, soprattutto quelli dolci, e indossavo Tendresse di Cacharel. Invece delle Clarks logore e sporche mi piacevano le Superga da tennis bianche e nuove che, orrore degli orrori, a detta sua erano parioline, dunque proibite. I ragazzi di sinistra portavano le camicie fuori dai pantaloni, preferibilmente di seconda mano e non stirate, quelli di destra dentro e con la cintura che scorreva nei passanti. Bastavano capelli ben pettinati con la riga, piuttosto che barbe incolte, o portare gli occhiali da sole al posto di niente, per essere inquadrati con ferrea determinazione in una precisa ideologia. L’aspetto tragicomico di tutto ciò era che la subitanea riconoscibilità degli schieramenti rendeva pericoloso avventurarsi in quartieri di opposta tendenza politica.”

Estratti da “La fine della famiglia” di Claudia Cautillo, Le trame di Circe© 2021, per gentile concessione.

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Casa Editrice Le trame di Circe