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La bellezza di Loulan di Davide De Maria

Ciao a tutti e ben tornati alla rubrica Aedifico Spazio Autori!

Oggi vi parlo del libro La bellezza di Loulan di Davide De Maria attraverso l’intervista rilasciata dall’autore.

Ciao Davide e benvenuto in Aedifico spazio autori! Oggi parleremo del tuo romanzo La bellezza di Loulan, in cui si intrecciano erotismo, viaggio interiore e storie di vita. La narrazione è totalmente immersiva, permette al lettore di immedesimarsi nelle situazioni trascendenti che avvengono.

La bellezza di Loulan, Robin edizioni.

1 La Bellezza di Loulan è un libro dai tratti misterici, esistenziali ed erotici. Perché hai deciso di scriverlo in questi termini?

1. È il frutto di un lungo percorso conoscitivo. Tra i venticinque e i trent’anni il vuoto che sentivo in me sin da ragazzino si era acuito parecchio, in maniera oserei dire insostenibile. Sentivo di precipitare, di non avere un terreno solido su cui poggiare.

Sarebbe troppo lungo e complesso da spiegare come ci sono arrivato, ma in quegli anni sono finito col praticare assieme ad altri soggetti inquieti dei rituali sciamanici. Da eterno curioso quale sono, ho letto anche molti libri sull’argomento, e non solo, diciamo su tutto ciò che in qualche modo è legato alla spiritualità e all’esoterismo. È chiaro che sia un reparto, quello spirituale/esoterico, in cui vengono scritte e pubblicate anche molte sciocchezze, anzi, davvero molte, però, come in tutte le cose, basta scegliere le fonti con cura. Anche perché i culti antichi esistono, mica sono invenzioni di antropologi, e spesso le popolazioni che praticavano tali culti avevano una concezione dell’esistenza in cui si cerca davvero di “curare” il singolo individuo che soffre, e quindi d’essere sicuri di non isolare nessuno appartenente alla propria comunità. Quando invece nel quotidiano in cui siamo immersi noi (non sempre, ovvio, ma molto spesso direi), se tu hai problema ti ritrovi a sentirti ancora più solo, e per giunta col terrore di restare indietro rispetto agli altri, come se ciò costituisse una colpa e una condanna senza nessuna possibilità di redenzione. Insomma, diventi una sorta di emarginato sociale, proprio perché ti ci senti, emarginato. È una cosa che puoi ben percepire, non è suggestione, anzi, è un processo molto semplice e rapido.

La Bellezza di Loulan credo sia il frutto di quegli anni lì, quando provavo veramente troppa inquietudine esistenziale. C’erano anche attimi di quiete, certo, non voglio fare mica il martire, ma per quanto io mi sforzassi di essere appagato dalle mie fortune (che chiaramente sono molte) proprio non mi riusciva di dare un senso alle cose, alla percezione che avevo di me stesso e del futuro. Soffrivo di un bisogno doloroso di dare un senso a tutto questo. Anche ad una cosa apparentemente serena e a mio vantaggio come potrebbe essere questa intervista. Altrimenti tutto precipitava nel vuoto che sentivo dentro di me. Un vuoto che in realtà è veramente difficile, se non impossible da descrivere, se qualcuno non ha mai provato niente di simile nel profondo.

Adesso non è più così. La mia ricerca si è spenta, un po’ come è spento l’altare del fuoco descritto nel mio romanzo, che voleva riportare in vita la Bellezza con la B maiuscola, una bellezza antica che però non c’è più, proprio perché, per quanto ci si voglia credere, non c’è più nulla da fare, in quanto già morta da tempo. E c’è rassegnazione, in tutto ciò, e  disillusione, pure, se vogliamo, ma anche tanta quiete che fino a non troppi anni fa avrei detto impossibile da sperimentare, almeno per me.

2 Perché hai deciso di pubblicare la Bellezza di Loulan?

2. Io ho sempre scritto molto. Ho taccuini pieni zeppi di pensieri, aforismi, sfoghi di rabbia, poesie, annotazioni di idee. Mi sono esercitato scrivendo poesie e racconti che non pubblicherò mai. Ho scritto un romanzo dopo una dolorosa relazione finita, e ci ho impiegato più di tre anni per scriverlo e correggerlo. Mi fece molto bene, scrivere quel romanzo, ma poi mi accorsi che non ci credevo più. Non mi rappresentava più, né come stile né come voce né come tematiche. Ero diverso. Aveva esorcizzato una parte di me. E poi era troppo autobiografico. Lo considero un esercizio. Una prova. Voglio ancora bene a quel romanzo, ma non aveva nulla di spirituale, e non aveva manco molta ironia, un’arma che ho maturato nel tempo.

La Bellezza di Loulan è più breve, ma anche più completo. Non è autobiografico, ma è assolutamente intimo. Lì dentro c’è tutto di me. Forse alcune cose sono troppo abbozzate, lo ammetto, e chissà, magari un giorno ci tornerò su e lo amplierò, ma al momento va bene così. Quando ho finito di scriverlo ho capito subito che andava pubblicato. Che ero pronto ad esordire. Avevo rimandato fin troppo questo momento. Sono passati quasi due anni da quando ho cominciato a scriverlo, e al momento non mi pento di questa scelta. Mi basta aprire a caso e leggere qualche pagina, a volte anche solo una frase, per poi richiuderlo e sentirmi di nuovo sicuro di me stesso e di questa mia decisione.

So che non è un libro per tutti, e questo sotto molteplici punti di vista, ma vorrei che a tanti arrivasse. So per certo che ci sono persone che parlano la stessa lingua del protagonista, che saranno in grado di comprenderlo. Persone che si riconosceranno nel sentire dentro di loro quel vuoto e quella inquietudine, e spero che leggendo ciò che ho scritto si sentano meno sole, che avvertano nei confronti de La Bellezza di Loulan un senso di fratellanza, o quantomeno di grande affinità.

3 Quali sono stati gli elementi, oltre all’ispirazione, che ti hanno sostenuto durante la scrittura?

3. Scritture molto libere, almeno in apparenza, come quella di Bouhmil Hrabal, in grado di mettere assieme dolore e ironia, riuscendo ad essere grottesco e poetico al contempo. Poi leggevo certe cose di Thomas Bernhard, e anche certe di Roberto Bolano. Sono tutti scrittori, questi, che trasmettono, seppur in modi molto differenti tra loro, un forte senso antiaccademico nei confronti della letteratura, e anche un forte senso di libertà nei confronti degli schemi morali della società. A me piace sentirmi così, a partire dalle mie letture giovanili. Dostoevskij, Hemingway, Bukowski, Fante, la Beat Generation…

A me piace sentirmi libero, e questo tipo di letteratura mi fa sentire così più di qualsiasi altra forma artistica.

4 Quale concetto vuoi condividere con La Bellezza di Loulan?

4. Nessuno. Non credo nei concetti. Spero solo, come dicevo prima, che arrivi a qualcuno che ci si possa riconoscere, almeno un minimo, e attenuare così il proprio senso di solitudine, almeno per un po’.

5 Ci sono tre elementi che ti preme evidenziare del tuo libro? 

5. Il libro prende in considerazione vari elementi in apparente contesto tra di loro e li combina assieme in una specie di unità cosmologica. In pratica, nel corso della narrativa, si passa di continuo da una dimensione reale ad una visionaria, e viceversa. Quando ebbi quest’idea avevo il timore di non farcela, e invece sono molto soddisfatto del risultato, proprio perché non era un’operazione semplice. Attraverso vari elementi ho cercato di rendere questi passaggi il più fluidi possibili, senza forzature. Elementi a cui sono molto legato sono ad esempio il cagnolino della Chiesa di San Lorenzo a Genova, la Costellazione di Agnes e l’assuefazione chimica che può darti l’odore della pelle di una persona.

6 Il tuo stile mi ha interessata perché ci sono autori che preferiscono l’utilizzo dei dialoghi. Tu, invece, hai preferito utilizzare una forma indiretta continua insieme a una forma di flusso di coscienza. Come ti sei mosso quando hai optato per questa forma narrativa?

6. È una cosa che in realtà fanno molti scrittori, non ho certo inventato niente. Come dicevo, in quel momento stavo leggendo Hrabal, e lui fa spesso così, ma anche Bolano. Ma non sono certo gli unici. Di italiani che hanno utilizzato una forma simile mi viene in mente Tondelli. L’unica cosa che ti posso dire è che avevo deciso di dedicarmi a letture di questo tipo per fare in modo che crescesse nella mia testa una voce che fosse come un fiume in piena, e che non fosse solo la voce del mio protagonista, ma che raccogliesse in sé, nello stato delirante in cui lui si trova fin dall’inizio, anche le voci degli altri personaggi presenti nel libro. Il mio protagonista doveva trasmettere il flusso di pensieri di una persona che sta delirando, ma che allo stesso tempo sta cercando di fare chiarezza e di ricostruire i tasselli della sua vita che lo hanno portato a quel momento delicato in cui comincia il romanzo. Perché ha mezza faccia ustionata? Perché ha perso parte della memoria? È un’indagine, se vogliamo. Un’indagine su se stessi. E come in ogni indagine si prendono per certe anche false piste. Avevo bisogno di questa scorrevolezza. Per esempio, spesso mi si chiede perché non ho optato per una suddivisione in capitoletti brevi per agevolare il lettore. Be’, io in realtà scrivo quasi sempre così. Il romanzo mai pubblicato di cui parlavo prima è suddiviso in capitoli molto brevi, o comunque molto schematici. Ma non era questo il caso. Questo romanzo l’ho pianificato, specie per riuscire a gestire i salti tra il piano terreno a quello più mistico, diciamo. Ma poi quando ti metti a scrivere non puoi pianificare tutto. Devi lasciarti andare. Questo romanzo, mi sono reso conto scrivendo, andava scritto così, e in nessun’altra maniera.

7 Nelle pagine de La Bellezza di Loulan è percepibile un elemento di cui abbiamo già parlato nel post della scorsa settimana: una nostalgia di eventi passati, ma non vissuti pienamente. Questa consapevolezza come ha forgiato il contenuto del libro?

7. Penso che abbia avuto un peso molto rilevante, ma è una cosa di cui mi sto rendendo conto solo adesso, sentendo i pareri delle persone che hanno già letto il libro. Questa cosa di un passato non vissuto appieno mi tocca molto, e mi spiazza molto, pure. Credo che, nonostante il romanzo sia già scritto e pubblicato, sia una parte del mio vissuto su cui rifletterò ancora. Ecco, vedi qual è la differenza tra questo e il romanzo mai pubblicato di cui ho già parlato? Questo che ho deciso di pubblicare non tratta qualcosa di completamente esperito, ma di qualcosa che per me, anche se in piccola parte, è ancora in divenire. Insomma, anche se ho scritto di tante emozioni già superate, ancora mi ci riconosco in tutto questo, ancora sono io. Questo libro mi rappresenta, e anche se tante cose che affronto ormai le ho accantonate già da un po’, le sto ancora elaborando dentro di me.

8 Quali sono le intuizioni personali che hanno fatto crescere in te la voglia di scrivere La Bellezza di Loulan?

8. Non ci sono grandi intuizioni. Come cercavo già di spiegare, c’è solo il modo in cui ho percepito la mia vita, o almeno una parte di essa. Credo di aver scritto questo libro per pura necessità. Dopo un periodo discretamente lungo dove non scrivevo più niente, ho sentito crescere in me questo desiderio giorno dopo giorno, finché non mi sono detto: Ok, adesso non posso più rimandare, devo solo cominciare.

9 Raccontaci della dimensione in cui la bellezza di Loulan esiste.

9. È come quando sei in contatto con quella parte più profonda di te che ti dice: Sì, bravo, stai facendo bene, continua così! E questo anche se la tua parte razionale cerca di frenarti e di metterti in guardia, di dirti che così sprechi le tue energie, il tuo tempo, e che se anche provi soddisfazione a fare certe cose  per puro piacere personale, prima o poi dovrai fare i conti con le conseguenze di tutto ciò, col fatto che tutto ciò che facciamo, in un modo o nell’altro, ci tornerà indietro.

Al di là della vera Bellezza di Loulan, ossia del ritrovamento della donna millenaria che esiste per davvero, per me Lei è un simbolo. È la Musa, l’ispirazione. È ciò che percepisci quando ti senti vivo, in contatto con le tue emozioni e in perfetta sintonia con esse. Ecco, è lì che vive la Bellezza di Loulan, e anche se può essere doloroso, seguire questa voce dentro di sé, è lì che vive Lei, e da nessun’altra parte.

Ringrazio Davide per averci trasportati nella storia di sua creazione, La bellezza di Loulan. Ora bisogna solo che facciate una cosa: seguite uno dei link e scoprite la storia che si cela nelle pagine de La bellezza di Loulan!