La Scrivania Letteraria

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Farsi le giuste domande

Le domande più profonde ricadono

non tanto sul capire

quanto sull’accettare

che un evento possa

esistere senza

che tu ne prenda parte.

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Una mente piena di domande innalza il pensiero, ma ci rende schiavi dei nostri rimorsi e di questioni a cui forse non otterremo mai risposta se non con l’esperienza. Quindi che bisogno abbiamo di tanto arrovellarci? Tabula rasa ogni tanto bisogna fare. 

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Le Domande del giorno II

1 marzo 2019

Altre domande sono spuntate in questi giorni! Tante vorticano nella mente e quando si ripresenteranno le scriverò.

  • Saranno migliorate le mie capacità di comunicazione?
  • Come si potrebbe contribuire alla creazione di una coscienza ecologica comunitaria?
  • Potremmo tornare a definirci un popolo sovrano?
  • Le persone pensano al futuro?

Attendo risposte e intanto pure io le cercherò! Ci vuole tanto tempo per giungere a una risposta adeguata e bisogna avere una certa dose di esperienze e di conoscenza ed è proprio per questi due caratteri, che credo nelle infinite possibilità delle persone.

Ci si deve sforzare, ovviamente!

 

 

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Conti

Facciamo i conti con la calcolatrice, ma siamo ancora in grado di fare i conti con noi stessi?

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Per quale motivo?

Quando una persona non vuole ammettere di essere stupita dalle azioni che compiono intorno a lei, reagisce in maniera negativa.

Perché mai sembra sempre più semplice criticare piuttosto che chiedere il come e il Perché delle azioni compiute?

Quale motivazione soggiace alla malvagità gratuita?

Come rimediare alle parole che portano un dolore futile, fonte di nessuna crescita?

Ho tentato di rispondere a queste domande che però sembrano essere la causa e il nocciolo di svariati alterchi e di numerose i comprensioni.

Beh…una carrellata di risposte era legata all’invidia, alla codardia, all’ignoranza, alla mancanza di tatto, alla maleducazione e all’assenza totale di una visione che valichi i confini del quotidiano e della comprensione delle abitudini.

Altre risposte erano legate a fatti personali e con un occhio a posteriori, ritengo che siano le più futili se poi traslate su un piano superiore e generale.

Senza ulteriori descrizioni di altre risposte, giungo alla conferma che una risposta giusta non c’è e molte volte una risposta vuole solo dare spettacolo perché si è in maggioranza di consensi, oppure perché si pensa che tutti la pensino in maniera medesima su un argomento o su un’azione compiuta da altri. La risposta perfetta, giusta, unica e definitiva non c’è. Ciò che conta non è la risposta ma la domanda dopo la risposta. Se quest’ultima otterrà un responso positivo e costruttivo, allora si potrà accettare l’incomprensione e tentare di porne rimedio, ma se la seconda risposta sarà come la prima, se non peggiore, allora a quel punto non ci sarà soluzione. La comunicazione potrà proseguire, ma sarà su due livelli diversi, addirittura opposti.

Per ora concludo così. Quando il mio bagaglio di esperienze e di studi aumenterà, tornerò con nuove risposte.

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E se…

E se dimenticare fosse serbare per il futuro i ricordi di questa vita?

E se ricordare fosse un conto in sospeso con noi stessi?

Chi può dirlo, cosa viene prima e cosa accade dopo…se non nei ricordi non sappiamo dove sia il nostro passato. Che dire, potremmo viaggiare nel nostro tempo e in più dimensioni, cosa ne faremmo della nostra memoria?