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Lo stendardo di Giove di Emanuele Rizzardi

Aedifico spazio autori

Lo stendardo di Giove

Di Emanuele Rizzardi

Segnalazione

Benvenuti e bentornati su La scrivania letteraria!

Nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo Emanuele Rizzardi con il suo terzo romanzo storico ‘Lo stendardo di Giove’, edito con Associazione Culturale Byzantion.

Estratto:  Arbogaste, Colonia Agrippina, Germania Inferiore, novembre 392.

Colonia era nata come una fortezza con il compito di presidiare il Reno, ma si era lentamente evoluta in una città ordinata ed estremamente fortificata. Le sue porte sono grandi quasi come quelle di Roma, benché non abbia nemmeno un decimo dei suoi abitanti, perché la Germania, fra tutte le province, è forse quella meno popolosa e sicuramente la meno produttiva. L’abitato ha una difesa naturale perché è custodito per un lato dal fiume, e pochi campi coltivati fanno da scudo contro l’infinita foresta selvaggia. Eugenio fu accolto molto freddamente, i cittadini erano totalmente immersi nei loro affari e l’aria era talmente gelida che pareva impossibile non battere i denti.

L’acqua era mutata in neve, così fitta che sembrava quasi soffocare i piccoli fuochi che illuminavano il palazzo del comandante, edificato all’interno di un bastione a pianta quadrata con diverse torri nere che lo rendevano simile ad una rovina stregata. Le minuscole finestre, illuminate dall’interno da una fioca luce, sembravano occhi di corvi che fissavano minacciosi. Tutto attorno c’era un secondo cerchio di mura e i presidii delle guarnigioni, avvolti nel silenzio.

«Che mura maestose per un posto così periferico», commentò Eugenio, con lo stupore di chi vede qualcosa per la prima volta. Secondo le storie, la pietra proveniva direttamente dalla Tuscia. Brigantia condivideva la medesima ammirazione, guardandosi attorno con la curiosità di una bambina. Io ero già stato in città per intere stagioni e ormai mi ero totalmente abituato a quel panorama, che reputavo noioso. «Mi piacerebbe che le fortificazioni sul confine, i Limes, fossero sufficienti. Invece ci tocca custodire le città con le mura e rintanarci qui dentro come ratti perché quei barbari bastardi riescono sistematicamente a violare il nostro perimetro sul Reno».

«Il mondo cambia, ciò che era scontato per i nostri nonni sarà un sogno per i nostri nipoti», commentò Eugenio. Quando giungemmo a parlare con il governatore, non badò minimamente all’etichetta di corte; accolse me e l’Augusto, scortati da Baduario e una ventina di scholae, sui bastioni. Fissava le selve di boschi all’orizzonte come se sperasse di notare qualche invasore spuntare all’improvviso, con aria torva e iraconda. «Lurida, schifosa feccia barbarica», mormorò, come se fosse solo. Aveva una sessantina di anni, ma ne dimostrava almeno dieci di meno, bardato per la guerra, con i capelli rasati e senza un filo di barba. Il suo volto tradiva i lineamenti tipici degli Italici, in particolare il naso vistoso e poroso, ma sapevo che sua madre era una donna della razza dei Franchi.

«Sono il Magister d’Occidente Arbogaste, insieme all’Augusto Flavio Eugenio», mi annunciai con voce tonante, ma il governatore mi degnò appena di uno sguardo, quasi la cosa non fosse importante.

©Lo stendardo di Giove, Emanuele Rizzardi, Associazione culturale Byzantion, 2021, per gentile concessione

Estratto: Brigantia, Valle del fiume Frigido, Italia, 5 settembre 394

«Arbizione, porta gli Herculiani alle spalle del nemico, come concordato. Marcomero e Sunno, che la vostra fanteria sia pronta su quel crinale e attacchi di sorpresa! Fritigerno, schierati sul lato sinistro», urlò Arbogaste, rimarcando un piano da tempo deciso. «Bah, non c’è bisogno che mi rammenti cosa devo fare», replicò Marcomero, alzando le spalle. Arbizione fece un cenno di assenso. «Obbedisco», disse Fritigerno.

«Le mie truppe sono pronte allo scontro frontale nella pianura!», urlò Richomero, allacciandosi il cappuccio. Arbogaste gli strinse il braccio in amicizia e urlò. «Mi raccomando, tieni d’occhio Sebastiano e i suoi cristiani… se ci tradiranno, sai cosa fare!» Richomero si picchiò il bastone sul palmo e se ne andò. Eugenio camminava in mezzo alle truppe, spaventato e confuso come un coniglio ferito, mi fece quasi tenerezza, anche se non ho mai smesso di odiarlo. In quel momento, il grasso Augusto era simile a me. «Ci vorrà più o meno mezz’ora per preparare l’intero esercito alla battaglia», commentò Flaviano, senza sembrare preoccupato.

Era stato l’ultimo ad uscire dalla tenda ed era scortato da un suo uomo di fiducia, di cui non rammento il nome. Aveva il volto delle persone crudeli e non parlava mai. Poco dopo, l’esercito del cristiano Teodosio si palesò con tutta la sua imponenza. Una schiera di bestie a perdita d’occhio, talmente numerosa che avrebbe prosciugato il Frigido se avesse avuto sete; i passi di quella marmaglia distruggevano l’erba e trasformavano la terra in deserto. Le insegne cristiane sfidavano l’alba, accompagnate da musica terribile e inni cristiani; era come un mare, interamente coperto di ferro, che ondeggiava verso di noi, pronto a travolgerci, ma per quanto potessero essere numerosi, noi avevamo le statue a tenere alto il morale e Arbogaste a gestire le nostre schiere. Nessun cristiano può combattere bene sotto lo stendardo di Giove, è la loro natura vigliacca che gli impedisce di essere sereni al cospetto dei Veri Dei. Quella gente osservava le statue con terrore, sgomento e io riuscivo ad assaporare il loro terrore, scagliato in alto nell’aria come il Sole… sapevano che il Fato li aveva condannati.

Prima che lo scontro iniziasse, io, Eugenio e Arbogaste andammo a cavallo nella pianura, costeggiando il fiume, soli come reietti in mezzo alle rovine, per incontrare i comandati avversari. «Non ho alcuna illusione sul fatto che vogliano darci battaglia», disse Arbogaste.

©Lo stendardo di Giove, Emanuele Rizzardi, Associazione culturale Byzantion, 2021, per gentile concessione

Trama

Anno 392

L’Impero Romano è funestato dalla pressione dei barbari oltre il confine e da terribili lotte interne tra le forze pagane e l’astro nascente del potere cristiano. I conflitti religiosi sembrano essere il centro di un’importante svolta quando l’imperatore Teodosio dichiara la messa al bando di tutti gli antichi culti, ponendo il cristianesimo come l’unica religione ammissibile.
Mentre i templi e i luoghi di potere dei pagani vengono chiusi, un gruppo di senatori decide di opporre resistenza.


Approfittando dell’improvvisa morte di Valentiniano, il sovrano d’Occidente fantoccio di Costantinopoli, i congiurati prendono il potere a Roma ed ottengono il supporto del magister Arbogaste, che comanda le legioni della Gallia; al suo fianco c’è Flavio Eugenio, uomo di palazzo di fede cristiana, ma dalle posizioni tolleranti, che rappresenta l’ultima speranza nell’imminente guerra contro Teodosio, in un crescendo di intrighi che porterà i pagani a dare un’ultima battaglia per la libertà nella gelida valle del fiume Frigido.

Biografia

Emanuele Rizzardi è un romanziere e bizantinista italiano. È nato nel 1990 e vive a Legnano, in provincia di Milano (Italia). Si è laureato all’Università Cattolica di Milano nel 2014.

Ha pubblicato “L’ultimo Paleologo” nel 2017 e una seconda edizione nel 2018. Il suo secondo romanzo è “L’usurpatore”, pubblicato nel 2020. “The Usurper” è la prima traduzione in inglese de “L’usurpatore”, uscita nello stesso anno.


Nel 2021 è uscito il nuovo romanzo “Lo stendardo di Giove”.

“Era la fine.
Niente più sacrifici rituali, niente più canti, misteri, bellezza e ordine… tutto ciò che aveva un senso era perduto, il mondo bruciava… il mondo cadeva in mano ai cristiani.”

da Lo stendardo di Giove, Emanuele Rizzardi

Scheda Libro

  • Titolo: Lo stendardo di Giove
  • Autore: Emanuele Rizzardi
  • Genere: narrativa – romanzo storico
  • Editore: Associazione Byzantion (giugno 2021)
  • N. Pagine: 417
  • Prezzo: Cartaceo 16,99€ – 2,99€ Kindle – 0,00€ K.Unlimited

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Aedifico Segnalazioni

Gli intrighi della casata dei Paelologi ne ‘L’ultimo Paleologo’ di Emanuele Rizzardi

Aedifico spazio autori

L’ultimo paleologo

Di Emanuele Rizzardi

Segnalazione

Benvenuti o bentornati su La scrivania letteraria!

Nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo Emanuele Rizzardi e il suo secondo romanzo ‘L’ultimo Paleologo’ edito AssoByz.

Abbiamo avuto modo di conoscere lo stile di Emanuele con il suo primo romanzo, L’usurpatore, edito Assobyz.

Presento con vero piacere un romanzo storico che svela le luci e le ombre delle vicende di Alessio Paleologo.

Dopo la segnalazione troverai il commento al libro. Avrai modo di leggere tre estratti e infine scoprirai le curiosità autore.

Nelle curiosità autore Emanuele ha svelato una chicca letteraria del prossimo futuro e i retroscena della ricerca condotta per ‘L’ultimo Paleologo’.

L’assedio di Costantinopoli ne ‘L’ultimo Paleologo’ è vissuto con caparbietà e fede. Intrighi, onore e potere fanno da sfondo a inaspettati colpi di mano.

Commento

Alessio l’esiliato e Costantino il basileus di una Costantinopoli agonizzante combattono per difendere la città della fede dall’assedio degli Ottomani di Maometto II. La lungimiranza del secondo spinge il primo a cercare nuovi difensori di Costantinopoli alla corte di Re Giorgi VIII e prima ancora dal duca Giorgio di Imerezia.

Alessio però, oltre a trovare alleati e nuovi nemici, sarà messo alla prova dal passato che porterà vendetta, violenze, crudeltà e assassini. Il ritmo de ‘L’ultimo Paelologo è dettato prima dalle decisioni alla corte del basileus Costantino e dopo dalle mosse di Re Giorgi VIII, Maometto II, Bagrat e Alessio Paleologo, colui che rimane protagonista indiscusso dell’intera narrazione. I personaggi, conosciuti anche nei libri di storia, assumono uno spessore evocativo durante le scene di scontro e di discussione.

La presenza di una corposa parte dialogica permette di comprendere le problematiche religiose, politiche, culturali e sociali poste dalle condizioni di perpetuo conflitto. Il ritorno a un evento affascinante della storia è operato attraverso la riscoperta delle dinamiche storiche che sono passate in secondo piano, ma che hanno invece deciso le sorti di guerre, assedi e invasioni.

La Georgia non è lo sfondo della narrazione, ma è innervata in essa e si contende, a pari merito con la caduta di Costantinopoli, l’attenzione del lettore. I personaggi subiscono delle trasformazioni nel modo di agire, nelle credenze che ritenevano salde e nelle convinzioni in cui erano soliti vivere.

La componente storica unita alla narrazione viene esaltata e dimostra come le storie facenti parte della Storia presentano un ambiente complesso, ricco di significati e denso del valore che l’essere umano veicola con le sue gesta.

Trama

1453, Ancona. Quattro galee italiche prendono il mare per soccorrere Costantinopoli, assediata dal geniale e terribile sultano Maometto II. Chi le comanda è Alessio, bastardo della casata dei Paleologi, di ritorno dopo l’esilio. Alessio sperimenta la durezza dell’assedio e gli attriti fra occidentali e bizantini in una Costantinopoli agonizzante. Nella disperata ricerca di alleati, il basileus Costantino XI lo invierà nel Caucaso, presso il regno di Georgia. Inseguito dalla vendetta giungerà alla corte del duca di Kutaisi dove prenderà parte a una lunga e intricata guerra civile.

Biografia

Emanuele Rizzardi è un romanziere e bizantinista italiano.

È nato nel 1990 e vive a Legnano, in provincia di Milano.

Si è laureato all’Università Cattolica di Milano nel 2014.

Ha pubblicato “L’ultimo Paleologo” nel 2017 e una seconda edizione nel 2018. Il suo secondo romanzo è “L’usurpatore”, è pubblicato nel 2020. “The usurper” è la prima traduzione in inglese de “L’usurpatore”, pubblicata nel 2020.

Emanuele è uno dei fondatori di “Associazione culturale bizantina per gli studi bizantini”, con sede a Legnano e operante in 8 regioni italiane.

Il terzo romanzo “Sotto la bandiera di Giove”, sarà pubblicato nel 2021.

Estratti

I

“Una vecchia fontana ottagonale piena di foglie marce divideva il luogo in due parti esatte. Le decorazioni di valore erano state rimosse da tempo ma l’antica pavimentazione a mosaico era ancora parzialmente visibile anche se sbiadita e consumata. Quel luogo gli faceva sempre uno strano effetto e stuzzicava la sua mente. Cercava di immaginarselo gremito di uomini festanti ed allegri. Il frigidario, il calidario, la palestra, lo spogliatoio. L’odore di vino e spezie che aromatizzavano l’acqua cristallina, gli oli d’Oriente, provenienti dalle ricche città di Antiochia, Trebisonda e Alessandria. Superò quelle misere rovine e con esse si lasciò alle spalle quelle immagini materializzate nella sua immaginazione di bambino, che erano tornate quasi non fossero mai scomparse del tutto.”

© Estratto L’ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi, Assobyz 2018, per gentile concessione.

II

“«Ho selezionato il meglio che sono riuscito a trovare fra chi è rimasto in città. Basilio, originario di Rodi è un esperto marinaio ed è stato in Georgia una volta. Gregorio, un uomo di origine turca convertito alla Vera Fede che lavora come portuale al molo, anche lui è stato ad Oriente. Il timoniere si chiama Erotico ed è il miglior marinaio che ci sia. Sarebbe comunque sprecato a combattere qui. Infine Lucio, uno degli anconetani che sono venuti dall’Italia con te. Ha viaggiato fino a Trebisonda varie volte e conosce la strada. Nonostante l’età sarà utile.» Alessio si ricordò di Lucio, era lo zio del giovane Antonio, o forse il padre. Pensandoci lo vedeva ancora cadere morente davanti ai suoi occhi.”

© Estratto L’ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi, Assobyz 2018, per gentile concessione.

III

Alessio la guardò con aria scettica. «Non credo alla magia e agli stregoni, non più.» Commentò.

«Neanche io credo che possa mutare le persone in rospi, ma è un uomo strano e la gente lo odia, più di tutti mio fratello. Se tutti lo odiano ci sarà un fondo di verità, avrà fatto qualcosa di male a qualcuno…»

«Se non abbiamo prove delle sue malefatte, per me è innocente. Hai idea di dove possa essersi rintanato?»

©Estratto L’ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi, Assobyz 2018, per gentile concessione.

Approfondimenti e curiosità

Realtà storiche sconosciute, trame religiose e intrighi politici. Il rinnovamento delle storie.

Parola all’autore, Emanuele Rizzardi

Curiosità sull’Ultimo Paleologo

La ricerca storica

Durante la ricerca storica compiuta per la realizzazione del libro mi ha colpito come la questione religiosa sia stata trattata in modo grossolano nei secoli successivi lo svolgersi degli eventi. I dilemmi religiosi sono rilevanti nel Medioevo e ho puntato sul loro valore all’epoca. Ho voluto rendere l’idea di come le situazioni complesse riflettessero nella quotidianità delle persone e negli eventi globali, dalla fine di un impero alla una guerra civile per la conquista del trono.

I difensori di Costantinopoli poterono contare sull’aiuto del principe musulmano Orhan e di un gruppo di 900 soldati a lui fedeli, ostili alle politiche di Maometto II e vicini alla causa del basileus dei cristiani. D’altro canto, l’esercito del Sultano era composto in parte da reparti di turchi musulmani; oltre la metà degli effettivi erano cristiani. Queste genti si erano ritrovate sotto il dominio dell’impero turco e composero la maggioranza delle truppe degli assalitori non solo nel 1453, ma almeno per i successivi sessant’anni!

Le scelte di contenuto, gli aspetti multiculturali e la componente religiosa

Ne ‘L’ultimo Paleologo’ ho voluto rendere l’idea di un mondo dove la religione e la religiosità sono la base delle cose, ma non così monolitico da renderlo dicotomico e prevedibile. Ogni azione deriva dalla volontà degli uomini e ogni uomo si muove per il proprio interesse. Com’è oggi era anche in passato senza esclusione.


‘L’ultimo Paleologo’ pone l’accento sulla multietnicità e la multireligiosità delle truppe di Maometto II, vantaggi e svantaggi connessi; ne sono esempio l’approvvigionamento di vino dei soldati cristiani malvisto dai musulmani o, perché no, gli scontri interni alle truppe dovuti ai sacchetti di città per l’una o per l’altra fazione. La differenza religiosa nelle truppe del Basileus di Costantinopoli è invece meno marcata e lascia spazio alla drammaticità degli eventi e alle politiche di contrasto all’interno della cristianità con la chiesa di Roma. Le due fazioni imperiali, il partito filolatino di Giustiniani e quello ortodosso di Notara, mostrano il volto dei conflitti religiosi interni. Sottomettersi al papa in cambio di aiuti, oppure salvare l’onore e combattere da soli contri i Turchi è un dilemma che ha diviso le forze imperiali di Costantinopoli fino al giorno della fine.

Come a Costantinopoli anche nel Caucaso e nel regno di Georgia l’aspetto religioso è il movente della narrazione; ho alleggerito e semplificato certi aspetti per permettere la lettura anche a un pubblico non esperto. Il principe Bagrat di Imerezia fondò una sua Chiesa in contrasto con quella ufficiale che appoggia suo zio. La questione religiosa diventa strumento delle brame politiche degli scaltri.

Non è semplice narrare di una guerra civile di un Paese nel mezzo delle montagne pressoché sconosciuto, magari che provoca purtroppo scarso interesse, persino facile da dimenticare nel giro di un istante.


I progetti letterari

Il mio prossimo romanzo storico uscirà il primo giugno e il titolo sarà ‘Lo stendardo di Giove‘. È un libro crudo, politicamente scorretto, ambientato in Italia nel periodo tardoantico. Siamo verso la fine dell’impero romano d’occidente, con i barbari che spingono sulle frontiere, le casse statali vuote e conflitti intestini che provocano ribellioni e scontri nelle periferie.

Nel clima di incertezze, emerge il conflitto religioso tra la nuova religione di Cristo (il cristianesimo) e i culti politeisti/monotesisti orientali, chiamati “I veri credenti” o “i vecchi credenti”, dai cristiani disprezzati con il termine “pagani”. Verso la fine del ‘300, l’imperatore Teodosio, con il supporto del vescovo di Milano, Ambrogio, emana le leggi che mettono al bando ciò che rimane degli antichi culti, stabilendo il principio che l’impero deve avere un sovrano assoluto e un unico Dio. La storia narrata ne ‘Lo stendardo di Giove’ parla della guerra civile del 392-394 condotta contro le leggi di Ambrogio.

Per quale motivo ho scelto questo evento e non altri più noti? Mi piace parlare di fatti interessanti e soprattutto sconosciuti. Preferisco l’originalità dei contenuti e la mia intenzione è avvicinare il pubblico alla storia nascosta negli archivi e dimenticata, ma meritevole di essere riscoperta. A causa della rivolta Teodosio dovette venire a patti con i Goti. Se così non fosse stato, forse avremmo avuto la migrazione dei Goti all’interno dei Balcani, la Gallia sarebbe diventata un dominio dei Franchi e la Spagna sarebbe rimasta in mano ai Vandali, che non avrebbero invaso l’Africa. Insomma, un evento pregno di significato occorso in soli due anni sconvolse gli equilibri politici e religiosi dell’intero Vecchio Mondo. Per questo la storia è bella.

“Costantino allungò la mano verso ovest e partì una salva di frecce che atterrò almeno una ventina di ottomani. “

— L’ultimo Paleologo, Emanuele Rizzardi

Scheda Libro

  • Titolo: L’ultimo Paleologo
  • Autore: Emanuele Rizzardi
  • Genere: romanzo storico
  • Editore: AssoByz (2a Edizione 2018)
  • N. Pagine: 427
  • Prezzo: 16,15€ cartaceo – 2,99€ ebook
  • ISBN: 978-1973142638

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