Siamo noi che viviamo la nostra vita oppure è lei a viverci?
Siamo noi che diamo significato a ciò che facciamo oppure è preminente l’idea dell’azione compiuta?
Dobbiamo agire e pensare per noi oppure agire e pensare anche per gli altri? Quando agiamo per noi agiamo inconsapevolmente anche per gli altri?
Queste domande seguono il corso della vita umana e non trovano una risposta piena e conclusiva; l’uomo, essendo immerso nella fugacità e nel flusso del presente, dà un significato a ciò che fa attraverso i ricordi e la memoria, pure senza avere il pieno controllo di ciò che vuole ricordare.
Essere è un verbo difficile da unire all’esistenza, eppure si utilizza senza alcun problema, quando, in realtà, per identificarci con esso dovremmo trovare in noi una sicurezza che non venga travolta al minimo segno di cedimento.