“Il sangue colava veloce dal piccolo foro della vena e la cosa non mi aiutò, perché vidi tutto sfocato quando mi accorsi del sangue che zampillava scuro. Arrivò subito un’altra persona e mi tenne fermo il mento, spingendo la testa verso l’alto con una forza inaudita, lasciando il collo privo di difesa. Mentre cercavo in tutti i modi di liberarmi, lottando come un animale in gabbia, strillavo, gemevo di dolore e le lacrime scendevano dai miei occhi, mischiandosi al sangue; con gli strattoni che davo mi sporcò anche la maglia e i pantaloni. Lo sconosciuto che arrivò era più spaventoso degli altri perché aveva degli accesi occhi arancioni e lunghe unghie che affondarono nella mia pelle. Doveva essere il più forte e il più autorevole, perché i due pensarono solo a tenermi ferma e lasciarono che la siringa nella sua mano si piantasse con foga nel mio collo, iniettandomi un liquido azzurro. E il buio mi colse nuovamente”.
Estratto da “La Gloria del Sangue – Libro Primo”
Pagina 276