La Scrivania Letteraria

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Rubrica "Le Parole Furbe"

Rubrica “Le parole furbe” – Libro

Una buona giornata Lettrici e Lettori! Oggi con l’appuntamento della Rubrica “Le parole furbe” presento la parola Libro. Come non amare questa parola?!

SIGNIFICATO 

Complesso di fogli della stessa misura, stampati o manoscritti, cuciti insieme da formare un volume, fornito di copertina o rilegato.

Si intende:

  • a stampa

Si specifica:

  • manoscritto
  • a mano

Rispetto al numero di fogli:

  • sottile, grosso
  • piccola, grande mole

Formato:

  • in foglio
  • in quarto
  • in ottavo
  • in sedicesimo
  • in diamante
  • tascabile

Legatura o presentazione esteriore: sciolto, legato, in brochure, rilegato in tela, in pelle

Stampa: in elzeviro, in caratteri latini, gotici, illustrato

Condizioni materiali: nuovo, usato, in ottimo o in cattivo stato, intonso

Epoca della pubblicazione: antico, vecchio, nuovo, moderno, recente

Contenuto: scientifico, letterario, di poesie (silloge), di storia, racconti (raccolta), antologia (miscellanea di più autori) divulgativo, istruttivo, giallo (a seconda del genere e del sottogenere)

Locuzioni varie, relative alla stesura, stampa, pubblicazione, vendita: preparare, scrivere, fare, comporre, cominciare, terminare un libro; stampare, pubblicare, vendere, smerciare, divulgare un libro. Con riferimento al contenuto dell’opera: leggere, scorrere, divorare; esaminare, giudicare, criticare, commentare, postillare. Come oggetto di studio: vivere tra i libri; è sempre con i suoi libri; lasciare i libri, abbandonare gli studi.

Con denominazioni particolari: di testo o scolastico, adottato nelle scuole come sussidio all’apprendimento di una materia; di stato, testo unico obbligatorio imposto nelle classi delle scuole elementari del Regno d’Italia, abolito nel 1947 e sostituito dal sistema della libera scelta dei libri di testo. Libro elettronico. Libri sacri, le scritture sacre che sono a fondamento delle varie religioni, e per antonomasia, nella religione cristiana, la Bibbia.

Nella religione e divinazione romana: aruspicini, augurali, fulgurali, ostentari, pontificali, rituali, sibillini, tarquiziani.

Nell’antico Egitto: libro dei morti, raccolta di preghiere, inni e formulari magici tracciati su rotoli di papiro e decorati con illustrazioni; veniva deposto nei sarcofagi per accompagnare il defunto e istruirlo sul modo di comportarsi nell’oltretomba.

Libri diplomatici, in passato, era una raccolta dei documenti diplomatici relativi a una determinata questione politica o a un particolare evento, pubblicati dai ministeri degli Affari Esteri dei vari stati per informare in proposito la pubblica opinione; erano distinti e denominati dai colori di copertina adottati dai vari paesi.

Usi figurativi: libro della vita, del destino, del futuro, il corso degli avvenimenti che si succedono nella vita di ogni uomo, la vita stessa, il destino, soprattutto in quanto si cerca di conoscerli, di prevederli.

Parlare come un libro stampato, per lo più usato con ironia per indicare chi parla con precisione o gravità affettata, o chi espone le proprie ragioni da un punto di vista suo, che però è in contrasto con la realtà dei fatti o con le esigenze degli altri.

Essere un libro chiuso per indicare una persona che parla poco, che non lascia trasparire i suoi pensieri e sentimenti, al contrario se una persona è un libro aperto, si intende una persona sincera che manifesta le sue emozioni e si comprende con facilità ciò che pensa.

Libri d’oro: sono stati chiamati così, in via generale, i registri nobiliari di vari stati e città italiane dei secoli passati; in particolare i registri nei quali erano elencati coloro che, appartenendo a famiglie patrizie, avevano il diritto di essere chiamati a far parte dei consigli maggiori nelle repubbliche a reggimento aristocratico o anche nelle singole città. In senso figurato con “libro d’oro” si intende una serie di fatti memorabili di una città, famiglia, associazione; nello sport, il complesso delle vittorie o dei risultati lusinghieri ottenuti da un atleta, da una squadra o dall’insieme delle squadre rappresentative di un determinato paese.

Il Libro nero era un registro usato in Francia, all’epoca della Rivoluzione, che raccoglieva i nomi delle persone politicamente sospette o pericolose. In generale si intende un elenco di persone sospette alla polizia, anche per motivi politici. Per estensione si intende ogni registro contenente note di biasimo, nomi di persone indesiderabili o comunque considerate nemiche. In senso figurato essere nel libro nero significa essere malvisto, tenuto in disparte, escluso o godere di cattiva fama da determinate

Diminutivo: libretto, librino, libriccino, librettino.

Diminutivo e spregiativo: libruccio, librettuccio, libricciolo.

Spregiativo: libriciattolo, letterario librattolo.

Accrescitivo: librone.

Peggiorativo: libraccio.

ETIMOLOGIA 

Dal latino liberbri, che indicava in origine la parte interna della corteccia che in certe piante assume aspetto di lamina e che, disseccata, era usata in età antica come materia scrittoria.

CURIOSITÀ

1 – “Moby Dick” di Hermann Melville fu in origine pubblicato senza il finale per un errore dello stampatore (altro che refusi).

2 – Il libro più misterioso dei tutti i tempi (ne trovassi una copia!) è il “Manoscritto Voynich”: un volume illustrato di 204 pagine, vergato a mano su pergamena dell’inizio del XV secolo. Finora nessuno è riuscito a decifrarlo: la lingua in cui è scritto non assomiglia a nessuna di quelle conosciute.

3 – Lo scrittore Stephen King soffre di una fobia, quella per il numero 13, chiamata triskaidekaphobia.

4 – Il noto indice dei libri proibiti (quante volte a scuola durante le interrogazioni lo abbiamo nominato?), istituito da papa Paolo IV nel 1558, era l’elenco delle pubblicazioni ritenute dannose per la fede che i cattolici non dovevano leggere. È stato abrogato nel 1966!

5 – In Antico Egitto le biblioteche era chiamate “il tesoro dei rimedi dell’anima”.

6 – La biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America conta 138 milioni di documenti e l’ha resa la biblioteca più grande al mondo.

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Rubrica “Le parole furbe” – Armonia

Oggi introdurrò nella rubrica una parola che mi ha sempre affascinata.

ARMONIA

Sostantivo femminile

ETIMOLOGIA

dal latino harmonĭa, greco ἁρμονία, affine a ἁρμόζω «comporre, accordare»

SIGNIFICATI

  • La consonanza di voci o di strumenti, la combinazione di accordi, di suoni simultanei e anche l’associazione di suoni successivi, che produce un’impressione piacevole all’orecchio e all’animo; un’armonia, celeste, delicata, soave flebile
  • Dal punto di vista teorico consiste nella pratica e nella teoria della formazione e concatenazione degli accordi musicali, secondo una concezione polifonica della musica, nella quale lo sviluppo del discorso tematico si realizza in una successione non di suoni singoli ma di accordi, cioè di più suoni prodotti simultaneamente. Nell’antichità classica il termine era usato come equivalente di modo o scala: a. dorica, frigia.
  • Riferito alla parola non modulata nel canto, l’impressione gradevole che risulta, nella prosa e nel verso, da un musicale accostamento di suoni, accenti, pause.
  • L’armonia imitativa: accorgimento retorico, simile all’onomatopea, per cui si cerca di riprodurre, con gli elementi fonici delle parole, l’impressione acustica di ciò che le parole stesse rappresentano con il loro contenuto semantico o attraverso le suggestioni acustiche, la sensazione immediata della rapidità, di un movimento o della lentezza.
  • In un significato più ampio si riferisce alla proporzione conveniente dall’accordo di più parti o elementi: l’armonia dell’universo o armonia cosmica, l’armonia del corpo umano.
  • In architettura l’armonia è la proporzionata corrispondenza tra le parti principali e le secondarie, e tra i singoli membri architettonici e l’intero
  • In pittura e scultura l’armonia è la conveniente disposizione delle figure nell’insieme dell’opera: a. di linee, di forme; a. di colori o a. cromatica, accordo di colori ottenuto accostando toni diversi o anche, nella forma più semplice, toni di una stessa gamma o gradazioni diverse di un solo tono.
  • Accordo, conformità, in senso generico: a. di pensiero e di azione; a. dei fatti con le parole; in a. con, d’accordo con, in conformità a: agire in a. con i propri principi; prendere provvedimenti in a. con le disposizioni generali.
  • In senso figurato l’armonia la concordia di sentimenti e di opinioni tra più persone: essere, stare, vivere in a. o in buona a., in pace, in perfetto accordo; turbare l’a. di una famiglia, di un gruppo d’amici.

L’armonia evangelica consiste nell’accordo tra i quattro Vangeli canonici, più nello specifico tra i sinottici; l’accordo viene dimostrato sia mediante tavole in cui vengono messi a raffronto i passi relativi al medesimo episodio, sia componendo un racconto unico, in cui i vari episodi sono fusi insieme, secondo uno schema cronologico e con procedimenti che possono andare dalla rielaborazione letteraria a un vero e proprio lavoro d’intarsio di frasi e di parole.


Nella concezione filosofica di Leibniz si identifica con armonia prestabilita, la legge predisposta da Dio all’atto della creazione, che regola il rapporto tra le sostanze spirituali che compongono il mondo, le monadi, ciascuna delle quali contiene in sé come rappresentazione, implicita o esplicita, la totalità delle altre, e svolge tale rappresentazione in modo corrispondente allo svolgersi di quelle di tutte le altre, pur senza influire direttamente su di esse e senza subirne l’influsso.


L’armonia o principio della coerenza: siamo in armonia con noi stessi?

Con il principio di coerenza si possono intendere tutti gli sforzi che l’essere umano in quanto individuo compie per far sì che gesti, azioni, pensieri e valori siano in “armonia”. Qui si può cogliere subito un soggiacente elemento di interdipendenza, ma anche di conflitto in quanto la crescita e più in generale la vita non è uno stato d’essere immobile e immutabile, bensì un processo dettato da mutamenti esterni, interni, gestibili e incontrollabili. Con il detto “tra il dire e il fare” si può riassumere in maniera “scherzosa” la difficoltà che si incontra nel rapporto con noi stessi e con il mondo, tra l’esperienza e la contingenza.

Carl Rogers, psicologo umanista, fu uno dei pionieri del principio di coerenza. Nel 1950 affermò che il principio di coerenza era una sorta di alleanza tra l’esperienza e la coscienza. Ciò sarebbe quindi il risultato di ogni cosa vissuta e di quanto appreso da essa per poter agire in coerenza con la personale scala di valori, sentimenti e desideri. Perché concentrarsi sulla coerenza? Il volto opposto della coerenza è l’incoerenza e questo fattore all’interno della vita come processo è causa ed effetto di disagio, di sofferenza e di discrepanza tra ciò che gli individui vogliono e fanno, tra ciò che sono i bisogni reali e i desideri egoistici dettati dall’auto-interesse.


Da un punto di vista che si avvicina alla concezione olistica della vita, si può considerare l’armonia come la possibilità attraverso l’ascolto attento di una porzione della realtà, di riuscire a comprendere il tutto armonico che ci circonda e riuscire ad ascoltare sia noi stessi che l’esterno. L’armonia inoltre non è da intendersi come un’estasi immobile, bensì come una realtà dinamica.

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Rubrica “Le parole furbe” – Calligrafia

CALLIGRAFIA

Sostantivo femminile

ETIMOLOGIA

Dal greco καλλιγραϕία, composto di καλλι-calli– e γραϕία –grafia-.

SIGNIFICATO

L’arte che insegna a tracciare la scrittura in forma elegante, regolare e ornata; più in generale si intende il modo di scrivere e nella critica letteraria e artistica la parola è usata anche con il senso di calligrafismo, cioè l’impegno stilistico fine a se stesso che punta alla perfezione formale.

MODI D’USO

Lezione di c., esercizi di c., studiare calligrafia, avere una bella, una brutta c., c. illeggibile.

UN PO’ DI STORIA

  • La rappresentazione dei numeri precedette la scrittura della lingua.
  • La calligrafia occidentale risale agli scribi greci e romani.
  • La calligrafia estremo-orientale usa tipicamente pennelli e inchiostro per scrivere i sinogrammi.
  • La calligrafia araba è spesso rappresentata nell’arte musulmana e svolge una funzione di ispirazione. Le scuole calligrafiche facevano parte del curriculum degli studenti di teologia.
  • “La Operina da imparare di scrivere” è un trattato del 1522 di Ludovico degli Arrighi – detto Vicentino – ed è uno dei testi fondamentali per lo studio della calligrafia del sedicesimo secolo.
  • Johannes Trithemius fu abate benedettino di Sponheim e divenne famoso per l’invenzione di un sistema di codifica della scrittura. Nell’ultima fase della vita divenne abate di San Giacomo a Würzburg. Conoscitore delle lingue orientali tra cu l’ebraico, il caldeo e il tartaro, era in contatto con cabalisti, teologi e alchimisti. Fu in relazione con il famoso occultista Enrico Cornelio Agrippa. Ciò che più interessa è la sua opinione nei riguardi appunto della scrittura; nel suo saggio “In Praise of Scribes”, elogiò l’importanza della scrittura a mano in quanto avrebbe acquisito nel tempo valore e avrebbe accolto molti più apprezzamenti rispetto alla scrittura con la macchina da scrivere.
  • Gutenberg creò una scrittura gotica contante 290 caratteri che permise di ricreare le lettere sia in minuscolo sia in maiuscolo. Scelse questo tipo di calligrafia per non “scioccare” esageratamente i lettori del tempo e rendere simili ai manoscritti i libri a stampa.
  • Il monaco amanuense. La parola amanuense deriva dal latino servus a manu. Gli amanuensi si adoperavano molte ore al giorno nella copiatura di codici e antichi testi. Dopo la stesura completa i testi venivano controllati dai correctores e in un terzo momento arrivavano nelle mani dei miniatores. Molte volte erano gli amanuensi stessi ad occuparsi delle miniature e anche della rilegatura. 

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Rubrica “Le Parole Furbe” – Dissezione

DISSEZIONE

Sostantivo femminile

ETIMOLOGIA

Dal latino dissectio -onis/gr. ἀνατομία, derivato di dissecare «tagliare, recidere», participio passato: dissectus

SIGNIFICATO

In anatomia indica il sezionamento e/o la separazione delle parti o degli organi di un essere vivente.

In medicina legale indica il sezionamento del cadavere in sala anatomica per l’autopsia: i tessuti di rivestimento vengono incisi dopodiché si procede alla separazione dei vari piani all’isolamento degli organi per studiarne la forma e i rapporti.

In anatomia patologica, indica lo scollamento di una struttura anatomica a più strati, per esempio la dissezione aortica.

Senso figurato: derivante dal verbo dissezionare – dissezionare un’opera d’arte per discuterla, esaminarla, criticarla e/o ricostruirne la storia. 

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Rubrica “Le parole furbe” – Fisiologia

FISIOLOGIA

Sostantivo femminile.

ETIMOLOGIA

Dal latino physiologĭa, greco ϕυσιολογία, scienza della natura, composto di ϕυσιο- fisio – e -λογία –logia.

SIGNIFICATO

La fisiologia è una branca della biologia che studia le funzioni degli organismi viventi, animali e vegetali. Per funzione si può intendere l’insieme dei processi che mirano a un risultato definito; questi ultimi sono studiati per conoscere le cause, le condizioni e le leggi che li regolano, da un punto di vista chimico, fisico e fisico-chimico.

Nel tempo e data la varietà dei campi di studio, tante quante le funzioni degli organismi, la fisiologia teoretica è stata suddivisa ulteriormente in altre branche:

  • Fisiologia generale: studia le funzioni biologiche elementari comuni agli esseri viventi in condizione fisiologica (stato in cui avvengono le normali funzioni)
    • fisiologia animale
    • fisiologia vegetale
    • fisiologia cellulare, batterica, microbica, virale
    • umano
  • Fisiologia comparata: studia le analogie e le diversità funzionali delle varie specie animali (essere umano compreso)
  • Fisiologia patologia sin. fisiopatologia: studio delle funzioni degli organismi in presenza di malattie e dei processi quando l’organismo di trova in una condizione patologica.
  • Fisiologia genetica sin. fisiogenetica

La fisiologia indica anche il funzionamento di un particolare tessuto, organo, apparato e processi o il singolo processo organico.

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Rubrica “Le parole furbe” – Prolusione

PROLUSIONE

Sostantivo femminile

Derivato di proludere, verbo proludere

SIGNIFICATO

Indica la  lezione, di carattere introduttivo, con un’accezione solenne, nella consuetudine universitaria all’inizio dell’anno accademico, tenuta dal professore che è stato per la prima volta nominato in una Facoltà. In essa viene di solito sviluppato un argomento di discussione di cui si pongono le problematiche principali. In questo caso il professore oltre a delineare il corso e l’argomento dello stesso, espone i propri interessi scientifici – ricerche effettuate e in corso – e la propria metodologia di ricerca.

Più in generale la prolusione è una relazione introduttiva a un convegno e simili.

ETIMOLOGIA

Dal latino prolusio, -onis esercizio preparatorio

SINONIMI

Lezione inaugurale, presentazione, introduzione, premessa, prefazione, prologo, proemio, preambolo, apertura, esordio

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FONTI

Vocabolario Treccani (online) – Francesco Sabatini e Vittorio Coletti, Il Sabatini Coletti, RCS Libri (on line) – Dizionario Italiano Olivetti, Olivetti Media Communication (ed. on line) – Aldo Gabrielli, Vocabolario della Lingua Italiana, Hoepli (ed. on line) – Dizionario Garzanti – Dizionario dei Sinonimi e contrari.

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Rubrica “Le parole furbe” – Eutrofizzazione

In questo periodo sto leggendo alcuni libri legati a tematiche ambientali ed ecologiche e mi sono imbattuta in questa fantastica parola: eutrofizzazione. 

ETIMOLOGIA: eutrofizzazione deriva dal greco eutrophia, formata da eu=buona e itrophòs=nutrimento.

SIGNIFICATO: der. di Eutrofico. In accordo con l’etimologia del termine, eutrofizzazione indica una condizione di ricchezza di sostanze nutritive, soprattutto nitrati, fosfati e zolfo, in particolare in un ambiente acquatico.

Al giorno d’oggi invece il termine ha un’accezione prettamente negativa legate alla questione ambientale di tutela e protezione della acque e degli ecosistemi acquatici; a tal proposito viene usato per indicare uno sviluppo abnorme di alghe e cianobatteri che provocano conseguenze deleterie per l’ecosistema e in particolare fauna acquatica e la flora circostante.

GLI EFFETTI DELL’EUTROFIZZAZIONE

Le situazioni in cui per prima si presenta l’eutrofizzazione sono le zone acquatiche a debole ricambio, come laghi e stagni. La proliferazione di alghe microscopiche comporta l’impossibilità da parte dei consumatori primari di sopperire alla loro abnorme crescita; esse non vengono smaltite e determinano una maggiore attività batterica.

Gli agenti antropici che più provocano l’eutrofizzazione sono l’utilizzo dei fertilizzanti nella coltivazione della terre circostanti e il loro dilavamento, l’inquinamento derivanti dai prodotti organici delle attività umane e i prodotti di rifiuto industriali. L’eutrofizzazione provoca la fioriture (sviluppo esagerato) del fitoplancton, il quale abbassa il tasso di ossigeno nell’ambiente e rende il luogo inadatto per altre specie.

Per contrastare l’eutrofizzazione sono necessari interventi che riducano gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici e si ritiene che il riscaldamento globale contribuirà a peggiorare il fenomeno dell’eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque superficiali infatti fa diminuire la solubilità dei gas e di conseguenza anche dell’ossigeno.

CENNI STORICI E CASI 

L’eutrofizzazione è stato riconosciuto come fenomeno problematico a partire dal XX secolo in America del Nord e in Europa e via via è andato sempre più maggiormente sviluppandosi.

EMILIA-ROMAGNA ANNI ’70 E ITALIA

L’eutrofizzazione è uno dei principali problemi ambientali che interessano le acque costiere emiliano-romagnole.; negli anni ’70 nelle acque costiere dell’Emilia-Romagna avvennero estese morie di organismi bentonici che ebbero gravi impatti sull’economia regionale nei settori della pesca e del turismo. Considerata l’estensione e la frequenza dell’eutrofizzazione si può affermare che la zona a sud del Delta del Po è tra le più critiche dell’intero Mediterraneo, senza contare anche altri ambienti ed ecosistemi di maggiore estensione, come il Mar Baltico stanno subendo l’eutrofizzazione.

LAGHI EUTROFICI

hanno una bassa profondità e larghe rive, paludose o meno, in cui è presente una grande quantità di fitoplancton e sali umici.

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Link utile per saperne di più sui mari eutrofizzati

https://www.regionieambiente.it/eutrofizzazione-mari/

 

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Rubrica “Le Parole Furbe” – Dardeggiare

Castelli in fiamme, un sole abbacinante nel mattino estivo, occhi idilliaci che ti rapiscono: dardeggiare!


SIGNIFICATO: è un verbo, sia transitivo che intransitivo, derivato di dardo, con ausiliare Avere. Significa scagliare dardi, o colpire con i dardi. Altro significato -piace tanto a chi scrive-, è figurativo e può denotare uno “scagliare” immaginario di occhiate, raggi (solari) ecc…, tutto quello che può essere repentino e potente. Può anche intendere il proiettare velocemente in fuori, come fa il camaleonte con la sua lingua.

Il participio presente ha valore sia di verbo che di aggettivo:

– Avere uno sguardo dardeggiante
(se siete amanti di aggettivi questo è davvero da segnare)

SINONIMI: folgorare, bersagliare, ardere, brillare, fiammeggiare, splendere, sfolgorare.

Dardeggiano i raggi sulla valle desolata, irta di serpi e di sguardi profondi, nascosti tra i massi, avvinghiati alle pareti umide di buie caverne. Le fiamme divamperanno sulle acque brillanti del fiume e dardeggeranno le frecce e le spade, di riflessi e di fuoco, di sangue e di guerra. Non vi sarà più terra, né acqua, né aria. Solo il fuoco rimarrà. E noi moriremo.

Giulia Coppa

copia di copia di copia di meditabondo


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Rubrica “Le Parole Furbe” – Preoccupazione

SIGNIFICATO: è un sostantivo femminile.

  • Raro e antico: occupazione di un luogo avvenuta in precedenza, prima di altri
  • Affermazione, formulazione di un giudizio o di un’opinione, informazioni espresse in precedenza
    • Per esempio nella sistematica biologica con riferimento all’attribuzione di un nome a una specie
  • Idea preconcetta, giudizio o opinione
  • Emozione derivante da un pensiero che occupa in maniera costante e alle volte, martellante (fino all’ossessione), di un’idea, di un evento o di cose o persone che provocano nell’individuo uno stato perpetuo di apprensione, di ansia, timore, incertezza ecc..
  • Uso predicativo per indicare la persona che si preoccupa di qualcosa
  • Talvolta usato nella retorica per indicare la prolessi, cioè risposta a un’obiezione non fatta, ma possibile
  • Usato in senso ironico:
    • Ha una sola preoccupazione
    • Vive nella sua unica preoccupazione

ALTRI USI/ESEMPI:

  • Stare in guardia contro le preoccupazioni
  • Vive per la sua preoccupazione: il lavoro
  • Avere delle preoccupazioni
  • Timore della preoccupazione
  • Le preoccupazioni della vita
  • Periodo pieno di preoccupazioni
  • Una situazione che desta serie preoccupazioni
  • Preoccupazione per le persone care

ETIMOLOGIA: dal latino praeoccupatio -onis, derivato di praeoccupare

SINONIMI: affanno, angoscia, angustia, ansia, apprensione, assillo, fastidio, grana, grattacapo, impiccio, inquietudine, briga, ossessione, timore, patema, patimento, pena, perplessità, piaga, nervosismo, rodimento, rogna, dispiacere, disperazione, seccatura, sofferenza, tensione, trepidazione, turbamento.


I turbamenti dell’animo si rivelano piaghe per la creatività, paurose e pericolose perplessità montano gelidi e l’ispirazione viene ossessionata dalla mancanza di tempo, dalla mortalità e dalle inquietudini delle risposte impossibili.

Giulia Coppa

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Rubrica “Le Parole Furbe” – Voluttà

SIGNIFICATO: è un sostantivo. Significa piacere profondo e diffuso provato nella soddisfazione del desiderio sessuale e/o spirituale.
Per estensione, significa godimento intenso che deriva dal soddisfacimento di un impulso materiale o spirituale. Si riferisce anche ad un piacere che sfocia nella morbosità.
– Bere una bottiglia d’acqua con voluttà dopo cinque ore di marcia
– Ascoltare una musica con voluttà
– La voluttà della vendetta
– La voluttà della rabbia
– Consumare gli anni della giovinezza nella voluttà

ETIMOLOGIA: dal latino voluptas -atis, ritenuto connesso con il tema vol- del verbo velle, volere

SINONIMI: ardore, beatitudine, letizia, pienezza, rapimento, ebbrezza, estasi, gaudio, completezza, delizia, carnalità, passione, ardore

CURIOSITÀ:
Amore e Psiche
Storia d’amore del II secolo d.C., opera dello scrittore latino Apuleio. Storia d’amore a lieto fine, con Psiche divinizzata grazie all’ambrosia e Amore che, con il suo ardimento, supera le ire di Venere. Dall’amore tra Psiche e Amore nasce una meravigliosa bambina: Voluttà.
Acerba voluttà
Acerba voluttà è un’aria, della Principessa nell’Atto II dell’opera lirica Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea su libretto di Arturo Colautti.

Testo
Acerba voluttà, dolce turtura,
lentissima agonia, rapida offesa,
vampa, gelo, tromor, smania,
paura, ad amoroso sen torna l’attesa!
Ogni eco, ogni ombra nella notte incesa
contro la impaziente alma congiura:
fra dubbiezza e disìo tutta sospesa,
l’eternità nell’attimo misura…

Verrà? m’oblia? s’affretta? o pur si pente?
Ecco, egli giunge!
No, del fiume è il verso,
misto al sospir d’un arbore dormente…

O vagabonda stella d’Oriente,
non tramontar, non tramontar:
sorridi all’universo,
e s’egli non mente, scorta il mio amor!

Link per ascoltare Acerba Voluttàinterpretata da Anita Rachvelishvili.

Della tua voluttà mi innamorai come la luna brama la notte per brillare e farsi idolatrare. La voluttà provai quando ti vidi e mai più i miei occhi avrebbero pianto, se non per la beltà delle tue carni e della tua mente. La parole che pronunci, le idee che fioriscono in te, vengono scolpite nel cuore e nella mente di chi le ascolta. Melodia incantevole, voluttà indelebile. 

Giulia Coppa

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Sitografia: Wikipedia, Treccani online, YouTube, Opera Lyrics.