
Oggi vi propongo la lettura dell’intervista rilasciata per Libristi Anonimi. Abbiamo parlato della mia raccolta di racconti Fervore, sull’ironia e l’imprevedibilità, di consigli per aspiranti scrittori e dei miei progetti letterari presenti e futuri.
Da chi è formato il team Libristi Anonimi? Sono tre ragazze, Martina, Laura e Marika con tanta passione per i libri, la scrittura, la lettura e le opere di scrittori emergenti. Per ora le trovate su IG e vi lascio QUI il link al profilo LIBRISTI ANONIMI. Il format che propongono mi ha subito entusiasmata: un post dedicato all’opera dell’autore e subito dopo un post dedicato all’intervista. Inoltre si occupano di condividere informazioni relative all’editoria e delle tips utili per orientarsi nel caotico mondo della promozione online di libri. Come potrete dedurre, le ammiro per l’impegno rivolto alla creazione del loro Salotto Letterario!
Qui di seguito l’intervista. Buona lettura!
Intervista a Giulia Coppa da parte di Libristi Anonimi
© Libristi Anonimi, gennaio 2021, per gentile concessione
1 – Ciao Giulia, benvenuta nel nostro “salottino” di Libristi Anonimi! Iniziamo subito con qualche domanda generica, per scaldarci: come nasce la tua passione per la scrittura? Quando hai iniziato?
Ciao ragazze! Prima di tutto vi ringrazio per avermi invitata nel vostro “salottino”. Grazie Martina, Laura e Marika. Bene! Scaldiamoci! La mia passione per la scrittura nasce durante la terza infanzia. Non è iniziata appena ho avuto la prima Pelikan in mano, ma dopo un paio di anni destreggiandomi con la Lettera 35 della mamma. Ho scritto delle poesie tanto tenere, in rima baciata, che ripensandoci mi fanno sorridere. Il primo cambiamento nel mio approccio alla scrittura è avvenuto verso i quattordici anni; armata di un’estate senza impegni e del computer fisso di casa ho scritto un paio di pagine che si sono trasformate in un manoscritto tuttora in stesura. La prima esperienza di scrittura senza l’intenzione di una pubblicazione mi ha fatto subito capire come scrivere sia un continuo incontro tra la creatività e l’impegno costante. La prima pubblicazione risalente al 2017, il primo volume de La gloria del sangue, mi ha mostrato l’importanza del rigore e della disciplina, elementi poco presenti, a parer mio, nella mia prima opera, ma non di certo assenti nelle successive.
2 – Finora hai pubblicato quattro libri abbastanza diversi tra loro: due romanzi fantasy, una silloge poetica e una raccolta di racconti. Cosa ti attira di ciascuno di questi generi? Tra di essi ce ne è uno che prediligi e ami di più?
L’arte come impressione di un’essenza ha infinite forme di espressione e anche le parole, appartenenti al genere umano come forme di comunicazione e poi in qualità di forme d’arte per un’aspirazione estetica, chiedono in quale forme essere veicolate in base a come la persona, autrice dell’opera, chiede alla storia, alla fantasia, al pensiero e ai sentimenti di esprimersi. Non avrei mai potuto trasmettere le emozioni della protagonista de La gloria del sangue Alessia in una poesia o in un racconto; la prima perché slegata dalla forma del romanzo e il secondo perché una narrazione breve avrebbe richiesto una compressione esagerata del personaggio sul piano narrativo. Prediligo un genere piuttosto che gli altri in prima battuta per l’elemento nei confronti del quale provo una volontà di trasmissione, di condivisione e di narrazione e in seconda battuta per la proprietà estetica ed espressiva del genere stesso.
3 – Ho letto “Fervore. Sull’ironia e imprevedibilità” e mi è piaciuto davvero moltissimo. Confesso che il mio racconto preferito è “L’amore improprio delle tre essenze” ma mi piace moltissimo anche “Aleo e Meridia”. Ti va di approfondire un poco queste due storie? Tu, invece, ne hai una preferita?
Parto dall’ultima domanda che mi hai posto. Fervore è nato una mattina in un bar in cui c’erano due persone ubriache fradice. Le ho osservate giusto un momento, ma è bastato per pormi la domanda: perché la mia vita ha incrociato le loro esistenze? Per scrivere Candeggio! ho esclamato una sera, mesi dopo l’evento, dopo aver scritto il racconto. L’amore improprio delle tre essenze è un racconto di cui ho deciso di intraprenderne la scrittura dopo aver pensato a cosa significhi la locuzione verbale “mettere a tacere” in qualità di espediente narrativo. Nel racconto ci sono diverse componenti risultati dalla riflessione sulla locuzione:
Emozionale: relativa alla rabbia provata per il maschilismo e il sessismo tanto quanto la contraddizione del mantenimento nella società degli stereotipi di genere maschili e femminili che sembrano tuttora irrorati da continue energie.
Relazionale: i triangoli amorosi nel racconto sorgono per traumi e mancanze di crescita personali, estremizzazione di certi aspetti della personalità, bisogno di accettazione, meschinità, ipocrisia e forse, un po’ d’amore, che però è improprio perché nessuno dei personaggi prova un amore incondizionato, bensì mediato da un interesse dettato dall’Io materiale e non dalla componente del Sé spirituale legato all’amore, al cuore, indicato come sede dell’anima, ma di quest’ultimo elemento, il cuore come sede, non ho scritto in Fervore.
Sociale: le relazioni tra le persone dettate in maniera consapevole e inconsapevole dai costrutti socioculturali. La più piccola azione può entrare in contraddizione con le intenzioni personali a favore o a discapito della propria vita e il tutto accade in un completa immersione nell’ambiente esterno al corpo, da cui si è distinti proprio per il fatto di essere in un corpo.
Le componenti danno vita a tre elementi che combinati nelle maniere più svariate permettono al personaggio di mettere a tacere se stesso e/o ciò che lo circonda.
Aleo e Meridia invece è nato dalla domanda Cosa potrebbe accadere in un mondo parallelo al nostro se esplodesse un vulcano simile al Vesuvio? Aleo e Meridia è particolare nel contesto della nostra intervista perché si collega alla domanda 2. Quale genere scegliere per Aleo e Meridia? Racconto o romanzo? Ho pensato molto ad Aleo e Meridia e poi, dopo l’ennesima rilettura ho optato per lasciarlo in forma di racconto; ha gli elementi necessari perché possa essere apprezzato e questa è un’immensa soddisfazione di per sé.
4 – C’è uno schema preciso per quanto riguarda la posizione dei vari racconti?
Non direi propriamente uno schema. Il primo racconto ha ispirato la raccolta e l’ultimo è l’unico in cui la morte ha un’accezione diversa rispetto agli altri. I quattro racconti “all’interno” sono in ordine di stesura.
5 – Hai qualche consiglio per chi vorrebbe diventare uno scrittore? Ti va di parlarci di qualche progetto futuro?
Estremizzando potrei consigliare una frase celebre riadattata sul piano letterario dal mio caro amico e co-scrittore della saga Memorie di Taenelies Eric Rossetti: “Scriverne cento per pubblicarne uno”. Vi suona familiare?
Passando oltre, vi sono svariati consigli che potrei sciorinare, ma opto per portare all’attenzione dei lettori, degli autori e degli aspiranti scrittori delle domande e delle considerazioni. Si tratta di un esperimento che ho deciso seduta stante. L’orologio del pc indica le 02:05, un orario che adoro.
Cosa significa la scrittura per la persona a cui è balenata nella mente l’idea di iniziare a scrivere? Cos’è la scrittura? Un modo per sfogare le proprie emozioni? Una maniera per esprimere un concetto, un’idea? Un mezzo di comunicazione per esprimere che cosa? Bisogna decidere se si vuole diventare scrittori per passione senza aggiungere nient’altro a essa, o se cercare di diventare scrittori per professione, alla ricerca della “storia giusta”. Queste due parole insieme sono valutative e possono essere interpretate sotto una luce pregiudizievole; oltretutto sono intrise di significati enormi e stratificati. Si potrebbe pensare, “esiste una storia giusta?” Questa è una domanda che tutti gli aspiranti scrittori potrebbero percepire per un attimo nella mente, anche perché nel momento della pubblicazione la storia che prima era personale, individuale, diventa un libro, e soprattutto una storia pubblica, per gli altri, presente sui piani emozionale, psicologico, sociale e narrativo per citarne alcuni. Scrivere è un’azione di responsabilità umana nei termini della trasmissione di un sapere e della capacità di esprimersi in una forma d’arte. Bisogna riflettere anche su questo aspetto valoriale e qualitativo. Scrivere è anche una forma di intrattenimento, elemento da non sottovalutare per gli aspetti ludici e artistici che porta con sé nel panorama culturale contemporaneo.
Sottolineo che ci si può sentire scrittori nell’esperienza privata e intima della scrittura in quanto si scrive per un pubblico che è in se stessi e questa di per sé un’azione e una forma di scrittura che non necessita della pubblicità dello scritto per acquisire valore e qualità perché lo assume nel momento della scrittura stessa.
Quando si parla di essere scrittori per il pubblico, cioè per qualcuno oltre la propria persona, bisogna prendere in considerazione il pubblico aspetto che andrà ad assumere il manoscritto che diventerà un libro, come citato poco fa.
Presumo di aver messo molta carne al fuoco sia per gli aspiranti scrittori che per i lettori. Passerei ora alla conclusione dell’intervista: i progetti presenti e futuri. Ora come ora ho terminato due sillogi poetiche che sto rileggendo; per loro sto pensando alla pubblicazione, ma necessito di tempo per valutarle. Nel frattempo io ed Eric stiamo scrivendo il secondo volume della saga fantasy di Memorie di Taenelies. La scaletta e alcuni capitoli del terzo volume stanno prendendo forma mentre il quarto volume è in piena produzione creativa. Il secondo e il terzo volume della mia trilogia d’esordio, La gloria del sangue, dopo varie battute d’arresto e dubbi non di poco conto, iniziano a prendere forma nella mia mente e in una caotica cartella di bozze, appunti, capitoli e documenti relativi al world building. Per ora questi sono i progetti su cui pongo la mia attenzione. Ho abbozzato altri manoscritti e per quanto riguarda il primo manoscritto, di cui ho accennato nella domanda 1, è al capitolo cinquantatreesimo ed è circa a metà dello sviluppo completo.
Voglio ringraziare di cuore Martina per il suo invito, il team di Libristi Anonimi e tutti coloro che leggeranno l’intervista e vorranno condividere le proprie impressioni sulla scrittura.
Giulia Coppa
