Introduzione
La filosofia medievale, con la sua denominazione, veicola delle contraddizioni, sia nel sostantivo che nell’aggettivo, che ha portato con sé il fiorire di un dibattito teologico, ideologico e storiografico. Tendenzialmente il medioevo è identificato dal V al XV sec.
G. Sergi identifica altre coppie di date dell’ascesa e della fine del medioevo.
• 476-1492
• 410- 1453
Vi sono altre limitazioni per quanto riguarda l’inizio del Medioevo: il 313 con l’Editto di Costantino, oppure l’inizio nel 529, quando Giustiniano fa chiudere la scuola filosofica di Atene. Le cesure del medioevo vengono identificate anche con il Principe di Macchiavelli, oppure le Tesi di Lutero.
Altra identificazione non di poco conto è la distinzione tra l’Alto Medioevo e il Basso Medioevo. Nei paesi di lingua anglosassone i secoli XII e XIII, sono identificati come il periodo più alto del medioevo. Invece i tedeschi hanno una tripartizione. I limiti di inizio e fine sono le date più attendibili, mentre le divisioni dell’arco temporale sono delle più disparate.
Il termine Medioevo – utilizzi e significati
Tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500, ritorna in auge il termine medioevo e si enuncia che il primo studioso ad aver usato il termine medioevo sia stato Flavio Biondo, umanista che decise di narrare la storia in forma annalista nel 414.
L’espressione è stata utilizzata anche da Christophori Cellari, che nel 1688 intitola un suo testo con la parola Medioevo.
Nei testi enunciati vi era l’esplicitazione di secoli, idee e intenzioni presenti nell’umanesimo. Tutto ciò che è accaduto prima del periodo umanistico, gli umanisti lo identificano come un periodo infruttuoso, infecondo, un periodo che li separa dal periodo tardo-antico, fondamentale quadro di riferimento per gli umanisti.
Brano tratto da Aeterni Patris (trad.)
Papa Leone XIII, aeterni patris: i dottori del medioevo, che vanno sotto il nome di scolastici, intrapresero un’opera di grande rilievo, vale a dire raccogliere con diligenza la feconda ed ubertosa messe di dottrina sparsa nei moltissimi volumi nei moltissimi volumi dei Santi Padri e dopo averla raccolta, riporla come in un sol luogo, ad uso e vantaggio dei posteri. In modo particolare i due gloriosi Dottori l’angelico San Tommaso ed il serafico San Bonaventura, professori chiarissimi di questa facoltà…coltivarono ad illustrarono con eccellente ingegno, con assiduo studio, con grandi fatiche e con lunghe veglie e la lasciarono ai posteri ottimamente ordinata ed in molti e chiarissimi modi esplicata. Ci sembrano degnissime di essere ricordate le seguenti parole del Beato Urbano V all’Accademia di Tolosa: vogliamo, e in forza delle presenti vi imponiamo, che seguiate la dottrina del Beato Tommaso come veridica e cattolica, e che vi studiate con tutte le forze di ampliarla. Con ottima decisione dunque non pochi cultori delle scienze filosofiche, avendo recentemente applicato l’animo a restaurare con profitto la filosofia, attesero ed attendo a far rivivere e ritornare nel primitivo splendore la dottrina di San Tommaso d’Aquino.
Il concetto peggiorativo è dettato dal fatto che molti autori umanisti avevano sentito parlare dei tempi precedenti dai racconti del 1300, secolo duro dato dalla peste e dalle diatribe tra monarchi ed ecclesiastici. Gli umanisti estendono il problematico e il caotico dei decenni vicini all’umanesimo a tutto il periodo medievale.
Sergi, parla di Medioevo come convenzione cronologica che si è andata consolidandosi nella culturale moderna e contemporanea, derivante dai pensatori umanisti del 400 e del 500.
Gli umanisti, malgrado le denigrazioni nei confronti del Medioevo, attinsero molto dal pensiero del tempo.
Per quanto riguarda la dialettica Umanesimo e Medioevo, può essere anche lasciata un momento in disparte, in quanto nei secoli è sempre stata più una questione di parole piuttosto che un ragionato e volontario veicolare di significati. Gli umanisti non hanno spiegato il concetto di Umanesimo, lo hanno solo storiograficamente accettato come punto di riferimento.
Il termine filosofia
Il termine filosofia è di difficile utilizzo, in quanto nel periodo medievale la presenza della chiesa era demagogica. Da una parte vi era la Chiesa, dall’altra la filosofia in quanto pensiero. Innanzitutto, dal punto di vista tecnico, non potrebbero essere chiamati né vorrebbero farsi chiamare filosofi. Agostino difatti, indica come filosofi (philosophes) i platonici e gli antichi e lui si è sempre identificato come uomo di chiesa; altro particolare su Agostino: egli avrebbe voluto intraprendere la vita da monaco, ma divenne vescovo. Anche Tommaso d’Aquino non si ritenne mai un filosofo come si può evincere da alcuni testi del XIII sec. e anche per Alberto Magno, i filosofi erano i filosofi antichi, in particolar modo Aristotele, identificato con il termine Philosophus.
Forse, le uniche eccezioni nel periodo, sono stati Boezio e Sigeri di Bramante, promotori all’università Parigi di una battaglia per rendere indipendente la filosofia dalla teologia.
In unione con il periodo medievale, il termine filosofia qui è da intendere come pensiero, storia del pensiero medievale. Si può provare a capire come riferendosi a diversi eventi e ideali, sia qualcosa di squalificante oppure interessante per capire un determinato momento storico.
La pretesa è quella di provare ad esercitare una sorta di Epoché per certi termini del pensiero medievale e trovare i pensieri filosofici e le contraddizioni presenti nei diversi pensatori.
Altro problema in riferimento al termine filosofia, si ebbe nel 1879, quando Papa Leone XIII scrisse l’Enciclica de Termini Patris. La chiesa si sentiva sotto attacco a causa della filosofia idealista che stava riscuotendo successo. Alcune correnti idealiste si svilupparono anche all’interno della Chiesa.
Con questa enciclica, il Papa offrì delle indicazioni e i nomi degli autori da leggere per contrastare la filosofia idealista. L’enciclica proponeva di identificare il medioevo con gli anni della scolastica ma storiograficamente è sbagliato, in quanto molti, tra cui Agostino e Boezio sarebbero esclusi e inoltre, nella scolastica, viene identificato San Tommaso, di un altro periodo. Dal punto di vista storiografico, gli storici cattolici usarono come ipotesi quella veicolata dall’enciclica del Papa Leone.
Un medioevo incentrato e in salita, che trova la sua cima nella figura di San Tommaso e altri autori, come Ockham, vengono indicati come decadenti perché discordanti con San Tommaso. L’operazione di Papa Leone, porta all’identificazione di San Tommaso d’Aquino come il fautore del pensiero medievale e campione della filosofia cristiana.
Persino la letteratura dei primi anni del 900 parte dal presupposto che San Tommaso sia l’elemento fondante della filosofia cristiana.
La filosofia cristiana
Si tratta dell’unione tra la filosofia incentrata nella scolastica, di cui San Tommaso è il veicolo e l’eredità dell’enciclica di Papa Leone XIII. Di conseguenza, in abito cattolico, si sono intensificati gli studi su Tommaso d’Acquino. Altri invece identificano il pensiero medievale come policentrico dal punto di vista del pensiero.
Il medioevo vissuto è diverso dal medioevo scritto e dal punto di vista topologico, non vi é solamente il medioevo latino, ma anche orientale.
La filosofia medievale per i contemporanei è parte integrante nelle argomentazioni e nelle trattazioni dei temi anima e corpo, che fin dall’antichità corrono nel tempo con il genere umano, fino a i nostri giorni.
Riferimenti: appunti universitari, considerazioni personali
Rif. Bibl. per completezza di studio e conoscenze: Porro-Esposito: 2 Filosofia Medievale, enciclopedia Treccani, dizionario Treccani