La natura è stata scritta con parole, disegni, illustrazioni, schemi, sistemi, classificazioni e forme geometriche. Le sue qualità sono state sviscerate, riprodotte e studiate, ma alcune rimarranno occulte e comprensibili a pochi.
Rimaniamo in ascolto del vento, prima o poi, ad un orecchio puro e in cerca di musica nuova, si riveleranno.
Non bisogna disperare se le nostre conoscenze sono insufficienti. Il progresso è frutto di rinnovamento, di rivoluzioni, di critiche e di stravolgimenti. Di tutto ciò bisogna fare tesoro e perseguire gli ideali di ricerca, di osservazione e di contemplazione.
Curiamoci della natura, della quale siamo sia figli che demoni. Tentiamo di unire la nostra intelligenza e la nostra lungimiranza alla vastità delle conoscenze positive e costruttive che si nascondono intorno a noi e ci osservano, ingenue e inermi, in attesa che le nostre menti si rivolgano a loro, che le nostre mani le colgano e gli occhi le investighino.
Non abbiamo bisogno di palazzi di vetro e nemmeno di veli di plastica. Abbiamo bisogno di vestirci di conoscenza, di purezza, di profonda comprensione, di sensibilità e di serietà nell’affrontare gli annosi problemi che questa generazione, a cavallo dei millenni, deve affrontare.