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LA FINE DELLA FAMIGLIA DI CLAUDIA CAUTILLO

Oggi nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo con piacere l’autrice Claudia Cautillo e il suo romanzo intitolato La fine della famiglia, pubblicato da Le trame di Circe.

La fine della famiglia è il romanzo in cui la protagonista, una lei di cui non conosciamo né il nome, né i suoi ruoli sociali, o la professione, diviene per il lettore, luogo di incontro tra la vita, la morte e la conoscenza del Sé. Ad accomunarle, oltre alla circolarità e all’inestinguibilità dialettica, vi è il sangue, che mesce, fuoriesce e si ritrae fino ai recessi profondi dell’essere umano.

La fine della famiglia Claudia Cautillo
La fine della famiglia, Claudia Cautillo, Le trame di Circe edizioni

Biografia

Claudia Cautillo (1967) Laureata in Storia e Critica del Cinema, sceneggiatrice e copy writer, pubblica su riviste online come Alibi, L’Indice dei Libri del Mese, Carie, LibriNuovi, Fronesis e altre. In particolare è una presenza costante su Flanerì, dove scrive articoli saggistici.

Con Il fuoco nudo edito nel 2016 da Edizioni Anordest è stata finalista al Premio Calvinoe e ha vinto la Menzione Speciale della Giuria del Premio Augusta.

Finalista con un racconto al Premio Giallolatino/Giallo Mondadori e con una sceneggiatura al Torino Horror Film Festival, vince lo Scriba Festivaldi Carlo Lucarelli nella sezione letteratura per ragazzi. Vive a Roma.

La fine della famiglia di Claudia Cautillo

Trama

Rinascere dall’estraneo che è in noi.

Cercare una coscienza frastagliata, spezzata, senza bordi, ma con limiti in difesa di ciò che si va cercando: sé stessi. La ricerca e l’individuazione del Sè sono argomenti che fluttuano nelle menti della persone; possono realizzarsi con fatidiche domande: chi sono io? Cos’è un io? Chi è l’io che è in me? La fine della famiglia è il tortuoso sentiero che si snoda nei panorami dell’esperienza vissuta da una lei sconosciuta al lettore a ridosso della morte del padre. Il tempo della narrazione è scandito dell’interiorità di lei, dalle sue paure, dal vissuto, dalle esperienze che richiedo la sua presenza mentale ma che lei può offrire senza dare. La storia de La fine della famiglia è variegata e ricca di personaggi e di individui che, con i loro legami di sangue, di vita e di morte creano un universo familiare immerso nel contesto culturale, sociale, storico ed emotivo, dalla fine dell’Ottocento a oggi.

La dipartita ormai prossima del padre di lei riunisce i parenti, ma il lettore inizia la storia con lei, in una Roma odierna, una lei adulta che non si svela, rimane nella maschera del mistero rifiutando ogni altro tipo di maschera: sociale, storica, politica, di genere, culturale. Una lei che vede una parte della fine della famiglia in cui è nata, ma dalla quale si è sentita esclusa per le sue peculiarità che ne hanno fatto una donna adulta con una lunga strada fatta di accettazione, sofferenza, crescita e forse, rinascita.

Protagonista è lei nelle vesti delle parti di sé stessa che ancora non conosce ma che richiedono da anni la sua più accurata attenzione. Magari, queste parti di lei sono le sue innumerevoli voci, le richieste di aiuto pregate in sé stessa e a cui, per terrore, mai si è voluto rispondere. Le sue oscurità si mostrano tetre e cacciatrici di una lei vittima e colpevole di essere sopravvissuta a sé stessa, boia e carnefice delle personalità di sé stessa che ancora sono ignote.

La spietata analisi a cui lei si sottopone riecheggia nello sguardo distaccato a cui sottopone la sua persona all’interno di una famiglia da cui si protendono le radici dell’instabilità emotiva e dell’assenza di valore che lei sta cercando per sé stessa. Lei si sente tanto alienata quanto preda del suo riflesso negli altri, ma qual è il riflesso che più la terrorizza? Testo psicanalitico e filosofico visibile nello sguardo di lei in sé stessa, profondo, altissimo, cangiante e brillante per la voglia di riscatto e rinascita.

Estratti

Estratto 1

“Ripensavo con stupore, infatti, all’importanza simbolica che all’epoca avevo attribuito a quegli adolescenti, ora donne e uomini, che non lo avrebbero mai saputo. Ma che ci potevo fare se sentivo tutto con tanta intensità, se la realtà mi vorticava addosso a tinte squillanti senza tuttavia darmela a bere, perché intuivo che la sua scrittura elementare nascondeva molto, molto di più di ciò che mostrava .Ma adesso tornavo a sentire che quell’attitudine lontana a proiettare senza filtri il mio desiderio all’esterno da me, che certamente nell’adolescenza aveva caratteristiche specifiche che ora non mi appartenevano più, non era andata persa, viveva ancora e reclamava il suo spazio. Si era trasformata, fattasi più sottile, ma sempre mi mandava il suo caratteristico richiamo.”

Estratto 2

“Adesso eravamo noi che scuotevamo la testa guardando indietro ai ragazzi più grandi, quegli stessi che si erano dati da fare per indottrinarci dietro l’una o l’altra delle due barricate. Cadeva il sacro, cadeva il mito, e noi dovevamo costruircene di nuovi e da soli. Alla fine, quello che stava succedendo all’esterno me lo ritrovavo tra le mura di casa, in famiglia, e viceversa. Era anche il periodo in cui volgevo dall’appropriarmi del mondo per mezzo del racconto che me ne facevano i grandi al guardarlo coi miei propri occhi, e il passaggio a questa diretta modalità visuale, se pure pareva coincidere piattamente con i cliché della società iconografica, mi apriva a un’immediatezza che altrimenti non avrei avuto modo di fare mia”

Estratto 3

“Io mi attiravo il sospetto e la disistima di Giovanna perché amavo i profumi francesi, soprattutto quelli dolci, e indossavo Tendresse di Cacharel. Invece delle Clarks logore e sporche mi piacevano le Superga da tennis bianche e nuove che, orrore degli orrori, a detta sua erano parioline, dunque proibite. I ragazzi di sinistra portavano le camicie fuori dai pantaloni, preferibilmente di seconda mano e non stirate, quelli di destra dentro e con la cintura che scorreva nei passanti. Bastavano capelli ben pettinati con la riga, piuttosto che barbe incolte, o portare gli occhiali da sole al posto di niente, per essere inquadrati con ferrea determinazione in una precisa ideologia. L’aspetto tragicomico di tutto ciò era che la subitanea riconoscibilità degli schieramenti rendeva pericoloso avventurarsi in quartieri di opposta tendenza politica.”

Estratti da “La fine della famiglia” di Claudia Cautillo, Le trame di Circe© 2021, per gentile concessione.

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Racconti di personalità multiple di Valentina Venturino – Segnalazione

Una buona giornata Lettrici e Lettori! Oggi vi propongo in segnalazione il libro di Valentina Venturino, Racconti di personalità multiple. 

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Sinossi

estratto IG 1 (2)I miei racconti non si lasciano classificare in un unico genere, spaziano in ambiti molto diversi, addirittura potrebbero sembrare scritti da più persone, da qui il titolo. Si tratta di frammenti: momenti, nella vita dei personaggi, in cui accade qualcosa che vale la pena di raccontare. Mi piace pensare che intorno a essi chi legge possa costruire una propria visione: immaginare cosa accadde prima e quale sarà il dopo, in un continuum temporale senza confini netti, che lascia spazio alla fantasia. Oltre ai racconti, ho raccolto alcune poesie.

Biografia, Valentina si racconta

valentina-venturino-autrice“…se la pelle te la strappa una spina,
ah, Valentina, pensa che era naturale,
era un ti amo, una carezza venuta male”.

Il testo della canzone che le aveva dedicato la Vanoni, Valentina se lo ricordava spesso, quando le capitava qualche sfiga. Per quanto si intuissero le buone intenzioni della  cantante, non è che quella frase risultasse consolatoria. Ma lei, come diceva sua madre, era una specie di fenice, capace di riemergere dalle sue ceneri più fresca di prima. Più che testarda, la si poteva definire caparbia. Incontrandola per strada non ti saresti voltato a guardarla, ma forse, camminando a occhi bassi, avresti notato il suo passo svelto. Nel vestire, cercava sempre un dettaglio che la distinguesse dalla massa. Quando era sovrappensiero aveva l’abitudine di mordicchiarsi il labbro inferiore.
Gli occhi grandi, color verde bosco, erano nascosti dagli occhiali, che le davano un’aria vagamente intellettuale. Aveva provato a toglierli, ai tempi del liceo, ma tre ottici insieme quasi non erano riusciti a tenerle gli occhi aperti, mentre cercavano a turno di metterle le lenti a contatto. In pratica, una scena da Arancia meccanica e lei allora aveva concluso che ficcarsi le dita negli occhi a quello scopo era contro natura. Per anni aveva fatto esperimenti sui suoi capelli. Passati i 40, aveva finito per accettare il fatto che era assolutamente incapace di governarli e aveva optato per un taglio corto e per il castano scuro, il suo colore naturale. Quando le chiedevano che lavoro facesse, aveva due versioni da dare: una lunga e una breve. Se rispondeva: “Organizzo fiere”, di solito la gente esclamava: “Uh, che bello” e si capiva benissimo che non aveva idea di che cosa si trattasse. In effetti, in genere voleva saperne di più. Allora, quando non aveva voglia di dilungarsi o intuiva l’assenza di un reale interesse dall’altra parte, Valentina buttava lì:

“La segretaria”. Risposta infallibile per togliere a chiunque la voglia di farle domande.
Trovava zen cucinare: affettare verdure per lei equivaleva a meditare. Lo stesso le accadeva quando contemplava il mare o altri paesaggi e cercava di darne la sua personale visione, inquadrandoli con la macchina fotografica per poterli rivedere a distanza di tempo.
Nata e cresciuta a Milano, adorava la Settimana del Design, in cui ogni angolo della città è trasformato da installazioni e da folle di creativi eccentrici, tra cui lei si sente a suo agio. E Pianocity, quando passeggiando per strada ti capita di essere rapito dalla musica di un pianoforte, che ti trasporta altrove, facendoti per un momento dimenticare dove stavi andando.
Era curiosa e aveva tanti interessi, che l’avevano indotta a intraprendere numerosi hobby e attività, traendone capacità di vario genere. Nessuna di queste, purtroppo, si poteva definire genio. Questo era sempre stato il suo grande cruccio.

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Scheda libro 

Titolo: Racconti di personalità multiple

Autore: Valentina Venturino

Genere: Racconti e poesie

Prezzo: cartaceo € 8,31, ebook € 2,99

Editore: Self Published

Pagine: 130

Pubblicazione: 19 marzo 2020

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Estratti di “Come te…Nessuno al mondo” di Marilena Brassotti Ziello

Estratti dal romanzo di Marilena Brassotti Ziello, intitolato Come te…Nessuno al mondo, edito S4M Edizioni. Qui sul blog è presente la segnalazione del romanzo.

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“I Sogni”

Primo Luglio. Tempo instabile. Umore a terra. La pioggia cadeva lungo i vetri e quasi mi uccideva il cuore, che cercava ancora di riemergere dall’oceano interiore che avevano creato le mie lacrime, quelle lacrime per te, per quell’amore che non hai apprezzato, che hai torturato, e che piange. Quanto amore abbiamo dentro di noi, quanto ancora ce ne rimane…”Io ti odio”…ti odio Luca, e se riesco a dirlo ad alta voce senza farmi male vuol dire che è così, o probabilmente è solo il rancore, altrimenti a cosa servirebbero queste lacrime che mi rigano il viso? A cosa servirebbe combattere contro il più temibile mostro del mondo? Il ricordo. Devo combattere ogni giorno, ogni attimo senza mai abbassare la guardia e lasciare che i ricordi mi ingoino, lasciare che il male che mi provocano si faccia sentire dentro di me. No, non posso. Tu non lo meriti Luca! Non meriti una sola lacrima che mi sgorga dagli occhi. Luca. Luca. Come hai potuto? Come hai potuto vendermi il tuo sciocco amore? Come hai potuto baciare un’altra? una che non fossi io? Non avresti potuto lasciare prima me e poi consolarti da lei? Che senso aveva?

Stare con me e con lei?! Che sciocca a credere tutto ciò che mi dicevi, a quelle parole che mi sussurravi dolcemente, a credere nei tuoi occhi, scuri, profondi. Come ho potuto? Come ho potuto subire le tue sbandate? E lasciar credere al mio cuore che fosse amore?!…Ma cos’è l’amore? È quello delle favole? Quello di Cenerentola che ancor prima di vedere il suo bel principe se già quasi per certa che il principe sceglierà la più bella e la amerà, nelle favole l’amore dura per sempre, le darà tanto amore e sarà per sempre, per sempre. A volte pronunciamo questa parola senza capirne fino in fondo il significato, per sempre vuol dire per sempre, come mi ripetevi tu Luca, per sempre significa amare una persona per sempre, starle accanto ogni giorno della vita, ma come ho potuto crederci? No. Non voglio, voglio credere ancora che l’amore possa esistere, anche se il mio cuore mi dice, mi implora, di lasciarlo in pace.

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Perché il sorriso allontana la tristezza, ed io non voglio mai più lasciare che qualcuno o qualcosa uccidano il mio sorriso; la vita è troppo crudele di per sé per lasciare che intristisca i nostri giorni, che ogni suo minimo problema ci porti via il sorriso dalle labbra.

 

 

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Un(a) Pò… e sia! di Laura Piras – Segnalazione

Segnalo Un(a) Pò… e sia! di Laura Piras, edito S4M edizioni. 

Titolo: Un(a) Po’…E Sia!

Autore: Laura Pirras

ISBN: 9788885450172

Genere: Poesia

Editore: S4M Edizioni – Giugno 2019

N. Pagine: 68

Prezzo: 12,00€

Formato: Cartaceo

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Trama

Porsi una, due, tante domande.
E’ questo lo scopo delle pagine che sfoglierete. Perché? Per non trovare risposta, porvi un’altra domanda, non trovare risposta, porvi un’altra
domanda e così via.
Amore, Umanità, Empatia, un po’ di Utopia.
Non sono solita descrivere le mie opere.
Chiunque abbia la necessità di esprimersi in modo creativo pare sentirsi strappare un arto, un pezzetto di cuore, magari un capello nel momento in cui gli si chiede cosa lo porti a creare.
A volte è difficile condividere i propri sentimenti, le proprie paure, la propria vita e fantasia con gli altri.
Arriva, però, un momento in cui ci si dice: “Perché non condividerlo? Anche le altre persone provano queste emozioni!”
Ecco, le emozioni.

Incanalate le emozioni verso la creatività; leggetemi e create, create e leggetemi.
Io vi dirò: lo faccio per vivere.
Non potrei mai non scrivere.
E voi?
Di cosa non potete fare a meno.

Biografia

Laura Piras, nasce a Olbia il 26 Marzo 1996, ma cresce e vive tutt’ora in una piccola frazione con poco più di mille abitanti: Murta Maria.
Si diploma nel 2017 presso il Liceo Scientifico “L. Mossa” in Scienze Umane.
Attualmente studia all’ Università di Sassari, iscritta in Scienze e Tecniche Psicologiche dei Processi Cognitivi.
Ama scrivere sin da quando era bimba.

Crescendo sviluppa altre due passioni: la chitarra e il teatro, esperienze che continuano ad alimentare il desiderio di esprimersi con le proprie parole.
Grazie alla poesia è in grado di raccontare se stessa e le follie di quel mondo che la circonda.

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“Un momento fa, forse” di Giovanni Ardemagni – Recensione

Recensione del romanzo di Giovanni Ardemagni, Un momento fa, forse, edito Pegasus Edition. 

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Giovanni nasce a Stabio il 2 marzo del 1959, Cantone Ticino Svizzera. Studia presso la scuola Interpreti di Zurigo quale traduttore per Italiano, Tedesco, Francese e Inglese. La sua carriera professionale lo vede in posizioni manageriali presso Corrieri internazionali. Ricopre la funzione di CEO per Poste Svizzere in Italia. In tale periodo sponsorizza il concorso internazionale di rilegatura d’arte, svoltosi tra Macerata e Assisi, per rilegare il Cantico delle creature di San Francesco, opera tradotta in tutte le lingue al mondo e in tutti i dialetti nazionali italiani, di cui Giovanni cura personalmente un paio di traduzioni.

Nel 2016 pubblica con Youcanprint il romanzo “Il camaleonte equilibrista, osteria con alloggio” che viene premiato a settembre 2019 col primo posto al concorso nazionale Narrativa Indipendente a Treviglio (BG). Il romanzo viene presentato nell’Hortus del comune di Cingoli, Macerata (dove è ambientato il romanzo), su invito del comune di Cingoli (Marche); viene presentato alla casa dei cechi di Lugano (Svizzera) e questi ultimi traducono il testo in Brail.

Nel 2017 L’accademia Petrarca premia il racconto “un grande amore niente più” tratto dal romanzo, col premio speciale allo scrittore. Il concorso è dedicato a Maria Callas

Nel 2017 il racconto “Pacco felice” destinato a bimbi e ragazzi di tutte le età viene premiato col quarto posto al concorso “Floc l’amico dei bambini e dei ragazzi” e ottiene un contratto editoriale dall’editore Giovanelli di Bologna. I ricavi sono stati devoluti a favore di associazioni per bambini autistici.

Nel 2018 partecipa a 7 concorsi ed è finalista, ottenendo un quarto posto, al concorso nazionale Bukowski, oltre ad essere finalista di 5 concorsi banditi da Montegrappa Edizioni.

Nel 2019 pubblica il romanzo “Un momento fa, forse” che tratta un tema sentito sia nel Cantone Ticino che ovunque: il licenziamento degli “Over 50”. Il romanzo ottiene il primo posto al concorso Città di Cattolica, Pegasus Award, un contratto con l’editore Pegasus e nel panorama nazionale sta ottenendo un certo interesse.

Il romanzo è stato presentato a Mendrisio (Ottobre 2019 presso La Filanda), a Milano nell’ambito della rassegna letteraria nazionale “Meet Book” (Ottobre 2019) e a Roma con una presentazione Tandem presso libreria Mondadori (Tandem presentato assieme ad un altro autore caro amico scrittore, Maurizio Carletti). L’ultima presentazione è stata nell’ambito di Worldbook 2019 a Pesaro.

Sono previste e confermate altre presentazioni a Viggiù (VA) Clivio (VA), Saltrio (Va) e due presentazioni a Varese e Como. Tutte tra il mese di marzo e il mese di aprile 2020.

Giovanni ha un rispetto e una stima enorme per tutti gli autori che non hanno ancora trovato un editore e continuano nel loro lavoro con tenacia e amore. A tale proposito Giovanni ha un sogno: creare un salone del libro inedito, a livello transfrontaliero, per autori in cerca di editore e che possa essere una buona vetrina.

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Trama 

Un momento fa, forse, il romanzo di Giovanni Ardemagni, racconta una storia vera, narrata in prima persona e per questo carica di tutta la forza eversiva che solo parole che raccontano una verità possono avere. Il romanzo è basato sulla piaga che da troppo, troppo tempo, infesta l’economia in cui la società è immersa: il licenziamento degli “over 50” che colpisce il lavoratore in prima persona e di conseguenza la sua famiglia e, ad un occhio più attento, i rapporti su cui si instaura anche l’etica della società. Protagonisti della vicenda sono Marcel e G., colleghi e amici licenziati dalla loro azienda. In quell’attimo, perché di attimi è composta la vita, il velo della fragilità umana e dell’assenza di etica nell’ambito lavorativo, viene bruciato dall’arrivo del libero arbitrio. Innumerevoli strade si aprono dopo la scelta ed entrambi saranno in grado di scegliere, se lasciarsi andare a pianti sterili, oppure se prendere la via di una nuova crescita personale, un micro rinnovo nella pratica sociale carico di potenza per il futuro.


Recensione

Marcel e G. sono amici da molto tempo, anni ormai, e condividono, oltre al luogo di lavoro, anche una stupenda domenica sui Navigli a Milano, immersi nel mercato dell’antiquariato. Tra commenti, racconti e riflessioni si scoprono immersi nella stessa realtà vista però da occhi diversi; Marcel è solitario e la sua vita è illuminata dal lavoro e da una relazione non convenzionale con Lilù, mentre G. ha passato tre matrimoni e il sole sembra splendere perenne nonostante gli obblighi e gli alti e i bassi della quotidianità.

Proprio l’impiego a cui si sono dedicati per decenni, il lavoro nella medesima azienda, stravolge la loro esistenza: il nuovo CEO li licenzia, uno dopo l’altro, ormai “troppo cari” e con “troppa esperienza” per essere considerati atti a rientrare nel paradigma assurdo, perché per me è assurdo e incoerente, dell’eccellente qualità a poco prezzo.

Il personaggio di Marcel ha uno spessore che direi spirituale per le sue riflessioni sulla follia della vita, sul fatto che le persone non osservano più ciò che le circondano e si inabissano nei loro giorni, senza più provare vere e proprie emozioni. Marcel ha scelto la via del solitario, non del solo; ha deciso di costruire un mondo nuovo attraverso una percezione più semplice, tenera e universale di ciò che lo circonda. A questo elemento prettamente legato all’introspezione interiore è collegato il suo modo di lavorare; è un uomo ligio a dovere, che non si lascia abbattere dall’incoerenza e dalla brutalità che lo circonda. Egli riesce a coltivare le sue passioni in uno stato di pace interiore che gli permette di vivere appieno ogni attimo della sua vita.

G. è una persona che a parer mio ama la bellezza, non si lascia forgiare dai preconcetti e dalla forme di pensiero che albergano nella stragrande maggioranza delle persone, bensì li sfrutta per vedere nella maniera migliore ciò che accade, che vortica e che avviene al di fuori di sé. L’ho trovato ricco di una personalità tesa verso l’esterno, non come esteriorità individuale che si accresce con l’estetica del vivere nella socialità, ma come una percezione dinamica e fertile di ciò che lo circonda. Ha forse dei preconcetti? Delle aspettative? Un voglia innata di agire per ciò e per coloro a cui tiene? Sì e come tutti, come anche Marcel, cade nelle debolezze dell’umanità; un corpus di percezione dell’essere umano calato nello spazio-tempo, un groviglio apparentemente inestricabile della persona pensa come vedere le cose, come interiorizzarle, come rapportarsi ad esse.

Gli elementi che mi hanno rapita maggiormente sono legati alla concezione del tempo, il libero arbitrio e le relazioni.

Il tempo si snoda in noi e intorno a noi da sempre, ma è stato “ingabbiato” negli orologi, negli appuntamenti, negli anni da contare, nelle domeniche in cui trovarsi con i parenti, nelle ore dei pasti e in tutti i fattori che scandiscono la vita. Ma la vita ha davvero un tempo? Sappiamo che la vita è un ciclo che si rigenera in un tempo che non viene scandito con le lancette. Sappiamo che gli attimi non sono fuggenti, ma veri, sono il momento che noi incaselliamo nel presente, nel passato e nel futuro e quindi erroneamente gli diamo uno spessore che può vivere nella memoria e renderci sia felici che tristi quando stiamo compiendo già un altro nostro tempo. Quante volte abbiamo mangiato un buon pasto pensando a quanto lavoro avevamo da fare, al collega che continuamente sparla alle spalle, oppure agli inviti da inviare ai parenti per il battesimo del figlio del cugino. Abbiamo goduto davvero del pasto? No. Questa sottile, ma tangibile differenza del tempo e di come lo sfruttiamo è stata posta in maniera impeccabile nel romanzo, prima di tutto per la scrittura in prima persona e in seconda battuta per la carica che ogni attimo ha, nella storia, la sua verità di esistenza. I momenti del romanzo non sono incasellati, vivono nel tempo, ma non ne sono scanditi. Sono liberi.

Alla questione del tempo scandito o meno, si collega il valore dell’attimo. Un attimo che cronologicamente è avvenuto magari venti anni prima è ancora nella mente, nei pensieri, nei gesti, vivo e graffiante come fosse avvenuto un attimo prima. Il nostro presente è già un “passato”, che si voglia dire anche recente, ma è pur sempre già avvenuto e quindi? Come vivere questi attimi? Giovanni Ardemagni rende il presente vero. Marcel e G. riescono a vivere finalmente il loro presente, ogni azione, ogni atto della loro vita prende una nuova piega, quella della presenza totale nel compiere l’azione che stanno facendo. Non si pensa più secondo i termini prima e dopo, ma con il termine adesso che muove i primi passi e a modo di fiorire nella vita di Marcel e dopo riesce a penetrare le convinzioni di G. permettendogli di apprezzare al meglio ogni attimo, che, come dice il titolo è un momento fa, forse. 

Riprendendo il secondo elemento che mi è piaciuto, il libero arbitrio, ho percepito durante la lettura un vero e proprio sbocciare della libertà; una libertà dettata dal dialogo con se stessi, con il mondo e con le persone. La bellezza di Marcel, del suo modus vivendi che vuole perdere la sua caratteristica di provvisorietà, in contrapposizione con l’ombra che ora come ora paragono a homo homini lupus del Leviatano, è pura meraviglia, la meraviglia della conoscenza. Il libero arbitrio si innesta anche nell’elemento onirico, che pare premonitore per G. e lo spinge verso un nuovo modo di vedere le cose, senza tempo, senza spazio, senza le razionali connessioni logiche verso le quali la società sembra spingerci con un tale obbligo che mi viene da domandare, è forse un difetto essere in grado di apprezzare la vita nella semplicità?

Il terzo elemento, le relazioni sociali, in particolare la relazione tra Marcel e Lilù, una prostituta. Inizialmente ho pensato “accidenti”, poi mi sono ricreduta: nella figura della prostituta e nel suo lavoro, che viene definito arte, si mostra proprio il contrario di ciò che l’arte ideale è: Lilù è fragile, corrotta, esasperata e conscia della brutalità della sua vita, ma con Marcel ritrova la bellezza dell’essere umano: i gesti, le intime condivisioni, la complicità degli atti di follia che vivificano le relazioni, le scelte compiute per sé, la comunione di due anime che si incontrano di rado, senza mai rifuggire. Ad uno sguardo più ampio ho notato tutte le sfaccettature dell’amicizia, la vera amicizia per scelta, dettata dall’amore dell’amicizia, dettata sempre dalla complicità dei gesti, dal confronto libero e dialogante delle idee. Le vite delle persone all’interno del romanzo si intrecciano, lasciano le grandi domande della vita aperte e la missione di queste pagine è per me far comprendere al mondo degli esseri umani quanto l’umanità stia pian piano svanendo, non a causa di conflitti aperti, ma a causa di una serpeggiante piaga formata dall’assenza dell’etica, dalla paura di dimostrare la vera umanità fatta di scelte, sbagli e rinnovi continui, dalla mancanza di un orologio senza lancette che permetta ad ogni persona di fare del suo tempo una scelta.

Il romanzo di Giovanni ha toccato un’infinità di temi, sia immediatamente tangibili come il licenziamento degli “over 50”, sia altri più dinamici e non sempre aperti ad un’immediata comprensione come l’amore, l’amicizia, il giusto, il male, la vita, la morte e il significato del tempo e dello spazio. Il mondo è governato da forme di omologazione e di assenza del rapporto umano e per questo c’è una cura? Forse, come un momento fa, forse, è giunto il momento che l’essere umano compia un percorso individuale di evoluzione.


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Ringrazio Giovanni Ardemagni per avermi fatto conoscere la sua storia.


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Un ponte per i miei sogni di Giuseppina Campo – Segnalazione

Segnalo Un ponte per i miei sogni di Giuseppina Campo, edito S4M Edizioni. 

Titolo: Un ponte per i miei sogni

Autore: Giuseppina Campo

ISBN: 9788885450219

Genere: Romanzo

Editore: S4M Edizioni – Settembre 2019

N. Pagine: 374

Prezzo: 19,00€

Formato: Cartaceo

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Trama

All’alba della sua Laurea, in procinto di completare il primo percorso di studi per diventare dottore in “Beni Culturali e Archeologici”, Alexis si ritrova a dover affrontare una nuova avventura, qualcosa a cui non si era affatto preparata. Inizialmente poco interessata agli uomini, finisce col prendersi una cotta proprio per Daniel, il ragazzo con cui tanto aveva litigato per via dei loro caratteri: entrambi forti e ribelli. Ma Daniel è anche un tipo assai immaturo e a cui piace giocare con le ragazze… Alexis presto si ritroverà a fare i conti con la vita, e con diversi cambiamenti. Scopre l’amore, cambia amicizie, ritrovandosi lei stessa cambiata. Lei non subito accetta tutto questo mutamento, ma la vita scorre comunque, e lei dovrà adattarsi o evolvere. Il solito dilemma della farfalla. “Rinascere o morire?”

Giuseppina Campo

Sono nata tra la brezza del mare e il canto delle sirene, vivo dove il sole splende quasi ogni giorno dell’anno, e ho imparato a leggere molto presto, desiderando scrivere altrettanto presto. Sono una persona curiosa, affascinata dalla vita, dalle culture antiche, dai reperti storici e dalle retrospettive. Sono una scrittrice, pittrice, poeta e creativa a tutto tondo.

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Oggi ho letto un libro

Oggi ho letto un libro, non che sia una novità nel mio quotidiano dato che i libri per me sono una passione e un lavoro. Ma questo libro è stato diverso. Un elemento che dà valore al libro in quanto opera letteraria e opera d’arte è ciò che il lettore vive durante la lettura. Quindi qui non parlo del libro, ma del suo valore, del valore che ha per me che in questo frangente ricopro il ruolo di lettrice.

Il lettore è una delle figure più importanti per un libro; senza di lui forse potrei anche dire che il libro perde una parte della propria possibilità di esistenza perché appunto un libro per vivere deve essere letto. Cosa intendo con questo vivere? Vivere non tanto in sé come oggetto di consumo, ma vivere nel lettore e divenire fautore di cultura, di un’introspezione, di un sapere che va al di là dei titoli, dei concorsi vinti, dell’entità agente dello scrittore, dei saloni del libro e della rendicontazione vendite.

Oggi ho letto un libro che mi ha colpita, ho letto un libro la cui anima è sorta dalle vicissitudini e dalla volontà di persone che hanno ancora la loro scintilla bruciante nel cuore e che non si lasciano cadere nell’oblio profondo di una morte del se stessi per sé come persona, come essere umano.

Ho sentito la vita, l’esistenza pulsante delle persone e della loro vita, le loro emozioni quasi che sfiorassi i dolci pensieri che li hanno resi ciò che sono, che sono stati e che saranno.

Il lettore quando legge non deve solo leggere, deve vivere il momento presente della lettura perché in quel momento è la cosa più importante della tua esistenza, non sparare opinioni a caso. Ogni lettore deve essere conscio che i libri, pochi per sfortuna, non raccontano solo una storia, racconto di anime, di etica, di morale. Sono la formazione immortale a cui l’essere umano ha accesso. E non se ne rende conto.

Pensa, lettore, prima di aprire un libro. Non hai davanti solo personaggi, trame, refusi, consecutio temporum, similitudini, metafore, citazioni, una storia ritrita, un amore, un antagonista ad hoc o un finale aperto. In quelle pagine c’è la vita.

E il titolo te lo dico, un momento fa, forse.

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Oltre il coraggio di Martina Laniero – Segnalazione

Segnalo Oltre il coraggio di Martina Laniero, edito S4M Edizioni. 

Titolo: Oltre il coraggio

Autore: Martina Laniero

ISBN: 9788885450325

Genere: Racconto

Editore: S4M Edizioni – Gennaio 2020

N. Pagine: 424

Prezzo: 24,00€

Formato: Cartaceo

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Trama

Dedicato a chi ha il cuore da bambina/o e l’anima da guerriero. Sicuramente è difficile poter dire che una persona possa cambiare totalmente la tua vita. Le persone non cambiano, semplicemente migliorano. Era questo che desideravo fare io, migliorarlo e riuscire a tirare fuori la sua parte migliore. Lui era paura, tenerezza, protezione, aggressività, ma soprattutto lui era amore.
Forse avrei potuto lasciar perdere tutto o forse no. Forse avrei potuto lasciarlo andare subito o forse no. Erano tante le incertezze che mi procurava, perché una come me, abituata a tutte le certezze di questo mondo non riusciva a gestire invece questa insicurezza che sembrava aver preso la mia vita. Io volevo soltanto essere una  donna in carriera, con tanto successo. Invece mi ero ritrovata a cambiare per lui e con lui. Quindi se potevo cambiare io, poteva cambiare anche lui. Avrei fatto in modo di scoprire la verità. Avrei lottato contro tutto e tutti per proteggere quello che potevamo o non potevamo essere. Mi sarei messa contro il mondo e per la prima volta l’avrei fatto seguendo il mio cuore. Perché se avessi dovuto ascoltare la mia testa, la cosa migliore era lasciarlo andare, distruggerlo. Ma se invece mi soffermavo ad ascoltare il mio cuore avrei dovuto lottare e salvarlo. E nonostante tutto avevo scelto la seconda opzione. Cuore e testa erano da sempre due lotte continue. Cuore e testa non comunicavano perché semplicemente erano due cose a parte. Si pensa che entrambi vogliano la stessa cosa e invece non è così. Loro si odiano, si detestano, non si possono vedere. E fra le due lotte alla fine, molto spesso, come nel mio caso è il cuore che vince nonostante tutti i nonostante. Il cuore ti porta in quella strada senza sicurezza, non ti promette la luce eterna, né ti promette che tutto andrà bene. La testa invece ti infonde sicurezza ma non felicità. Il cuore ti offre litigi, pressioni. La testa ti offre serenità e stabilità. Io avevo deciso di scegliere sempre la parte più difficile, raramente mi sarei buttata in quella che ci avrebbe dato sicurezza. Io volevo buttarmi a capofitto in quella strada senza luce, in quella strada che mi avrebbe portato a dire un giorno sì e un giorno no a quanto mi fossi pentita. Io avrei scelto il cuore, perché il cuore nonostante tutto mi portava all’amore ed io ero pronta ad accoglierlo.

Biografia

Martina Laniero nasce il 12 Maggio nel 1998, vive a Venaria Reale in provincia di Torino, dove consegue un diploma in tecnico dei servizi commerciali. Studia Giurisprudenza presso università degli studi di Torino. Lavora come network marketing. Fin da piccola scrivere ha sempre rappresentato per lei una salvezza: scrivere riusciva a farla sentire libera e le dava modo di affrontare gli ostacoli della vita; la scrittura per Martina è sempre stata un rifugio, un posto in cui sentirsi a casa.
Martina è vivace, a volte molto timida, sensibile, testarda e sognatrice. Fortemente determinata e volitiva viene definita come una ragazza irrefrenabile, caparbia e orgogliosa.
Affronta i problemi della vita con il sorriso sulle labbra. Ascolta in consigli delle persone care ma agisce sempre di testa sua. Parla poco, ma scrive tanto.

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Qualche passo più in là di Anna Milano – Segnalazione

Segnalo il racconto di Anna Milano, Qualche passo più in là, edito Streetlib. 

Titolo: Qualche passo più in là

Autore: Anna Milano

Editore: Strettlib – 2018

ISBN: Cartaceo 9788828327448 – E-book 9788827585887

Prezzo: Cartaceo 5,99€ – E-book 4,49€

N. Pagine: 76

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Trama

Un’e-mail inattesa insinua un terribile dubbio nella mente di Laura, gettandola nello scompiglio. La sua vita e il suo matrimonio, forse, non sono così perfetti come sembrano.

Inaspettatamente, una sconosciuta le offre il suo aiuto, trascinandola in un viaggio surreale. In realtà, però, la conduce per mano nei meandri delle sue paure e insicurezze, aiutandola a capire meglio se stessa. Ma la presa di coscienza che ne consegue non è facile. Laura si rende conto, infatti, che tutte le sue certezze si sono sgretolate come castelli di sabbia.

Biografia

Anna Milano nasce a Milano, dove si laurea in giurisprudenza, e nel cui hinterland vive e lavora. Possiede un’indole socievole ed è un’attenta osservatrice. Si affaccia al mondo con curiosità e coltiva diverse passioni, fra cui l’amore per la letteratura, la fotografia, i viaggi, e lo sport.

Fin da piccola, ha sempre adorato leggere. A un certo punto, però, non le è più bastato vivere, con l’immaginazione, le storie scritte da altri. E si è ritrovata a inventarne di sue, dando libero sfogo alla fantasia.

Estratti

I

“Laura è stranita: ha come l’impressione di aver sbagliato casa. Si aspettava di trovarci Marco, magari già intento a cucinare. Il giovedì, infatti, lui rientra dal lavoro sempre prima di lei, perché non va in palestra. Dietro la porta di casa, invece, spadroneggiano il buio e il silenzio.

In realtà sapeva già che sarebbe stato così. Non ricevendo alcuna risposta al citofono, infatti, si è subito ricordata che oggi lui sarebbe andato via per lavoro. Le aveva messo anche l’appunto sul frigorifero, fra i magneti delle vacanze. Non sa bene perché, però, il non averlo trovato a casa desta una leggera inquietudine.”

II

“Varcata la porta del ristorante, la stessa da cui erano usciti l’alter ego di Laura e il suo accompagnatore, Laura e Claudia si ritrovano su una spiaggia assolata. Laura è profondamente stupita. Non tanto perché si ritrova in un luogo che, probabilmente, sarà distante centinaia di chilometri da quello in cui era un istante prima: ormai ci ha fatto l’abitudine.”

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Il nostro amore…Infinito di Marilena Brassotti Ziello – Segnalazione

Segnalo Il nostro amore…Infinito, di Marilena Brassotti Ziello, edito S4M Edizioni. 

Titolo: Il nostro amore…Infinito

Autore: Marilena Brassotti Ziello

ISBN: 9788885450103

Genere: Romanzo

Prezzo: 12,00€

Formato: Cartaceo

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Trama

Quattro amiche giovani, belle, piene di vita e di quell’energia che solo la giovane età può sperimentare.

Sullo sfondo, Roma. Una città che però si fa piccola nel quotidiano delle giovani amiche.

Parallelamente alla loro storia, si svolge a New York la vicenda di due cugini molto ricchi, Alex e Vittorio. In un’estate apparentemente senza orizzonti e prospettive, le loro vite si incontreranno.

Su tutta la vicenda domina la morte improvvisa della madre di Vittorio, che come un paradossale scherzo del destino si intreccia alla vicenda dell’autrice, che proprio mentre scriveva gli ultimi capitoli del romanzo ha vissuto la drammatica esperienza della morte del padre.

Biografia

Marilena Brassotti Ziello nasce nell’agosto del 1992 a Napoli. Scrittrice, autrice di testi e poesie. Pubblica il suo primo libro nel novembre 2011 a soli diciannove anni, dal titolo “Come te… nessuno al mondo”. Nel dicembre 2013 segue la pubblicazione di “L’amore, dietro le apparenze”, attualmente rivisitato che ha così preso il nome di “Tornerà Primavera”.

Il 20 gennaio 2014 viene premiata nella sezione Cultura come giovane promessa al Teatro Quirino Vittorio Gassman in Roma, con il premio “Vincenzo Crocitti”.

Nell’agosto 2014 vince il concorso – Il Fedarciano – di Rocca Imperiale, le poesie vengono incluse in un’antologia che racchiude le opere di venti autori italiani.

Il 12 novembre 2015 esce il suo terzo romanzo dal titolo “Il nostro amore… Infinito”.

Dall’otto al dieci febbraio 2016 è tra gli autori nazionali che sono convocati al Palafiori di Sanremo per il “Sanremo Writers” in collaborazione con la BookSprint Edizioni, in contemporanea con il sessantaseiesimo Festival della Canzone Italiana.

Nel giugno 2017 pubblica “Scrivimi ancora d’amore” per Gnasso Editore.

Il 29 novembre 2017 vince il Premio Amerigo delle Quattro Libertà, organizzato dall’Associazione Amerigo in collaborazione con il Consolato degli Stati Uniti d’America.

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