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Aedifico Estratti e Interviste

La bellezza di Loulan di Davide De Maria

Ciao a tutti e ben tornati alla rubrica Aedifico Spazio Autori!

Oggi vi parlo del libro La bellezza di Loulan di Davide De Maria attraverso l’intervista rilasciata dall’autore.

Ciao Davide e benvenuto in Aedifico spazio autori! Oggi parleremo del tuo romanzo La bellezza di Loulan, in cui si intrecciano erotismo, viaggio interiore e storie di vita. La narrazione è totalmente immersiva, permette al lettore di immedesimarsi nelle situazioni trascendenti che avvengono.

La bellezza di Loulan, Robin edizioni.

1 La Bellezza di Loulan è un libro dai tratti misterici, esistenziali ed erotici. Perché hai deciso di scriverlo in questi termini?

1. È il frutto di un lungo percorso conoscitivo. Tra i venticinque e i trent’anni il vuoto che sentivo in me sin da ragazzino si era acuito parecchio, in maniera oserei dire insostenibile. Sentivo di precipitare, di non avere un terreno solido su cui poggiare.

Sarebbe troppo lungo e complesso da spiegare come ci sono arrivato, ma in quegli anni sono finito col praticare assieme ad altri soggetti inquieti dei rituali sciamanici. Da eterno curioso quale sono, ho letto anche molti libri sull’argomento, e non solo, diciamo su tutto ciò che in qualche modo è legato alla spiritualità e all’esoterismo. È chiaro che sia un reparto, quello spirituale/esoterico, in cui vengono scritte e pubblicate anche molte sciocchezze, anzi, davvero molte, però, come in tutte le cose, basta scegliere le fonti con cura. Anche perché i culti antichi esistono, mica sono invenzioni di antropologi, e spesso le popolazioni che praticavano tali culti avevano una concezione dell’esistenza in cui si cerca davvero di “curare” il singolo individuo che soffre, e quindi d’essere sicuri di non isolare nessuno appartenente alla propria comunità. Quando invece nel quotidiano in cui siamo immersi noi (non sempre, ovvio, ma molto spesso direi), se tu hai problema ti ritrovi a sentirti ancora più solo, e per giunta col terrore di restare indietro rispetto agli altri, come se ciò costituisse una colpa e una condanna senza nessuna possibilità di redenzione. Insomma, diventi una sorta di emarginato sociale, proprio perché ti ci senti, emarginato. È una cosa che puoi ben percepire, non è suggestione, anzi, è un processo molto semplice e rapido.

La Bellezza di Loulan credo sia il frutto di quegli anni lì, quando provavo veramente troppa inquietudine esistenziale. C’erano anche attimi di quiete, certo, non voglio fare mica il martire, ma per quanto io mi sforzassi di essere appagato dalle mie fortune (che chiaramente sono molte) proprio non mi riusciva di dare un senso alle cose, alla percezione che avevo di me stesso e del futuro. Soffrivo di un bisogno doloroso di dare un senso a tutto questo. Anche ad una cosa apparentemente serena e a mio vantaggio come potrebbe essere questa intervista. Altrimenti tutto precipitava nel vuoto che sentivo dentro di me. Un vuoto che in realtà è veramente difficile, se non impossible da descrivere, se qualcuno non ha mai provato niente di simile nel profondo.

Adesso non è più così. La mia ricerca si è spenta, un po’ come è spento l’altare del fuoco descritto nel mio romanzo, che voleva riportare in vita la Bellezza con la B maiuscola, una bellezza antica che però non c’è più, proprio perché, per quanto ci si voglia credere, non c’è più nulla da fare, in quanto già morta da tempo. E c’è rassegnazione, in tutto ciò, e  disillusione, pure, se vogliamo, ma anche tanta quiete che fino a non troppi anni fa avrei detto impossibile da sperimentare, almeno per me.

2 Perché hai deciso di pubblicare la Bellezza di Loulan?

2. Io ho sempre scritto molto. Ho taccuini pieni zeppi di pensieri, aforismi, sfoghi di rabbia, poesie, annotazioni di idee. Mi sono esercitato scrivendo poesie e racconti che non pubblicherò mai. Ho scritto un romanzo dopo una dolorosa relazione finita, e ci ho impiegato più di tre anni per scriverlo e correggerlo. Mi fece molto bene, scrivere quel romanzo, ma poi mi accorsi che non ci credevo più. Non mi rappresentava più, né come stile né come voce né come tematiche. Ero diverso. Aveva esorcizzato una parte di me. E poi era troppo autobiografico. Lo considero un esercizio. Una prova. Voglio ancora bene a quel romanzo, ma non aveva nulla di spirituale, e non aveva manco molta ironia, un’arma che ho maturato nel tempo.

La Bellezza di Loulan è più breve, ma anche più completo. Non è autobiografico, ma è assolutamente intimo. Lì dentro c’è tutto di me. Forse alcune cose sono troppo abbozzate, lo ammetto, e chissà, magari un giorno ci tornerò su e lo amplierò, ma al momento va bene così. Quando ho finito di scriverlo ho capito subito che andava pubblicato. Che ero pronto ad esordire. Avevo rimandato fin troppo questo momento. Sono passati quasi due anni da quando ho cominciato a scriverlo, e al momento non mi pento di questa scelta. Mi basta aprire a caso e leggere qualche pagina, a volte anche solo una frase, per poi richiuderlo e sentirmi di nuovo sicuro di me stesso e di questa mia decisione.

So che non è un libro per tutti, e questo sotto molteplici punti di vista, ma vorrei che a tanti arrivasse. So per certo che ci sono persone che parlano la stessa lingua del protagonista, che saranno in grado di comprenderlo. Persone che si riconosceranno nel sentire dentro di loro quel vuoto e quella inquietudine, e spero che leggendo ciò che ho scritto si sentano meno sole, che avvertano nei confronti de La Bellezza di Loulan un senso di fratellanza, o quantomeno di grande affinità.

3 Quali sono stati gli elementi, oltre all’ispirazione, che ti hanno sostenuto durante la scrittura?

3. Scritture molto libere, almeno in apparenza, come quella di Bouhmil Hrabal, in grado di mettere assieme dolore e ironia, riuscendo ad essere grottesco e poetico al contempo. Poi leggevo certe cose di Thomas Bernhard, e anche certe di Roberto Bolano. Sono tutti scrittori, questi, che trasmettono, seppur in modi molto differenti tra loro, un forte senso antiaccademico nei confronti della letteratura, e anche un forte senso di libertà nei confronti degli schemi morali della società. A me piace sentirmi così, a partire dalle mie letture giovanili. Dostoevskij, Hemingway, Bukowski, Fante, la Beat Generation…

A me piace sentirmi libero, e questo tipo di letteratura mi fa sentire così più di qualsiasi altra forma artistica.

4 Quale concetto vuoi condividere con La Bellezza di Loulan?

4. Nessuno. Non credo nei concetti. Spero solo, come dicevo prima, che arrivi a qualcuno che ci si possa riconoscere, almeno un minimo, e attenuare così il proprio senso di solitudine, almeno per un po’.

5 Ci sono tre elementi che ti preme evidenziare del tuo libro? 

5. Il libro prende in considerazione vari elementi in apparente contesto tra di loro e li combina assieme in una specie di unità cosmologica. In pratica, nel corso della narrativa, si passa di continuo da una dimensione reale ad una visionaria, e viceversa. Quando ebbi quest’idea avevo il timore di non farcela, e invece sono molto soddisfatto del risultato, proprio perché non era un’operazione semplice. Attraverso vari elementi ho cercato di rendere questi passaggi il più fluidi possibili, senza forzature. Elementi a cui sono molto legato sono ad esempio il cagnolino della Chiesa di San Lorenzo a Genova, la Costellazione di Agnes e l’assuefazione chimica che può darti l’odore della pelle di una persona.

6 Il tuo stile mi ha interessata perché ci sono autori che preferiscono l’utilizzo dei dialoghi. Tu, invece, hai preferito utilizzare una forma indiretta continua insieme a una forma di flusso di coscienza. Come ti sei mosso quando hai optato per questa forma narrativa?

6. È una cosa che in realtà fanno molti scrittori, non ho certo inventato niente. Come dicevo, in quel momento stavo leggendo Hrabal, e lui fa spesso così, ma anche Bolano. Ma non sono certo gli unici. Di italiani che hanno utilizzato una forma simile mi viene in mente Tondelli. L’unica cosa che ti posso dire è che avevo deciso di dedicarmi a letture di questo tipo per fare in modo che crescesse nella mia testa una voce che fosse come un fiume in piena, e che non fosse solo la voce del mio protagonista, ma che raccogliesse in sé, nello stato delirante in cui lui si trova fin dall’inizio, anche le voci degli altri personaggi presenti nel libro. Il mio protagonista doveva trasmettere il flusso di pensieri di una persona che sta delirando, ma che allo stesso tempo sta cercando di fare chiarezza e di ricostruire i tasselli della sua vita che lo hanno portato a quel momento delicato in cui comincia il romanzo. Perché ha mezza faccia ustionata? Perché ha perso parte della memoria? È un’indagine, se vogliamo. Un’indagine su se stessi. E come in ogni indagine si prendono per certe anche false piste. Avevo bisogno di questa scorrevolezza. Per esempio, spesso mi si chiede perché non ho optato per una suddivisione in capitoletti brevi per agevolare il lettore. Be’, io in realtà scrivo quasi sempre così. Il romanzo mai pubblicato di cui parlavo prima è suddiviso in capitoli molto brevi, o comunque molto schematici. Ma non era questo il caso. Questo romanzo l’ho pianificato, specie per riuscire a gestire i salti tra il piano terreno a quello più mistico, diciamo. Ma poi quando ti metti a scrivere non puoi pianificare tutto. Devi lasciarti andare. Questo romanzo, mi sono reso conto scrivendo, andava scritto così, e in nessun’altra maniera.

7 Nelle pagine de La Bellezza di Loulan è percepibile un elemento di cui abbiamo già parlato nel post della scorsa settimana: una nostalgia di eventi passati, ma non vissuti pienamente. Questa consapevolezza come ha forgiato il contenuto del libro?

7. Penso che abbia avuto un peso molto rilevante, ma è una cosa di cui mi sto rendendo conto solo adesso, sentendo i pareri delle persone che hanno già letto il libro. Questa cosa di un passato non vissuto appieno mi tocca molto, e mi spiazza molto, pure. Credo che, nonostante il romanzo sia già scritto e pubblicato, sia una parte del mio vissuto su cui rifletterò ancora. Ecco, vedi qual è la differenza tra questo e il romanzo mai pubblicato di cui ho già parlato? Questo che ho deciso di pubblicare non tratta qualcosa di completamente esperito, ma di qualcosa che per me, anche se in piccola parte, è ancora in divenire. Insomma, anche se ho scritto di tante emozioni già superate, ancora mi ci riconosco in tutto questo, ancora sono io. Questo libro mi rappresenta, e anche se tante cose che affronto ormai le ho accantonate già da un po’, le sto ancora elaborando dentro di me.

8 Quali sono le intuizioni personali che hanno fatto crescere in te la voglia di scrivere La Bellezza di Loulan?

8. Non ci sono grandi intuizioni. Come cercavo già di spiegare, c’è solo il modo in cui ho percepito la mia vita, o almeno una parte di essa. Credo di aver scritto questo libro per pura necessità. Dopo un periodo discretamente lungo dove non scrivevo più niente, ho sentito crescere in me questo desiderio giorno dopo giorno, finché non mi sono detto: Ok, adesso non posso più rimandare, devo solo cominciare.

9 Raccontaci della dimensione in cui la bellezza di Loulan esiste.

9. È come quando sei in contatto con quella parte più profonda di te che ti dice: Sì, bravo, stai facendo bene, continua così! E questo anche se la tua parte razionale cerca di frenarti e di metterti in guardia, di dirti che così sprechi le tue energie, il tuo tempo, e che se anche provi soddisfazione a fare certe cose  per puro piacere personale, prima o poi dovrai fare i conti con le conseguenze di tutto ciò, col fatto che tutto ciò che facciamo, in un modo o nell’altro, ci tornerà indietro.

Al di là della vera Bellezza di Loulan, ossia del ritrovamento della donna millenaria che esiste per davvero, per me Lei è un simbolo. È la Musa, l’ispirazione. È ciò che percepisci quando ti senti vivo, in contatto con le tue emozioni e in perfetta sintonia con esse. Ecco, è lì che vive la Bellezza di Loulan, e anche se può essere doloroso, seguire questa voce dentro di sé, è lì che vive Lei, e da nessun’altra parte.

Ringrazio Davide per averci trasportati nella storia di sua creazione, La bellezza di Loulan. Ora bisogna solo che facciate una cosa: seguite uno dei link e scoprite la storia che si cela nelle pagine de La bellezza di Loulan!

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Aedifico Segnalazioni

Misteri e artisti in ‘Acero e acciaio’ di Paolo Santaniello

Aedifico spazio autori

Acero e acciaio

Di Paolo Santaniello

Segnalazione

Benvenuti o bentornati su La scrivania letteraria!

Nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo Paolo Santaniello e il suo romanzo ‘Acero e acciaio’, edito Aporema Edizioni.

Presento con grande piacere ‘Acero e acciaio’!

Incontrerai il commento, poi passerai alla segnalazione del libro. Avrai modo di leggere tre estratti e infine scoprirai delle chicche nelle curiosità autore.

Nelle curiosità autore Paolo ci ha trasportati nei decenni di ricerche che hanno anticipato la creazione di ‘Acero e acciaio’ e non si è lasciato sfuggire la sua creatività: ha innumerevoli opere nel cassetto e in stesura!

Immergiamoci nel profumo di lavanda e nascondiamoci per le fumose vie di Londra. Misteri e artisti in ‘Acero e acciaio’ si contenderanno il primo posto nella danza tra classicismo e progressismo.

Aspirazioni, amore per l’arte, tradizioni e innovazioni sono gli elementi che fanno da filo conduttore in ‘Acero e acciaio’.

Commento

Il Progresso è argomento articolato e multiforme e richiede anni di ricerche e studi. Mantenere intatte le meraviglie culturali e le memorie dei maestri passati è altrettanto arduo. In ‘Acero e acciaio’ i personaggi si giocano i ruoli storici e di fantasia grazie all’ottima gestione della narrazione. Infatti è possibile percepire un equilibrio che accumuna le figure; un grado di avventura, tensione, comicità e mistero che viene impersonato da ognuno di loro tramite la voce individuale. I personaggi tra cui Vincent, Loui, Moreau, Cecilia e Wensley, ognuno dalle caratteristiche peculiari, collaborano, inconsapevolmente o meno, e si scontrano durante la storia della caccia al “Messia”. È semplice ed entusiasmante immedesimarsi e seguirli passo dopo passo nei luoghi e negli eventi storici che hanno segnato un’epoca.

Leggenda, realtà e originalità cavalcano l’onda dell’immaginario collettivo e delle personalità storiche presenti in ‘Acero e acciaio’. Incontriamo Vincent e la Camargue, Wensley e Londra, Paul, Parigi e la Tour Eiffel in costruzione, la quale si contende concettualmente lo spazio con il ‘Messia’ Stradivari, sia nei cuori di coloro che vivono il progresso come avventura, sia nell’animo di chi pensa che la perdita dei gusti classici sia una sconfitta.

Trama

1888. Paul, geniale pittore è a Parigi alla ricerca di un ingaggio. Il collezionista Moreau gli propone di raffigurare il ‘Messia’, Stradivari che ha rintracciato in Inghilterra, ma il pittore preferisce trasferirsi in Provenza e lavorare con Vincent, eclettico artista.

Ad Arles l’antiquario Loui si ritrova invischiato nella vicenda del ‘Messia’ e decide di inseguire il suo sogno di ricchezza, andando in Inghilterra. Sulla scena compariranno il Baronetto Wadsworth, sua nipote Cecilia e il poliziotto Wensley.

Romanzo storico ricco di colpi di scena e di personaggi che danno vita a un pot-pourri ricco di leggenda e inganni.

Biografia

Paolo Santaniello, nato a Caserta nel 1975, è docente “contrastivo” di matematica in un liceo della provincia di Napoli. Ama il cinema, la letteratura, i giochi, i diritti civili e il libero pensiero.

‘Acero e acciaio’ è il suo romanzo d’esordio.

Estratti

I

‘Il Rosso e lo Spagnolo passavano spesso per quella strada e fu facile iniziare un pedinamento. Scoprì presto che abitavano in quella casa gialla su Place Lamartine, che erano entrambi pittori e che erano fedeli ad alcune abitudini. Mise alla prova il proprio travestimento, incrociandoli una volta per strada, frontalmente, e non essendo per nulla notato o riconosciuto. Non riusciva tuttavia ad ascoltare le conversazioni: captava soltanto frasi isolate o indecifrabili.

Si era ormai quasi rassegnato ad andare a parlare a viso aperto a quei due. Avrebbe chiesto informazioni, era l’unico modo per entrare nell’affare.’

© Estratto Acero e acciaio di Paolo Santaniello, Aporema Edizioni, 2020, per gentile concessione.

II

‘Sulla facciata della stazione King’s Cross, due alte arcate a semicerchio, ai lati della torre dell’orologio, si aprivano sulle gallerie interne. Le due volte a botte sovrastavano i binari, sorrette da colonnati: grottesca parodia delle navate di una chiesa, blasfeme nel loro numero pari. L’intero complesso giaceva sotto l’intreccio di rigido sartiame in vetro e metallo della copertura architettonica, che lasciava filtrare grigiastra la luce del cielo. Moderna stalla per i cavalli d’acciaio di razza inglese.’

© Estratto Acero e acciaio di Paolo Santaniello, Aporema Edizioni, 2020, per gentile concessione.

III

‘Quindici metri sottoterra, la guardia prelevò Billy dalla cella e lo condusse, ammanettato, nella stanzetta degli interrogativi. Il prigioniero fu messo a sedere e sir Roger, seduto davanti a lui, lo squadrò; il ragazzo aveva un aspetto penoso, trascurato; i capelli spettinati ricadevano sulla fronte e sul viso cupo e inespressivo.

«Buongiorno, William; sono il baronetto Roger Wordsworth e sono qui per aiutarti.» Nessuna risposta. «Immagino che la polizia ti abbia già interrogato circo il tuo complice Reece Blackwell. Ma non m’interessa lui, a me interessa l’altro uomo.»’

© Estratto Acero e acciaio di Paolo Santaniello, Aporema Edizioni, 2020, per gentile concessione.

Approfondimenti e curiosità

La passione per le avventure e le leggende. Quando la ricerca diventa parte della storia.

Parola all’autore, Paolo Santaniello

L’idea di ‘Acero e acciaio’

Nel 1999 organizzavo giochi di narrazione con gli amici su ambientazioni storiche. Da un file .zip sopravvissuto a mille backup e ritrovato nel mio hard disk nel 2019 è nata l’idea di ‘Acero e acciaio’. Mi sono stupito di quante fonti fossi riuscito a scovare all’epoca senza usare internet, ma i buoni vecchi libri. Ho deciso di lavorare sugli appunti e sono diventati il romanzo.

In venti anni la storia ha subito una “gestazione” e nel cervello si stratificavano osservazioni tratte da un libro, un film o un’esperienza relativa all’epoca storica. Il frutto è venuto alla luce nel 2020, complice il tempo libero di un lockdown.

Quando iniziai il primo capitolo mi domandai come mai, vent’anni prima, avessi scelto il 1888 per dare inizio alla “campagna” e la risposta fu che… era l’anno ad aver scelto me! Molteplici eventi e personalità si incrociano dal 1888 al 1889 in Europa. Il divertimento consistette nell’unirli in una narrazione credibile e avvincente. È ciò che ho fatto nel libro. Divertente è l’elemento narrativo duplice e reciproco tra eventi storici e di fantasia; inverosimili tanto quanto semplici e viceversa. Nell’appendice del libro ho inserito le note relative alle verità storiche e alle invenzioni letterarie; lo stesso per i personaggi.

I personaggi di ‘Acero e acciaio’

Il romanzo è corale. Dei molti personaggi, non c’è un solo protagonista. ‘Acero e acciaio’ è un romanzo corale in cui ho disposto che ciascuno dei personaggi comparisse in quattro dei nove capitoli seguendo il metodo per cui nessuno ha la “maggioranza assoluta”.

Come nei giochi di narrazione, dove ogni personaggio è interpretato da un giocatore, il lettore ha la possibilità di scegliere il suo preferito e fare il tifo per lui fino alla fine. Alla fine però non tutti “vinceranno”.

La figura centrale è lo Stradivari detto il “Messia”, il più famoso e altrettanto sfuggevole elemento della narrazione che pare nascondere un segreto. Tutti vogliono sapere cos’ha da raccontare la sua voce.

L’autore e i progetti letterari odierni e futuri

Sono un matematico giocherellone, un “docente contrastivo” e un apprendista scrittore.  Acero e Acciaio è il mio esordio nella narrativa e in cantiere ho altri progetti: il mio secondo romanzo è in programma per fine estate 2021. Il prossimo romanzo storico, ideale prosecuzione della struttura narrativa di ‘Acero e Acciaio‘, è in preparazione: la storia si svolgerà nel 1911-1914 e prenderà le mosse dal leggendario furto della Gioconda.

Ho nel cassetto altri tre progetti “lunghi”: un romanzo ambientato negli anni Ottanta in Italia che prenderà le mosse dalle colonne sonore dell’epoca, il secondo e il terzo di un diverso tenore avviati su percorsi editoriali che non consentono di rivelare dettagli al momento.

Nell’approccio con la scrittura di un romanzo storico in particolare (“avventura storica”, un sottogenere a cavallo fra l’investigativo e l’avventuroso) ho imparato che non si può cominciare senza aver prima studiato. Non si può smettere di studiare durante la stesura, le revisioni e l’editing. È uno scoglio e il bello della sfida grazie alla quale si scoprono ulteriori elementi di arricchimento culturale. Sfruttando il capitale culturale accumulato con gli studi sull’Epoca Vittoriana mi sto dilettando in racconti gotici-horror per concorsi a tema.

Citazione scelta dall’autore

C’era quel secolo nuovo, scalpitante, così impaziente di arrivare in anticipo. C’era quel secolo vecchio, così ostinato a resistere fino all’ultimo dei suoi anni, riluttante a cedere il passo al progresso. C’era tutta quella modernità, straripante di forza sovrumana, inarrestabile, ingorda nel divorare cielo, terra e città. C’era la bellezza classica, delle arti, della storia, della gioventù. E poi c’era la primavera, che sbocciava con la piena potenza esplosiva di profumi, colori e vita. Tutte queste cose quell’anno erano a Parigi, all’Expo, l’Esposizione Universale, allestita nei giardini del Campo di Marte per celebrare i cento anni della Rivoluzione: per i Francesi e per il mondo intero, i cento anni più importanti di tutta la Storia.

da Acero e acciaio, Paolo Santaniello

“Loui annuiva, spaventatissimo. Gemme di sudore gli imperlavano la fronte sotto la fasciatura. Il dolore ancora pulsante e quella voce da serpe gli provocavano un’enorme ansia.”

da Acero e acciaio, Paolo Santaniello

Scheda Libro

  • Titolo: Acero e acciaio
  • Autore: Paolo Santaniello
  • Genere: Narrativa – romanzo storico (avventura)
  • Editore: Aporema Edizioni
  • N. Pagine: 300
  • Prezzo: 13,90€ cartaceo – 2,99€ ebook
  • ISBN: 978-8832144765

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Aedifico Segnalazioni

Marchigiane ‘Operette in marca’ di Monia Moroni

Aedifico spazio autori

Operette in marca.

Versi d’una guardiana dell’armadio di scarpe.

Di Monia Moroni

Segnalazione

Benvenuti o bentornati su La scrivania letteraria!

Nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo Monia Moroni e la sua silloge di poesie ‘Operette in marca. Versi d’una guardiana dell’armadio di scarpe’, edito Theta Edizioni.

Presento con piacere ‘Operette in marca

Incontrerai la segnalazione, passerai al commento del libro e infine scoprirai delle chicche nelle curiosità autrice.

Nelle curiosità autrice Monia ci parlerà dei suoi progetti futuri, delle collaborazioni in corso e del suo amore per la poesia e in particolare per la figura di Giacomo Leopardi. è riuscita a mostrare la grinta e la tenacia con cui ha deciso di affrontare i suoi obiettivi e rendere reali i suoi sogni. Caparbia, audace e creatrice di spassosi personaggi nel suo romance ‘Infiltrata a nozze’.

Gli Estratti

Commento

Amore struggente per una terra lontana e personalità storiche che hanno segnato la storia e la memoria delle persone. La tenerezza delle quotidianità dell’infanzia e luoghi di cui andare orgogliosi per il valore culturale inestimabile.

In ‘Operette in marca’ l’autrice ha rinnovato le bellezze della terra marchigiana e il suo profondo legame artistico nei confronti di Giacomo Leopardi.

La musicalità delle liriche è entusiasmante e lascia trapelare intense riflessioni ed emozioni sul valore della terra natia, sull’amore per la poesia e l’arte del riscoprire se stessi attraverso l’esercizio della scrittura.

Vi è uno spirito, una voce che sussurra e che risuona in ogni lirica, rafforzata dalle figure retoriche utilizzate e che balza agli occhi e prende velocità e vigore con le rime baciate che costellano alcune delle strofe.

La storia è unita a un sentimento di rivalsa e di nostalgico affetto, le leggende innervano le tradizioni della “pancia”, del pensiero intuitivo, ma anche della furia violenta come nel componimento ’10. Piero e Sara’.

La terminologia utilizzata è preziosa e fa riferimento a una poesia leggiadra nel ritmo e avvezza alle profondità e alle complessità dell’essere umano.

Sinossi

Le leggende, i personaggi storici e magici, le tradizioni enogastronomiche, il dialetto e la selvaggia bellezza delle Marche sono racchiuse nella silloge poesie di Monia Moroni. Venticinque componimenti che si contendono lacrime e risate provenienti dal cuore. Sospiri di una terra natia amata e misteriosa.

Biografia

Monia Moroni è nata ad Ancona il 19 marzo 1973. Laureata nel 1996 come Assistente sociale, dal 2008 è impiegata postale. Nel 2002 si trasferisce in Piemonte per amore di un uomo che diverrà poi compagno di vita. Attualmente risiede con il marito, Andrea e la tenera cagnolina Bia in provincia di Asti, nel paesino di Viarigi. Fin da bambina cerca la poesia riversandola nei suoi diari. Tra i banchi di scuola la sua inclinazione eleggeva Giacomo Leopardi e tutt’oggi l’onora definendolo mentore della sua Strada data l’anima marchigiana che li accomuna.

Approfondimenti e curiosità

Il ‘pessimista’ di Recanati e le vie dell’amore marchigiano

Parola all’autrice, Monia Moroni

Amore per le Marche e Leopardi

Sono una poetessa in evoluzione e l’amore primario che mi lega a Giacomo Leopardi è indissolubile.

Nasco in Ancona, nel quartiere delle Grazie, una strada tutta in salita.

Già adolescente sentivo un’attrazione fatale per colui che tutti chiamavano “il pessimista”, ma l’amore vero è fiorito negli ultimi anni.

Non vivo più in quella salita, sono emigrata a 29 anni in Piemonte per amore di un uomo. Quel sentimento si è evoluto, ha trovato radici nel mio organismo.

L’amplificazione del sentimento è dovuta all’attaccamento che sento verso la mia terra marchigiana e Recanati in particolare è per me divenuta “la terra promessa”, il luogo dove vorrei finire in pace il resto dei miei giorni, in ammirazione dell’infinito e dell’antico mare, mio e di Giacomo.

Progetti letterari odierni e futuri

Ho quasi terminato un nuovo libro e il titolo rimane una sorpresa!

Unico indizio che posso svelare? “Grecia”.

Sono coinvolta in un progetto con altri scrittori per la creazione di un’antologia di racconti brevi che andrà in beneficenza.

Parteciperò a vari concorsi di poesia, e che Dio me la mandi buona!

“Ognuno ha facoltà d’accudire la propria follia come vuole, così lo scrivere mi largisce sollievo, assenza di gravità”

– Monia Moroni

Scheda Libro

  • Titolo: Operette in marca. Versi d’una guardiana dell’armadio di scarpe.
  • Autore: Monia Moroni
  • Genere: Silloge poetica
  • Editore: Theta edizioni (dicembre 2020)
  • N. Pagine: 57
  • Prezzo: 8,00€ cartaceo
  • ISBN: 9788894509946

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Operette in marca

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Aedifico Segnalazioni

I legami delle tenebre, Inganni di Francesca Caizzi – Segnalazione

Aedifico spazio autori

I legami delle tenebre. Inganni

Di Francesca Caizzi

Segnalazione

Oggi nella rubrica Aedifico spazio autori accolgo con piacere Francesca Caizzi e il suo romanzo I legami delle tenebre, Inganni, edito Plesio Editore.

Commento

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I colori de I legami delle tenebre sono il rosso, come il sangue versato per proteggere i cittadini di Vancouver, verde come l’aura delle creature sovrannaturali, oro come l’alba e i tramonti che la Squadra Omega vedono ogni giorno, guardiani segreti e misteriosi dell’equilibrio tra bene e male. Protagonista della vicenda è Max, uno dei fondatori della squadra di detective e cacciatori di demoni; il suo punto di vista è crudo, pieno di ira e di senso di colpa per le ombre che lo attraversano e lo consumano giorno dopo giorno. Al suo fianco sono presenti la strega Maya, uno dei personaggi che più mi hanno affascinata, ed Emily che in quanto a segreti e a carattere mi ha incuriosita per l’intera lettura. I personaggi antagonisti li ho trovati meno caratterizzati rispetto alla Squadra Omega, ma vi stupiranno in ogni caso nella parte finale del romanzo, in cui vi saranno rivelazioni succulente che metteranno in gioco l’esperienze vissute e future di ogni membro della Squadra Omega. Leggere I legami delle tenebre è stata un’avventura all’insegna degli intrighi, dei segreti e di amori celati, accompagnata da improvvisi attacchi demoniaci e investita dal gelido inverno di Vancouver.

Trama

C’è qualcosa oltre il mondo che vediamo che striscia e si avvinghia agli animi, persino a quelli più forti. Le tenebre sussurrano all’orecchio, abbracciano l’esistenze degli uomini, minacciandoli senza che questi se ne accorgano. Max lo sa. È più di una vita che insegue e dà la caccia alle creature degli inferi, fuggendo dai demoni che attanagliano la sua anima. In una gelida Vancouver ignara delle creature che la infestano, una nuova minaccia si affaccia sulla scena, costringendo Max e la sua Squadra Omega a intervenire. Presto sarà costretto a confrontarsi con il passato, rivelare segreti sepolti e fare i conti con le conseguenze di un accordo stretto con il Diavolo in persona.

Biografia

Francesca Caizzi è appassionata di serie tv, videogiochi, libri e fumetti. Ama i k-drama e gli anime. Insegna scrittura creativa alla Scuola di Fumetto Inkiostro di Foggia. É arrivata tra i 300 finalisti di loScrittore 2017 e ha esordito con il fumetto FANGO, per Edizioni Inkiostro. I legami delle tenebre è il suo primo romanzo.

Estratti

I

“Indossava un lungo cappello a cilindro da cui fuoriuscivano folti capelli scuri, che si allungavano fino a terra, come un mantello con lo strascico. Le mani larghe e possenti, dita con lunghi artigli appuntiti. Soltanto quando il mostro si girò, attirato dal verso di un uccello, riuscì a scorgerlo in viso. A sostituire il suo occhio sinistro c’era un monocolo con uno specchio al posto del classico vetro. La catenella dorata che lo reggeva dondolava sulla guancia e girava intorno al vi so, per poi svanire all’interno di una cavità, laddove avrebbe dovuto esserci un orecchio. Il demone alzò un braccio e una gazza dal piumaggio bianco e nero con una lunga coda dai riflessi bluastri volteggiò intorno a lui un paio di volte, gli lasciò cadere un oggetto luccicante tra le mani, si posò sulla sua spalla e gracchiò. L’uomo la ricompensò con una carezza e l’uccello volò via, tra i rami degli alberi li vicino. In quel momento capì cosa il nemico stringesse: uno specchietto da borsetta. Lo vide rigirarselo tra gli artigli e disegnare con i denti aguzzi un ghigno malvagio, prima di puntare il suo occhio destro, nero come un varco nell’oblio, verso…”

©Estratto I legami delle tenebre, Inganni di Francesca Caizzi, Plesio Editore, 2020, per gentile concessione.

II

“Sangue. Le sue mani erano sporche del sangue dell’ennesima donna ritrovata morta, mutilata, in uno di quei vicoli tutti uguali, fetidi e inondati di fango. Non aveva potuto evitare di toccarla, spinto dal desiderio di scorgere anche un solo piccolo indizio, una traccia che avrebbe potuto condurlo all’assassino. Forse, però, per una volta era stato accontentato. Era ancora lì, nell’oscurità. Poteva sentire il suo respiro affannato ed eccitato mentre gustava il capolavoro appena compiuto; un macabro desiderio che faceva ancora fatica a comprendere, fin da quando si era unito alle indagini. Sperando di non aver immaginato tutto, si avviò tra le tenebre e intravide un’ombra distaccarsi dal resto del vicolo e correre, delineando un percorso di fuga.”

©Estratto I legami delle tenebre, Inganni di Francesca Caizzi, Plesio Editore, 2020, per gentile concessione.

III

“Max stava esagerando, lo sapeva. A quel punto avrebbe solo dovuto compiere un piccolo sforzo, chiederle scusa e ignorare la parte irrazionale del suo cervello che gli ripeteva di aver fatto il bene della squadra, della città, dell’intero mondo. Era il motivo per cui aveva continuato a lottare, il motivo per cui, spinto proprio da Daniel ed Emily, aveva addestrato altri che lo affiancassero nel suo lavoro. Quella ragazzina, però, aveva il potere di sottometterlo con un’occhiata, di ricordargli cosa celasse nell’animo. E lui aveva paura di se stesso e della sua fragilità latente.”

©Estratto I legami delle tenebre, Inganni di Francesca Caizzi, Plesio Editore, 2020, per gentile concessione.

Approfondimenti e curiosità

Francesca si racconta: scrittura, progetti letterari e bookfocus

Parola all’Autrice Francesca Caizzi

La passione per la scrittura

La scrittura è stata da sempre la mia ancora di salvezza nei momenti difficili, solo che le idee sono troppe e il tempo troppo poco. Al momento sono concentrata sulla trilogia di I legami delle tenebre, ma non nego che mi piace sperimentare e scrivere anche altri generi, sebbene io ami alla follia l’urban fantasy. Attualmente sto lavorando con una mia amica fumettista a un graphic novel di genere cyberpunk distopico. Invece, appena consegnerò il secondo romanzo della trilogia, riprenderò a lavorare a uno young adult con cui nel 2017 sono arrivata tra i finalisti di IoScrittore: quella storia nel frattempo si è completamente trasformata in qualcos’altro. Tra la fine di quest’anno e l’anno prossimo mi piacerebbe lavorare a un progetto che mi metta alla prova: un thriller, di cui ho già una trama abbozzata. Ho già detto troppe idee e poco tempo, vero? Questo perché nelle mie giornate, oltre alla scrittura, c’è spazio anche per altro. Da quasi tre anni sono editor per la Gemma Edizioni e collaboro con le scuole per i progetti di PCTO: seguo i ragazzi nella stesura di racconti, filastrocche, poesie o canzoni che poi vengono pubblicate in un libro. È come mettere in piedi una piccola redazione e insegnare loro tutto il percorso editoriale, dalla creazione di un’idea alla pubblicazione. Seguo anche personalmente alcuni autori come coach letterario, soprattutto ragazzi che hanno bisogno di un aiuto nel mettere su carta un’idea, farne una scaletta, per poi imparare a scrivere il romanzo vero e proprio. Infine, insegno scrittura creativa e sceneggiatura di fumetto alla Scuola di Fumetto Inkiostro di Foggia.

Approccio alla scrittura

Fin da bambina ho sempre inventato storie, mi veniva naturale creare trame che coinvolgessero personaggi immaginari oppure vicende da rappresentare con i miei compagni di gioco. Mio nonno, per scherzare, mi soprannominava “la regista” poiché ogni giorno avevo una nuova storia da mettere in scena, e ai miei amici piaceva seguire la mia fantasia, il che non mi faceva sentire troppo strana. Crescendo, ho capito che avrei voluto mettere su carta alcune di quelle storie, e così ho fatto, per poi rendermi conto di non essere in grado di renderle come volevo: un mio difetto è l’essere troppo esigente con me stessa. Allora ho studiato dapprima su manuali, poi frequentato corsi, e in parallelo mi documentavo e scrivevo. Solo quando ho iniziato a essere soddisfatta di alcune storie, ho deciso di tentare la strada della pubblicazione e l’ho fatto proprio mandando il primo volume della trilogia I legami delle tenebre. Ho lavorato un anno con la mia editor e il resto è storia. So di non voler smettere di scrivere, perché è parte di me; rappresenta ciò che amo ed è il mio modo di incanalare le emozioni. Sento di aver bisogno di lasciar scorrere la penna e farla andare dove preferisce. Perché in fin dei conti anche se uno scrittore è un narratore, spesso sono le storie a bussare alla sua porta e a chiedere di essere raccontate. Mi auguro di non deludere i miei lettori e di poter offrire loro storie sempre avvincenti, che possano trascinarli in un altro mondo e far dimenticare i problemi quotidiani.

Bookfocus: I legami delle tenebre

I legami delle tenebre è una saga che abbraccia più di duecento anni di storia, e quello che viene raccontato nel primo romanzo è soltanto una piccola parte di questo universo. Tra i miei obiettivi c’è quello di poter mostrare ai lettori anche il resto, sottoforma di racconti o graphic novel… (ma questo potrebbe essere uno spoiler, quindi lasciamo un po’ di mistero). Piccolo aneddoto: c’è un racconto con protagonista Max, ambientato cronologicamente tra il prologo e il primo capitolo del romanzo. Questo racconto è intitolato “Il volto delle tenebre” ed è presente nell’antologia “Di sognanti e altri eroi”, sempre targata Plesio Editore. Il personaggio di Max è nato in un momento molto brutto della mia vita: stavo assistendo mia nonna nei suoi ultimi mesi. Ero sempre arrabbiata, irascibile, intrattabile, perché mi sentivo inutile: non avrei potuto fare nulla per cambiare le cose. Penso sia facile rivedere in Maximilian alcune di queste parti di me, segnate da una motivazione e da cause diverse: un uomo che ha perso se stesso e che crede di non avere più speranze, che rimarrà per sempre da solo. Secondo aneddoto: questa saga non è la prima idea a cui ho lavorato, ce ne sono ben altre due antecedenti, ma l’urgenza di portare a compimento ILDT è stata dettata, come avrete capito, da motivi molto personali. La storia, nel corso degli anni successivi, è cambiata parecchio, ma ancor prima che il volume Inganni venisse pubblicato, già ero ben consapevole di come sarebbe andata a finire la saga. Spero di emozionarvi fino all’ultima pagina!

Scheda Libro

  • Titolo: I legami delle tenebre, Inganni
  • Autrice: Francesca Caizzi
  • Genere: romanzo urban fantasy
  • Editore: Plesio (11 dicembre 2020)
  • N. Pagine: 360
  • Prezzo: 15,00€ (copertina flessibile)
  • ISBN: 9788898585977

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