La Scrivania Letteraria

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Estratti del romanzo “Il nostro amore…Infinito” di Marilena Brassotti Ziello

Estratti del romanzo Il nostro amore…Infinito, di Marilena Brassotti Ziello, edito S4M Edizioni. Sul blog è presente anche la segnalazione!

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Per restare vivi, bisogna respirare ogni minimo di ossigeno che la vita ci offre. Godere di tutti i momenti che essa ci regala. Beati quelli che in questa vita credono ancora all’amore, che lottano ogni giorno per realizzare i loro sogni, le loro ambizioni! Che credono nello spirito della loro passione. Che inseguono ancora un angelo maledettamente innocente come l’amore!

Beati quelli che hanno ancora ideali da seguire, in questa società sbagliata a disumana. Beati quelli che ogni giorno riescono a concedersi alcuni attimi per assaporare l’alba o per stringere qualcuno dinanzi a un tramonto.

Beati quelli che non mentono e non si vergognano di amare e rivelare il loro amore, di sentirsi perdutamente innamorati di qualcuno…loro custodiscono tra le mani il segreto per vivere profondamente. Perché se oggi credete che l’amore vi leghi, non fate altro che legarvi con la vostre convinzioni, le vostre stesse paure.

Beati quelli che preferiscono verità libere alle menzogne, che ormai distruggono ogni cosa tocchino. Beati quelli che amano qualcuno ma non lo confesseranno mai, soprattutto loro… Vivono il dolce gusto di un dolore… Perché talvolta, per proteggere l’amore, si rende necessario negarlo.

Beati quelli che vedete passeggiare da soli, che guardano gli innamorati e si dicono: “No, io così mai!” e poi nelle notti più scure, quando la vita fa davvero paura sperano in un abbraccio, in una donna che li ami e in fondo… Sì, magari ci sperano anche che l’amore arrivi, che tolga tutta quella sete, che dia tutta quella forza che a volte manca. Essere da soli ci rende autosufficienti. Essere in due… Rende il viaggio più spettacolare.

I peggiori sognatori del mondo, i più caparbi, quelli più convinti… Sono quelli che non lo ammetteranno mai.

C’è sempre una storia pronta a sbocciare dalla crepa di una strada asfaltata. C’è sempre qualcuno che anche se non voleva, se aveva giurato di non innamorarsi o di non innamorarsi mai più, tornerà ad amare! Ad assaporare nuove labbra, a respirare nuovi profumi, ad eccitarsi come un bambino al tocco della mano di una donna. Sentirà nuovamente il cuore battere forte nel petto, quasi a voler uscire dalla gabbia toracica. L’amore cammina tra i marciapiedi di un giorno distratto.

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Siamo genuini, sconsiderati. Orgogliosi.

Siamo come una tempesta di sabbia scatenata dallo Scirocco e ci calmiamo alla carezza rovente del sole. A volte viviamo di pericoli per il gusto di assaporare pura adrenalina. Siamo nati per vivere di attimi, per godere di momenti, per cibarci di emozioni. Talvolta moriamo di delusioni, ma siamo nati anche per amare!

Siamo la generazione X, quella a cui nulla fa paura, ma tutto… Tutto può metterci a dura prova. Siamo realisti per non scontrarci con la delusione dell’irrealizzabile ma sappiamo anche perderci nel nostro animo sognatore. Abbiamo paura che mostrando le nostre virtù in pubblico, il mondo possa considerarci deboli. Questo basta a giustificarci…Forse.

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Il rimbombo del nome di chi l’aveva portata via diede così tanta rabbia a Valerio che prese quella maglietta dal letto, con disegnato sul petto l’orsetto dei cartoni animati che tanto piaceva a lei e la strappò. Spietato. La guardò tra le mani divisa in due e poi ritornò a guardare la valigia aperta sul letto.

Doveva terminare le valigie, tra poche ore sarebbe partito per le vacanze estive ma… Non sarebbe più ritornato a casa a settembre. Sarebbe rimasto a casa degli zii almeno fino a quando non sarebbe riuscito a mantenersi dal solo in quel paesino dove abitavano loro, meta di molto turismo. Avrebbe avviato un’attività con l’aiuto di suo zio, perché ormai aveva iniziato a programmare la sua vita.

Valerio era pronto, deciso, sicuro a realizzare i suoi sogni in qual posto incantato che sperava gli avrebbe cambiato la vita, facendogli dimenticare il ragazzo scapestrato che era stato e soprattutto doveva fargli dimenticare Eleonora. Doveva restare lì…Legata al ricordo del suo paesino, al suo Dino, al suo passato.

 

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Estratti del romanzo “Oltre il coraggio” di Martina Laniero

Estratti di Oltre il coraggio, di Martina Laniero, edito S4M Edizioni. Sul blog troverete la segnalazione!

 

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“Sicuramente è difficile poter dire che una persona possa cambiare totalmente la sua vita. Le persone non cambiano, semplicemente migliorano. Era questo che desideravo fare io, migliorarlo e riuscire a tirare fuori la sua parte migliore. Lui era paura, tenerezza, protezione, aggressività, ma soprattutto lui era amore. Forse avrei potuto lasciar perdere tutto o forse no. Forse avrei potuto lasciarlo andare subito o forse no. Erano tante le incertezze che mi procurava, perché una come me, abituata a tutte le certezze di questo mondo, non riusciva a gestire invece questa insicurezza che sembrava aver preso la mia vita.”

 

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“Mi lasciai guidare dai miei pensieri e non mi accorsi che le chiavi stavano ancora nel taschino posteriore. Inoltre faceva freddo e l’unico mio pensiero era quello di tornare a casa e festeggiare come si doveva. Lo pensavo, ma stavo ancora cercando le chiavi. Finalmente le trovai e aprii la porta. Dopodiché sentii dei passi veloci venire nella mia direzione per cui mi girai e spalancai gli occhi proprio nel momento in cui qualcuno mi finì praticamente addosso. Ci scontrammo e io feci un respiro profondo. Profondo perché una come me, che non aveva pazienza, era quasi pronta per staccargliene quattro, ma invece mi bloccai. Stetti zitta. Zitta perché, punto primo, mi accorsi che era il viso di una ragazza giovane, secondo perché leggevo la paura nei suoi occhi. Quindi invece di preoccuparmi dell’incidente di poco prima, mi concentrai meglio sul suo viso.”

 

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“Appena varcai la porta di casa lanciai borsetta e chiavi sul divano e mi precipitai verso il computer. Lo accesi e andai sulla Stampa. Diedi un piccolo bacio alla mia palla di pelo, Stellina e poi aprii e cominciai a spulciare qualche notizia che mi potesse portare a lei ma niente. Si parlava di politica, di calcio, di cronaca, ma nulla su quella ragazza. Così per distrarmi cucinai, guardai un film e mi rilassai sul divano. Ormai esausta andai a letto, ma prima di chiudere gli occhi ripensai a lei e un brivido salì lungo la schiena.”

 

 

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Estratti dal romanzo “Tornerà primavera” di Marilena Brassotti Ziello

Estratti dal romanzo Tornerà primavera di Marilena Brassotti Ziello, edito S4M Edizioni. Trovi la segnalazione qui!

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Sussurri”

Notte. Notte di stelle e di caldo soffocante. Notte di Luglio, precisante settecentotrenta giorni dopo. Chissà perché questa notte riesco a ricordare. A pensare senza soffrire. In fondo credo che prima o poi arrivi per tutti il momento in cui i ricordi del cuore cessano di far male. Questa notte mi dona la sua clemenza. Dalla terrazza di casa mia è proprio bello vedere la luna e le stelle riflettersi sul mantello calmo del mare.

Mi sta perfino compiacendo, il mare. Se ne resta in silenzio sul suo letto, senza disturbare il viaggiare dei miei pensieri.

Lascia che io ricordi. Sono settecentotrenta giorni dalla fine della mia storia con lui. Settecentotrenta che a contarli, a riviverli, mi sento così fragile ai sussurri dell’anima.

Questa notte è talmente bella quanto spietata. Potrei smettere di ricordare, cercare di difendermi da tutte le immagini che riaffiorano. Ma a cosa servirebbe? Non è forse vero che nel momento in cui cerchi di non ricordare, stai già ricordando?

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Ma alcune storie, per quanto intense possano essere non durano che un’estate o qualche mese in più. O magari non ricordo bene quanto tempo avesse rubato alla mia vita, quell’amore. Un anno, un anno della mia vita, credo. Che strano riuscire a pensare a tutto questo in modo quasi scostante. Ho praticamente un’agenda piena di pensieri e di sfoghi che scrivo di tanto in tanto, mentre sono in viaggio per lavoro. Armata della consapevolezza di raccontare a un foglio un pensiero, un po’ di me, traccio segni spesso con rabbia, contro un destino sbagliato. Anche contro me stessa, continuando a ripercorrere la mia storia d’amore con lui. Ci sono milioni di pensieri da rimettere in ordine e milioni di colpe, che mi attribuisco, da cancellare.

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Rimanemmo sedute a lungo sotto quella torre, mentre guardavamo il cielo all’orizzonte e il suo incontro con il mare. La mia rabbia svanì a cavallo delle nubi. Elisa si appoggiò alla mia spalla e sembrava turbata e triste da quel racconto. Era un misto di emozioni, un po’ come me, che ormai sapevo di aver avuto il coraggio di lasciar andare una parte di me che non riuscivo a cacciare via. Tutta la mia storia era rimasta chiusa in quel regalo. Quel cerchietto di metallo prezioso che alla fine aveva rappresentato un valore superiore al nostro amore, svenduto e rivalutato. Avevo lanciato tutta la mia rabbia tra le onde del mare, che l’avevano ingoiata. Iniziavo a calmarmi. Anche se triste, era quella la verità.

Alle diciotto e trenta io ed Elisa passeggiavamo in spiaggia. Lontane da quella torre. Ogni tanto la vedevo alzare la testa e guardarla. Rimaneva in silenzio di fianco a me. Poi a un tratto la sua voce spezzò il rumore delle onde.

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Estratti da “Frammenti di un poeta qualunque” di Rita Inserra

Estratti dalla raccolta di poesie Frammenti di un poeta qualunque di Rita Inserra, edito S4M Edizioni. Sul blog trovate la segnalazione!

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Dalla poesia “Coraggio” 

“Non abbiate paura dei giudizi altrui, di esternare le vostre emozioni.

Non abbiate paura di amare, di dire quelle cose che vi risultano così impossibili.

Non abbiate paura del rifiuto, che è quello che purtroppo frega sempre.

Non abbiate paura di non sentirvi mai all’altezza.

Il nascondersi

I sotterfugi

I pianti in un silenzio assordante, che sembrano non finire mai

Le urla

Gli strepiti

L’ansia costante che vi lacera l’animo

È ora di dire basta.”

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Dalla poesia “Amici o…?”

Amici cari

che tanto vi definite tali

forse i vostri genitori non vi hanno insegnato

nell’arco della vostra infanzia e adolescenza

che l’essere codardi

non porta da nessuna parte.

Voi che, con quell’aria di superiorità

che vi caratterizza perennemente

con quella maschera da “finti buonisti”

che porterete sempre stampata sulla vostra faccia

non aveva capito che

prima o poi

la ruota girerà…”

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Poesia “Veleno”

Non fidarti mai

anche di quelle persone

che possono sembrarti le più care

soprattutto su di loro

non contare mai.

Arpie letali

che saranno pronte a farti soffrire

per il semplice gusto di vederti star male.

Impara ad essere più razionale

a non cederti subito

a stare più attento ai comportamenti

ai piccoli gesti

in particolare quelli

contano di più.

Non lasciarti trascinare

nei loro giochetti perfidi

nelle loro discussioni

perché riusciranno sempre a trovare

il pelo nell’uovo

per metterti in ridicolo.

Non fidarti mai

di quelli che si mostrano orsacchiotti

e si rivelano serpenti.

 

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Estratti dal romanzo “Un ponte per i miei sogni” di Giuseppina Campo

Estratti dal romanzo Un ponte per i miei sogni di Giuseppina Campo, edito S4M Edizioni. Sul blog troverete la segnalazione, seguendo questo link.

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Prologo

Città del Ponte, mercoledì 23 luglio 2014.

Mi ci è voluta una vita per poter capire, una vita per poter accettare quella che sono, e adesso, nessuno può togliermi il traguardo che mi sono conquistata. Nessuno!

È una triste giornata di sole questa, una di quelle giornate in cui certamente chiunque preferirebbe starsene al mare, all’aria aperta a festeggiare con gli amici, con il partner, con la famiglia.

Eppure io no!

Io sono qui da sola, lontana da tutti.

Sarebbe pure una giornata felice questa, piena di luce; una di quelle da non dimenticare e in cui bisogna festeggiare a tutti i costi. Eppure per me c’è solo tanta malinconia dietro questo splendore infinito.

Sono felice, è vero, felice di aver raggiunto un tanto ambito traguardo. Uno dei primi raggiunti nella mia vita. E a modo mio sto facendo onore a questo primo arrivo; mi sono concessa un viaggio: tre mesi in Egitto, tutto compreso, che altro si può desiderare?

Ma diciamo la verità: sono scappata via da tutto e da tutti per questa mia tanto ambita indipendenza e agognata voglia d’essere felice anche da sola. Mi sono dileguata da quell’aula – l’aula magna dell’ateneo dove ho discusso la mia tesi – poco dopo aver ricevuto i risultati finali degli esami; non appena ho saputo di aver raggiunto il tanto a lungo desiderato premio di questi tre lunghi anni di sacrifici; impegnati più a studiare che a farmi una vita.

Adesso sono qui, che guardo il sole all’orizzonte e socchiudo gli occhi per un lungo attimo, inspirando più che posso l’aria tersa e afosa del mattino, consapevole che per parecchio tempo, non sentirò più gli stessi odori e le stesse sensazioni regalatemi da questa parte del mondo.

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Città del Ponte, sabato 28 settembre 2013

Sono già le undici di sera ed io, Monica e Bianca – la mie amiche dirimpettaie – attendiamo Luca e Claudio che ci verranno a prendere con l’auto di Luca: una lancia Ypsilon blu. Un’auto piccola ma dai rivestimenti sportivi, proprio come piace a certi ragazzi. E poi Luca solo quella poteva permettersi, di seconda mano per giunta.

Finalmente suonano al citofono e scendiamo in strada. Dopo i saluti di rito saliamo in auto e ci dirigiamo al nostro solito pub: “Il Gabbiano”.

Quest’estate ci abbiamo fatto il covo qui, noi tre. Giacché le due si erano appena interessate ai loro attuali boys e non smettevano di correre loro dietro un attimo, cercando ogni occasione possibile per incrociare il loro cammino.

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Guardo ancora dinanzi a me e mentre sento l’ennesima chiamata agli altoparlanti, per l’ennesimo volo in arrivo o in partenza, solo ora mi accorgo dei diversi aerei in fase di atterraggio o in allontanamento verso i cieli, cosa a cui non aveva ancora fatto caso, nonostante sia qui già da un paio d’ore.

E visto che ho anche spento il mio cellulare appena arrivata, per evitare qualsiasi distrazione del mondo esterno, avevo perso quasi del tutto la cognizione del tempo.

Ho voluto evitare a tutti i costi di far sapere ad altri la mia attuale ubicazione, così almeno nessuno dei miei cari mi avrebbe potuta dissuadere del partire così presto.

In realtà, sanno tutti che ho un volo tra circa sei giorni; non credo dunque che riusciranno a scovarmi fin qui.

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Poesie tratte dalla raccolta “Un(a) Po’…e sia!” di Laura Piras

Poesie scelte dalla raccolta di Laura Piras, intitolata Un(a) Po’…e sia!, edita S4M Edizioni. Trovi qui la segnalazione e in fondo all’articolo i link utili per ottenere Un(a) Po’…e sia! e per trovare l’autrice sui social.


1. Sordellanza

Quando finisce la festa

non ritrovi la testa

non subito, prima c’è il vomito

Qualcosa di distorto e psicologico

spinge dalla pancia all’esterno

Vorrei fosse meno moderno

il modo in cui vivi

Vorrei fosse eterno

il sorriso che ci unisce

Sorella, so che qualcosa ti ferisce

ma non lasciarti

non abbandonarti

per le sere in discoteca,

se la vita ti sembra poca

C’è ben più di tutto questo

qualcosa di più onesto

Smetti di essere un manifesto

Sai?

La bellezza si dissolve e

c’è qualcuno che ci assolve

non si tratta di preghiere

se stai attenta puoi sentire

emozioni vere.


47. Notte a palazzo

Ci sono alcune notti

in cui non sai perché lo fai

ma ti trascini con chi vuoi

e non riguarda i matti

ci sono quelle sere

in cui camini e poi ti fermi

fai due scalini e non ricordi

perché piangevi alcune ore

ci sono quelle volte

in cui sorseggi un buon bicchiere

sorridi e spacci due parole

con chi ti guarda e fa rivolte

ci sono queste notti

che non ti lasciano spazio

per pensare ch’è uno strazio

vivere con i lingotti

Perché è d’istinto e d’interesse

che si caricano le scommesse.


52. Caro figlio

Carattere

tiralo fuori, tirala dentro

la pancia

non bere, non fumare

datti da fare

Rientra presto, non tardare

stai a guardare

cosa fanno gli altri, cosa fanno in tanti

è importate che non ti schianti

Guida piano

non dare la mano

agli sconosciuti

non dare, non chiedere aiuti

Stai lontano!

…E il silenzio regnò sovrano

basta divieti: non siamo soldati

Vogliamo essere amati,

non tenuti.

Abbracciati, amati, accarezzati,

non legati.

Sì ai gelati!

La sporcizia tra la terra e l’albero

la polvere sotto il tavolo,

sentirsi un diavolo

Bambino gioca vicino, gioca lontano

ma tieni la mano

alla mamma, al papà

e fagli capire

che anche senza corda

sei qua.


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Estratti di “Alla fine, il silenzio” di Paola De Nisco

Estratti dal romanzo di Paola De Nisco, Alla fine, il silenzio edito S4M Edizioni. 

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«Dobbiamo far presto, non ci rimane molto tempo» disse Filippo al fratello entrando nell’ufficio della loro modesta compagnia di navigazione.

Filippo e suo fratello più piccolo, Francesco, l’avevano ereditata dal padre; commerciavano con i Paesi che si affacciano sull’Adriatico, ma a volte si spingevano fino in India e in Cina per acquistare sete e stoffe.

«Lo so – rispose Filippo – ho già organizzato tutto. Se non hanno problemi al porto possiamo già farli partire tra tre giorni.» Si riferiva a tutta la sua famiglia e a quella del fratello che dovevano scappare da Pola per riuscire a salvare la loro vita.

Eravamo quasi alla fine della Seconda Guerra Mondiale e Filippo e Francesco erano stati degli “ustascia”, fascisti croati che si erano macchiati di molti crimini; avevano amministrato, nell’intervallo tra la due guerre, questi territori con durezza, imponendo un’italianizzazione forzata e reprimendo e osteggiando le popolazioni slave locali. Durante la guerra esercitavano il loro potere tramite le deportazioni nei campi di concentramento e le fucilazioni dei partigiani jugoslavi. Erano però, in particolar modo Filippo, il punto di riferimento per chi cercava lavoro, aveva bisogno di aiuto economico, di trovare una casa o di cercare una persona dispersa in guerra.

Filippo, nato alla fine dell’Ottocento, due anni prima del fratello, era un bell’uomo, ma soprattutto, era molto affettuoso con le sue due figlie, Isabella di 20 anni ed Eleonora di 17, che erano state il coronamento del suo grande amore per Giovanna, morta di parto quando nacque Eleonora. Abitavano insieme al fratello e alla sua famiglia, da quando era mancata Giovanna, in una grande villa a picco sul mare, dove i due fratelli erano nati e cresciuti.

Francesco, altro, robusto, con una barba nera, folta, era il più intelligente dei due; infatti era quello che aveva preso il posto del padre nella direzione della compagnia, ma era anche il più cattivo. Tutte le sparizioni di persone erano state ordinate da lui, così come i pestaggi. Filippo aveva partecipato, ma solo in qualche occasione meno crudele. Francesco era sposato con Maria, una donna severa con il fisico rovinato dalle gravidanze e con una grande capacità di gestione dei soldi. Da lei aveva avuto tre figli: Bruno, Nica e Leonardo rispettivamente di 18, 15 e 5 anni.

Pagina 7 – 8

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«Quale peso metti sulle mie spalle – urlò Maria – e per quanto tempo? Per tutta la vita, in considerazione degli orrori che hai commesso e ora vuoi far pagare a me e ai tuoi figli le tue nefandezze? A me non frega niente di quello che pensa la gente – continuò – tu hai prima di tutto responsabilità verso la tua famiglia, lo vuoi capire?»

«Sei tu che non capisci – ribatté Francesco – ho fatto in modo che abbiate una vita agiata, senza problemi. Nessuno dovrà mai dire che un Camali fugge davanti alle proprie responsabilità, né familiari, né pubbliche. Io rimango e anche Filippo e tu dovrai prenderti cura di tutti i ragazzi. Questo è deciso» concluse categoricamente Francesco.

«Bene, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me – rispose ironicamente Maria – non vedo l’ora di partire per non vederti mai più e spero che ti facciano soffrire quanto e più di quello che tu hai fatto patire agli altri» ribatté Maria spingendolo fuori dalla stanza.

Poco più tardi Filippo raggiunse suo fratello in biblioteca; sprofondò nella poltrona, esausto. Francesco gli offrì della grappa e gli chiese:

«A te com’è andata? A me malissimo, Maria si è infuriata come non mai.»

«Hanno pianto tutta la sera – rispose Filippo – che dolore al cuore.»

«Non vorrai cambiare idea?» sbraitò Francesco.

«No, non cambio idea, anche se fa molto male. Mi preoccupo soprattutto per Isabella che non va molto d’accordo con Maria» rispose Filippo.

Pagina 11

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Quando tornò a casa passò molto tempo ad annusare tutto quello che Leon aveva lasciato su cui era rimasto il suo odore, a leggere le cose che lui ogni tanto le aveva scritto e a guardare quel quadro così bello in cui si poteva intravedere la passione che Leon aveva avuto per lei. Poi, sopraffatta dalla stanchezza e dal pianto, si addormentò.

Il mattino dopo si alzò con la sensazione di essere stata schiacciata da un treno in corsa, andò in cucina, ma l’odore del cibo le fece venire la sua prima nausea. Da quel momento cominciò a mangiare molto poco, quasi tutto le dava fastidio e la sue energie piano piano diminuivano. Natalie le annunciò che aveva preso un appuntamento dalla sua ginecologa per vedere se tutto andasse bene e per farsi prescrivere un ricostituente.

La visita dalla ginecologa rassicurò un po’ Isabella. Il bambino stava bene e cresceva regolarmente e la dottoressa le diede alcune medicine che dovevano aiutarla sia a mangiare che a recuperare energie.

Quella sera, finalmente, mentre ballava sul palco, vide Armando seduto a un tavolo.

Pagina 72 – 73


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Un(a) Pò… e sia! di Laura Piras – Segnalazione

Segnalo Un(a) Pò… e sia! di Laura Piras, edito S4M edizioni. 

Titolo: Un(a) Po’…E Sia!

Autore: Laura Pirras

ISBN: 9788885450172

Genere: Poesia

Editore: S4M Edizioni – Giugno 2019

N. Pagine: 68

Prezzo: 12,00€

Formato: Cartaceo

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Trama

Porsi una, due, tante domande.
E’ questo lo scopo delle pagine che sfoglierete. Perché? Per non trovare risposta, porvi un’altra domanda, non trovare risposta, porvi un’altra
domanda e così via.
Amore, Umanità, Empatia, un po’ di Utopia.
Non sono solita descrivere le mie opere.
Chiunque abbia la necessità di esprimersi in modo creativo pare sentirsi strappare un arto, un pezzetto di cuore, magari un capello nel momento in cui gli si chiede cosa lo porti a creare.
A volte è difficile condividere i propri sentimenti, le proprie paure, la propria vita e fantasia con gli altri.
Arriva, però, un momento in cui ci si dice: “Perché non condividerlo? Anche le altre persone provano queste emozioni!”
Ecco, le emozioni.

Incanalate le emozioni verso la creatività; leggetemi e create, create e leggetemi.
Io vi dirò: lo faccio per vivere.
Non potrei mai non scrivere.
E voi?
Di cosa non potete fare a meno.

Biografia

Laura Piras, nasce a Olbia il 26 Marzo 1996, ma cresce e vive tutt’ora in una piccola frazione con poco più di mille abitanti: Murta Maria.
Si diploma nel 2017 presso il Liceo Scientifico “L. Mossa” in Scienze Umane.
Attualmente studia all’ Università di Sassari, iscritta in Scienze e Tecniche Psicologiche dei Processi Cognitivi.
Ama scrivere sin da quando era bimba.

Crescendo sviluppa altre due passioni: la chitarra e il teatro, esperienze che continuano ad alimentare il desiderio di esprimersi con le proprie parole.
Grazie alla poesia è in grado di raccontare se stessa e le follie di quel mondo che la circonda.

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Un ponte per i miei sogni di Giuseppina Campo – Segnalazione

Segnalo Un ponte per i miei sogni di Giuseppina Campo, edito S4M Edizioni. 

Titolo: Un ponte per i miei sogni

Autore: Giuseppina Campo

ISBN: 9788885450219

Genere: Romanzo

Editore: S4M Edizioni – Settembre 2019

N. Pagine: 374

Prezzo: 19,00€

Formato: Cartaceo

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Trama

All’alba della sua Laurea, in procinto di completare il primo percorso di studi per diventare dottore in “Beni Culturali e Archeologici”, Alexis si ritrova a dover affrontare una nuova avventura, qualcosa a cui non si era affatto preparata. Inizialmente poco interessata agli uomini, finisce col prendersi una cotta proprio per Daniel, il ragazzo con cui tanto aveva litigato per via dei loro caratteri: entrambi forti e ribelli. Ma Daniel è anche un tipo assai immaturo e a cui piace giocare con le ragazze… Alexis presto si ritroverà a fare i conti con la vita, e con diversi cambiamenti. Scopre l’amore, cambia amicizie, ritrovandosi lei stessa cambiata. Lei non subito accetta tutto questo mutamento, ma la vita scorre comunque, e lei dovrà adattarsi o evolvere. Il solito dilemma della farfalla. “Rinascere o morire?”

Giuseppina Campo

Sono nata tra la brezza del mare e il canto delle sirene, vivo dove il sole splende quasi ogni giorno dell’anno, e ho imparato a leggere molto presto, desiderando scrivere altrettanto presto. Sono una persona curiosa, affascinata dalla vita, dalle culture antiche, dai reperti storici e dalle retrospettive. Sono una scrittrice, pittrice, poeta e creativa a tutto tondo.

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Le nove vergini di Valeria Nitto – Segnalazione

Segnalo il romanzo giallo Le nove vergini di Valeria Nitto, edito S4M Edizioni.

Titolo: Le nove vergini

Autore: Valeria Nitto

ISBN: 9788885450240

Genere: Giallo

Editore: S4M Edizioni – Ottobre 2019

N. Pagine: 367

Prezzo: 21,00€

Formato: Cartaceo

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Trama 

Danze proibite.
Legami indissolubili.
Un casale alle porte di Siracusa cela un oscuro segreto.
Le vergini tormenteranno i tuoi sogni. Assaporeranno ogni tuo
respiro. Controlleranno il tuo cuore.
Fino a dove sei disposto a spingerti per non perdere la tua anima?

Biografia

Nata a Siracusa nel 1982 è cresciuta nella città natale dove ha frequentato una scuola commerciale.
Impiegata, moglie e madre, ha partecipato a vari premi letterari arrivando finalista al Premio Giovane Holden della città di Lucca, sezione narrativa inedita.
Ha partecipato a una selezione di racconti editati su diverse antologie come “La raccolta dei 365 racconti horror per un anno” e “Il magazzino dei mondi”, edite dalla Delos Books.
Per diversi mesi ha collaborato con la rivista locale MAG magazine, distribuita in Siracusa e provincia, trattando articoli legati alla cultura popolare.
Nel 2017 ha pubblicato il suo primo romanzo “I sogni di Barbara – L’uomo dal volto fracassato” , Eracle Edizioni.
Un anno dopo, giunge alla sua seconda pubblicazione con il romanzo “La sacerdotessa della luna” , Capponi Editore, proclamato finalista all’XI Premio Internazionale Navarro 2019 (Sambuca di Sicilia), nella sezione narrativa edita.
Riceve il Premio Aretusa D’Argento, prima edizione anno 2019, in qualità di autrice siracusana.
Segnalata alla XIII edizione del Premio Città di Castello ed al Concorso Letterario indetto dalla Dario Abate Editore, con la stessa opera inedita “Il canto degli angeli.”

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