La Scrivania Letteraria

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Scrittura libera

Sotto il portico

– Kara! Ciao-, esclamò la ragazza avvicinandosi tra la folla intenta a ballare. La discoteca, unica a proporre genere House, era gremita di ragazzi e ragazze. Kara le sorrise. – Ciao Sofy! Come stai?-, rispose abbracciandola.

– Bene bene. Senti…ma tu a che ora vai via?-, chiese repentina.

Kara guardò l’orologio. – Sono le tre e mezza quasi, credo che dieci minuti e andrò. Domani lavoro al mattino, dalle dieci-.

– E se andassimo via adesso?-.

Kara trovò bizzarra la sua richiesta e il suo sguardo chiedeva una spiegazione. Sofy si strinse nelle spalle, facendosi più bassa di quel che non era. – Sai, c’è un ragazzo che stasera non mi molla e non ho il passaggio fino alla macchina. Ce l’ho in piazza-. Sofy sapeva a chi chiedere. Kara era gentile e non avrebbe detto di no a un’amica malgrado uscissero raramente. – Va bene. Andiamo. Anch’io ho la macchina in piazza-, le disse all’orecchio, ma una mano fermò il primo passo di Sofy. Kara lo guardò. Lo conosceva di vista. – Già andate?-, disse Laurence.

– Sì-, ribatté secca Kara.

– Eh sì-, disse in coro Sofy.

– Volete che vi facciamo compagnia sulla via del ritorno?-, domandò gentile.

– Andiamo da sole. Abbiamo le macchine lontane-, rispose secca.

– Dai, vi accompagniamo-, insistette.

Kara e Sofy si guardarono. – Ok-.

Laurence fece cenno a un ragazzo che si avvicinò. Parlarono veloci e l’altro fece un mezzo sorriso. Kara non sapeva chi fosse, era sconosciuto ai suoi occhi, ma era molto bello. Sarebbe stata un’ottima compagnia. Peccato non si fosse presentato.

I quattro uscirono assieme dalla discoteca e cominciarono a camminare. Avrebbe impiegato almeno venti minuti per giungere fino alle macchine. Nessuno proferiva parola, però Laurence era tremendamente vicino a Sofy e Kara teneva testa al gruppo nonostante i tacchi vertiginosi e la strada in pavé. – Lasciamoli un po’ indietro-, esortò lo sconosciuto con Kara. Le prese una mano e lasciarono passare i due, intenti a parlare. Di tanto in tanto Laurence cingeva il fianco di Sofy e lei rideva, poi lo baciava fugace.

– Pensavo fosse lui il ragazzo che le aveva dato fastidio in discoteca-.

– No, ma un amico di Laurence non la lasciava stare. Lui lo sa che lei ha un debole per Laurence-, disse fissandola. Gli occhi del giovane erano verde smeraldo e i capelli erano neri come la pece, mossi in un’onda brillante alla luce dei lampioni.

– Capisco…-, rispose Kara, scrutandolo con altrettanta curiosità. Sofy aveva dei gusti davvero strani in quanto a ragazzi.

– Tu, invece. Come te la passi?-.

– Bene-.

Il ragazzo non proferì parola per diverso tempo, pian piano però si avvicinava a Kara sempre di più. – Toglimi una curiosità, come ti chiami?-. Lui sorrise. – Joseph-. La sua voce era profonda e suadente. Il viso leggermente tondo, dalla pelle ambrata, un sorriso luminoso e le sopracciglia sottili, simmetriche, fin troppo. Un bel ragazzo, pensò nuovamente Kara. Le sfiorò una mano. Lei non si ritrasse. Quando le sarebbe capitato di avere a che fare con lui? Doveva inserirlo nella lista? 

Vide a pochi metri da loro, sulla sinistra, una rientranza sotto i portici. Era l’androne di un palazzo. Lo guardò intensamente, il volto serio e lui si insospettì, allontanandosi. Magari le mie attenzioni improvvise non sono gradite. D’altronde non ci conosciamo nemmeno un po’, però è intrigante, pensò Joseph. Mi piacerebbe parlare con lei per il resto della notte. 

Kara decise su due piedi. Sofy e Laurence non se ne sarebbero nemmeno accorti. Afferrò con una presa d’acciaio il polso di Joseph e lo tirò con sé, nell’androne. Gli mise una mano sulla spalla e con il braccio avvolse il fianco sinistro del ragazzo, che rimase spiazzato quando venne baciato. Il tempo passò veloce e Kara, rapida come aveva agito, smise di baciarlo e tornò sulla via principale. Joseph rimase un momento fermo e diede il tempo a Kara di chiamarlo con un sorriso compiaciuto e sprezzante. – Muoviti o mi toccherà correre-, lo redarguì. Joseph la raggiunse. Era scioccato, quella ragazza aveva ribaltato la situazione che di solito avveniva in maniera contraria nel suo caso.

– Siamo arrivate-, disse Kara a Sofy, raggiungendola.

– Ok-, rispose Sofy. Tirò Kara vicino alla macchina. – Senti…faccio che andare a casa con Laurence-.

– C’è anche il suo amico-, disse Kara.

Sofy fece spallucce. – Mi ha detto che anche lui ha la macchina qui. Puoi prendertelo-.

Kara rimase un momento in silenzio. – No-.

– Ok-, disse mentre tornavano dai ragazzi.

– A posto? Andiamo a mangiare qualcosa assieme?-, chiese Laurence.

– Per me no. Sono a posto e poi è tardi per mangiare-, disse Kara, – buona notte a tutti-, esclamò con un mezzo sorriso. Guardò di sottecchi Joseph e anche lui la stava osservando. Fece finta di niente e andò alla macchina. Chiuse la portiera e partì verso casa. Joseph era stato un premio gradito al termine di quella noiosa serata.