Vorrei sentire l’aria fresca della libertà.
Vorrei poter camminare libera da ogni vincolo, senza remore né preoccupazioni che solo chi è come me percepisce.
Vorrei che tutte pensassero che vi è un modo migliore, un futuro più chiaro, una forza violenta da sprigionare.
Voglio che gli occhi di tutti si schiudano e che le menti si elevino, ascendano a una consapevolezza dell’unicità di ognuno di noi.
Voglio che si capisca quanto sia importante dare a ognuno di noi lo stesso diritto alla conoscenza dell’individualità e della formazione della critica personale, senza bisogno di influenze demagogiche o disturbanti parole meschine.
Voglio che ognuno di noi comunichi, legga, parli e si confidi senza paura, con voci di carta, con voci cantanti, con corpi di amanti e con fede intima.
Per ora, forse, tante voci rimarranno in silenzio, ma non bisogna disperare e tentare di giungere a un’uguaglianza che a mio avviso è bieca, è orrido riflesso della concessione, è abominevole rifiuto dell’amor proprio e dell’amore per il mondo.