Recensione del romanzo Verbum. Custos Verbi di Niccolò R.V. Toderi edito Bookabook nella collana SCI-FI.
Biografia
Niccolò Raoul Vinicio Toderi è nato nel 1985, dopo la maturità classica si laurea in Filosofia estetica a Trento nel 2011. Custos Verbi è il primo libro della sua saga fantascientifico/distopica contesa tra misticismo e tecnologia.
Trama
La metropoli di Neo Babylon, asserragliata da mura alte duecento metri, è l’ultimo baluardo dell’esistenza umana alla fine di un’era di guerre e sconvolgimenti, in cui il tempo pare essersi fermato. I migliori tra gli uomini, gli Esuli, hanno lasciato il pianeta in cerca di una nuova speranza, sena però aver fatto ancora ritorno. Chi è rimasto ha ereditato un luogo in declino, progredito nella tecnologia, irrigidito dalle ferree leggi che lo governano e ormai destinato non più a un percorso di creazione bensì a un vissuto che sa di stantio e di eterna ripetizione. Le vie della città sono percorse da individui capaci di scorgere il futuro: i Custos che agiscono al servizio della Verità, un bene superiore che nel tempo è rimasto incomprensibile ai più, relegato e conservato tra le mura del tempio, lo Ieron. In un momento di diffidenza, di odio e incomprensione, insinuatosi nella maggioranza delle menti, convinte che la persistenza sia l’unico modus vivendi possibile, i Custos perdono il loro aspetto necessario e diventano i portatori di gesti e azioni a cui nessuno più crede. Quando la città inizierà a tremare a causa di una serie di attacchi terroristici, i Custos saranno l’unica possibilità per evitare l’estinzione del genere umano, ma la luce della Verità potrà ancora illuminare Neo Babylon?
Verbum. Custos Verbi è un romanzo che contiene in sé molti generi, un turbinio che ha permesso alla trama di espandersi senza perdere coerenza né confini. Il genere distopico si intreccia con il genere fantastico e le derivazioni filosofiche, sociologiche e antropologiche sono ben percepibili fin dall’inizio, proiettato nel qui e ora. Il romanzo si sviluppa attraverso la narrazione di tempi diversi: il presente, il passato e ovviamente, il futuro. Perché ovviamente? Perché il perno, uno dei fili conduttori della vicenda è proprio il futuro; i Custos, esseri umani in grado di immergersi nel futuro, per istanti o minuti. Non è semplice essere un Custos agli occhi altrui, allo sguardo degli ultimi esseri umani presenti sulla Terra e rinchiusi in una città che possiede l’asfissiante sapore del declino.
I Custos Verbi sono coloro che servono la Verità e attraverso le visioni del futuro, le apocalypses, sono in grado di anticipare gli avvenimenti, ma come ogni essere, anche loro hanno dei limiti e delle regole, un ferreo codice da seguire, per il quale il loro compito non è essere empatici con i resti dell’umanità e nemmeno scendere a patti con il governo, la Grande e Unica Democrazia. Il compito dei Custos è vegliare sul popolo, sui cittadini, sulle persone nonostante diventi sempre più lampante la consapevolezza che nessuno sembra più avere fede nel Credo dei Custos e nemmeno dare importanza alla loro funzione a Neo babylon.
Protagonista della vicenda è Orfeo, un Custos che, affiancato da altri personaggi, è riuscito a dare vita con il suo spessore a un universo parallelo e contemporaneo ricco di riflessioni, di enigmi e di punti di domanda. Questo è uno degli aspetti del romanzo che ho preferito maggiormente e su cui mi sono soffermata; il piacere di leggere tra le righe, i dialoghi corposi, ricchi di significati che ne nascondono altri, descrizioni precise, centellinate e collocate nel posto giusto al momento giusto, con una cura sulla parte sensoriale e psicologica. Altro aspetto che ho trovato interessante è stato il continuo intervallarsi di punti di vista e di salti temporali; questo tipo struttura del testo mi ha permesso di ricavare il meglio da ogni evento, azione e personaggio, assaporando i balzi dal futuro al passato, dal presente al passato, in un agglomerato di tempo e spazio in cui sembra che il senso si perda nelle apocalypses dei Custos, ma che proprio questo punto, i continui salti, permettono di assaporare meglio ciò che cambierà e che modificherà le sorti dei Custos, la conoscenza di loro stessi e una nuova consapevolezza: il futuro sembra non arridere più al dono, pare scappi, svanisca ancora prima di divenire la Verità tangibile da modificare e da creare.
Orfeo si trova a dover fare i conti con questa apparente cecità nei confronti della Verità insieme ai Custos Verbi ancora presenti a Neo Babylon: la Metera Sybilla, Cassandra, Morrigan, Laocoonte, i gemelli Castor e Pollux e Samuel. Il Credo permetterebbe loro di indagare più a fondo, di scoprire cosa sia mutato nel tempo e quanto il dono dipenda dai cambiamenti, per quanto possibili, avvenuti nell’asfittica città, ma non avranno il tempo di pensare astenendosi dall’agire per la salvezza perché il malcontento, già da tempo serpeggiante tra la popolazione, viene infervorato da improvvisi attacchi terroristici da un fronte e dall’altro, il governo, al cui vertice è posto il grande Demiurgo, sembra volere controllare ogni movimento dei Custos. In particolare Orfeo si ritrova stretto in una morsa che ad ogni ora si stringe sempre più sul suo copro la sua mente e sul futuro, come se da entrambi i versanti la brutalità, la violenza e la sete di potere volessero frantumare la Verità e con lei tutti i suoi portatori.
Verbum. Custos Verbi è un romanzo che permette di scoprire quanto la Verità, la complessità dell’agire umano, il potere e la coercizione siano sia antidoto che veleno per le menti degli esseri umani. L’elemento distopico è realizzato perfettamente nella città, Neo Babylon, un luogo in cui il colore campeggiante è il grigio; edifici, strade, oggetti e persone hanno perso la loro identità, la scintilla vitale che produce sviluppo e cambiamento. Il fantomatico progresso tecnologico di cui sono circondati è solo un effimero baluardo pronto a soddisfare le aspettative egoiche e temporanee degli esseri viventi e chi non si conforma all’aspettativa del governo e della popolazione, come i Custos e come Euridice, uno dei personaggi su cui inizialmente provavo qualche dubbio, ma che si è rivelato insostituibile, è considerato indesiderato.
La socialità e la sociabilità improntata sul dialogo, elemento per cui l’esser umano dovrebbe essere apprezzabile, è rintanata negli angoli dei quartieri peggiori di Neo Babylon, rifugiatasi tra le ombre, nel buio di una cripta, impotente di fronte al soverchiante presente sempre più gettato verso un futuro ripetibile solo in un panorama di ottundimento.
Ho trovato raramente qualcuno in grado di descrivere appieno una fede, un’abnegazione come ha saputo fare l’autore in un romanzo d’esordio, ricco di colpi di scena e momenti toccanti; inoltre ha orchestrato e svelato la Verità pian piano e i Custos, a mio parere, sono proiezioni inesauribili della stessa proprio perché questa Verità, questo poter creare guardando più in là di chiunque altro, è il frutto della Verità stessa.
Verbum Custos Verbi alla pagina ufficiale di Bookabook
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